testo di Yves Fermon foto di Peter Shupke

Qualche informazione sullo stato degli Haplochromis del Lago Vittoria tra il 1990e il 1992.

Molto si è scritto sugli Haplochromis del Lago Vittoria a causa della loro rapida diminuzione nei luoghi di origine, ma in realtà cosa sta accadendo veramente? Il Lago Vittoria occupa attualmente una superficie di 70.000 km ed è diviso fra tre nazioni: l'Uganda a nord, il Kenya ad est e la Tanzania a sud ed ad ovest. Come gli altri laghi dell'Africa orientale, in particolare il Malawi ed il Tanganica, è abitato da un gran numero di specie di Ciclidi di cui solo circa 300 sono state descritte e le altre sono ancora sconosciute. (Fryer& Iles, 1972; Greenwood, 1981). Essendo il più giovane tra i laghi della Rift Valley vi troviamo ancora delle linee evolutive intermediarie al contrario del Tanganica, il più vecchio, dove generalmente sono ben stabilite.


Haplochromis cf. ismaheli

Haplochromis sp. "44"


Le specie di Ciclidi del Lago Vittoria avrebbero un'origine monofiletica, cioè deriverebbero tutte da una sola specie ancestrale, secondo gli studi sia a livello morfologico (Greenwood, 1974, 1981) che genetico (Meyer & al., 1990). La loro diversità consiste principalmente nella presenza di forme più o meno specializzate in un tipo di alimentazione. Le specie caratterizzate dalle stesse abitudini alimentari sono raggrup-pate in gruppi trofici.
Come negli altri due grandi laghi sono stati osservati tutti i gruppi trofici possibili (Greenwood, 1974, 1981): i planctonofagi che si nutrono di alghe e zooplancton, i mangiatori di granchi, gamberetti, molluschi, i detritivori, i mangiatori di alghe epilitiche (che crescono sulle rocce) ed epifitiche (che crescono sulle piante), gli insettivori, i mangiatori di parassiti degli altri pesci ed ovviamente i piscivori (predatori di adulti ed avannotti) che al momento rappresentano i gruppi più importanti tra le specie finora conosciute.
La tassonomia tradizionale utilizzata per i Ciclidi si basa sulle variazioni morfologiche legate al tipo di alimentazione, in particolar modo sulla dentatura. Vista la variabilità intraspecifica mostrata da questi pesci è spesso molto difficile, per non dire impossibile, differenziare le specie tra di loro. D'altronde il numero di specie è poco attendibile poiché il criterio per determinarle è confuso.
E' per questo che per il Lago Vittoria le specie si riuniscono principalmente in gruppi trofici e a seconda del luogo di cattura.
Quanto alla colorazione, se in alcuni casi può aiutare la classificazione rapida di un soggetto, non può essere utilizzata come criterio certo di determinazione. Durante un lungo soggiorno sulla costa tanzaniana, nel Golfo di Mwanza, tra il1990 ed il 1992 mi è stato possibile osservare i diversi tipi di habitat che possono essere divisi in 4 gruppi:
- la zona rocciosa
- la zona sabbiosa-fangosa (la differenza è legata alla profondità)
- la zona pelagica
- la zona colonizzata dai papiri.

Le specie sono ripartite secondo un habitat ben preciso ( studio dell' HEST, Haplo-chromis Ecology Survey Team, Università di Leiden, Olanda).
Negli anni 60 sono state introdotte nel lago a fini commerciali o sportivi alcune specie alloctone: le Tilapia (Oreochromis niloti-cus, T. zillii, T. rendaUi), il blackbass (Mi-cropterus sp.) e la perca del Nilo {Lates niloticus) proveniente in massima parte dal Lago Albert.
Negli anni 70 il Lates, chiamato Sangara dagli indigeni, ha proliferato nelle acque ugandesi per diffondersi poi verso sud nel decennio seguente. Predatore notturno che raggiunge taglie imponenti, oltre due metri, questo pesce ha decimato gran parte dei Ciclidi di cui si nutriva di preferenza. Ma non è la sola causa del declino dei Ciclidi nel Lago Vittoria. Un ruolo ugualmente importante l'ha avuto l'attività umana con l'utilizzazione intensiva di mezzi di pesca come la rete da spiaggia e l'inquinamento legato ad alcune grandi città. Le variazioni climatiche sono un'altra causa importante dei cambiamenti ecologici e limnologici osservati. Negli anni 90 si è notata una netta diminuzione degli esemplari di Lates dovuta in massima parte al semplice fenomeno della rarefazione seguita alla saturazione. Poiché gli Haplochromis erano decimati i Lates sono stati costretti a cambiare il proprio regime alimentare concentrando maggiormente la loro attenzione su Caridina sp., un gamberetto, e sulla sardina locale Rastineobola argentea (Cypiini-daé). (Rapporto dell' HEST). Questa regressione è dovuta anche ad un'intensificazione della pesca con l'apparizione di stabilimenti di trasformazione e motopescherecci. Al momento attuale sembra che il numero di Lates nelle acque ugandesi si sia stabilizzato. E gli Haplochromis? Se ne trovano ancora. Al momento attuale sono raramente catturate solo un ristretto numero di specie appartenenti a gruppi trofici ben specializzati. E' il caso dei grandi Ciclidi piscivori che sono purtroppo quasi spariti dal Golfo di Mwanza, nonostante si trovino ancora in determinate località. Una spedizione dell' HEST nel 1993 ne ha catturati nelle vicinanze di un'isola.

Un altro gruppo che è stato ugualmente danneggiato è quello dei mulloscivori e planctonofagi pelagici. Bisogna distinguere due casi:
1- Sparizione in funzione del tipo di habitat. Gli ambienti maggiormente danneggiati sono le zone sabbiose-fangose profonde e quelle pelagiche.
Le zone rocciose sono state toccate in misura minore. Si conosce ancora molto poco delle zone colonizzate dai papiri. Per ciò che riguarda i pesci pelagici ci si è resi conto che, malgrado una netta diminuzione, se ne trovano ancora, ma più vicini alla costa, a minori profondità.
2- Sparizione in funzione del gruppo trofico.

In linea generale sono stati maggiormente colpiti le specie più specializzate, soprattutto i piscivori.
Ecco in poche parole la situazione nel Golfo di Mwanza tra il 1990 ed il 1992. Bisogna comunque essere prudenti perché la situazione precedente alla proliferazione di Lates era praticamente sconosciuta.
Inoltre oggi i cambiamenti avvengono ancora più rapidamente. E' comunque vero che la salvaguardia ed il mantenimento delle specie in cattività è fondamentale.
A questo proposito un invito a collaborare a tutti gli acquariofili. Qualche anno fa M. Hignette, direttore dell' Acquario del Museo delle Arti Africane ed Oceaniche di Parigi (MAAO) ha lanciato un appello agli acquariofili, ma ha ricevuto solamente una risposta, mentre negli annunci economici sono offerte regolarmente specie del Lago Vittoria... Invece sarebbe utile conoscere chi ha dei pesci che provengono realmente dal Lago Vittoria, quanti ne ha ed il numero di generazioni nate in cattività... E' importante conoscere anche l'esatta provenienza geografica, la zona di cattura e l'ambiente, il nome dell'importatore. Rimane sempre la difficoltà della determinazione certa del pesce, azione in cui si deve essere onesti e cauti. Per quel che ne so io attualmente nel mondo esistono solo tre persone veramente in grado di classificare questi pesci, e ciò senza essere categorici. Si tratta dei Drs. F. Witte e M. Van Oijen di Leiden, Olanda e di P. H. Greenwood, ora in pensione, del British Museum di Londra. Da qualche tempo ho notato la diffusione tra gli acquariofili di specie originarie del Lago Vittoria come Haplochromis nyererei. E' un pesce che conosco bene e che è originario delle zone rocciose. Si deve fare attenzione perché a seconda del luogo di cattura la colorazione normale, cioè con il dorso rosso, cambia. Inoltre mi è capitato di pescare nello stesso luogo ben tre diverse varietà di colorazione: rosso, nero e blu. In conclusione, anche se molte specie sono scomparse, direi che esistono ancora dei Ciclidi nel Lago Vittoria. Per un allevamento serio occorre non creare ibridi tra le diverse varietà, anche se è difficile distinguerle tra loro. Per quanto riguarda la perca del Nilo sembra che sia stata introdotta a partire dal Lago Albert. Si pensa che la specie sia Lates niloticus ma alcuni esemplari catturati fanno pensare ad un ibrido tra L. niloticus e L. macrophthalmus.
Non si sa chi sia stato il responsabile primario dell'immissione, forse alcuni inglesi per fini sportivi, forse alcuni esemplari sono scappati da un impianto di piscicultura in Uganda oppure sono stati introdotti a fini economici per riempire una nicchia trofica libera (Welcomme, 1988). Quest'ultima è la tesi che mi sembra più plausibile.

BIBLIOGRAFIA
Fryer G. & Iles T. D. 1972. Tire Cichlid Fishes ofthe Great Lakes of Africa. Their biology and evolution. L. Oli-ver & Boyd. Edinburgh: 641 p.
Greenwood P. H. 1974. The Cichlid Fishes of Lake Vietarla, East Africa-, their biology and evolution of a species flock. Bull. Br. Mus. (Nat. Hist.) Zool. suppl. 6: 143 p.
Greenwood P. H. 1981. The Haplochromi-ne Fishes of East African Lakes. Collectedpapers on their taxonomy, biology and evolution. Kraus In-tern. Pubi., Munchen: 839 p.
Meyer A. & Al. 1990. Monophyletic origin ofLake Victoiia suggested by mito-chondrial DNA sequences. Nature (347): 550 - 553.
Welcomme R. L. 1988. International intro-ductions of inland aquatic species. F.A.O. Technical paper (294) : 318 p.

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