testo di Livio Leoni foto di Leonardo Plinio Denti

Questa specie sudamericana appartiene al gruppo dei Ciclidi nani, categoria che non ha nessuna valenza scientifica ma che racchiude le specie la cui taglia non supera i 10 cm, come Nannacara, Crenicara , Taeniacara...
Purtroppo queste specie dal facile allevamento, se si eccettuano poche regole elementari quali la pulizia dell’acqua (filtraggio efficiente e frequenti cambi parziali) sembrano essere poco considerate dagli appassionati nonostante posseggano tutti i pregi dei Ciclidi (cure parentali, comportamenti intra ed interspecifici molto interessanti e livree colorate) e, grazie alle loro dimensioni ridotte, non abbiano necessità di grandi vasche e non danneggino la vegetazione. La zona d’origine di questa specie è la Guyana Olandese e gli esemplari utilizzati da parte di Hoedeman per la descrizione nel 1951 provenivano dalle vicinanze di Paramaribo. La forma del corpo è tipica del genere Apistogramma, slanciata ma con la parte frontale tozza e con la bocca piuttosto larga (particolare visibile nei maschi adulti. Il colore di base è marrone oliva, una fascia longitudinale scura parte dall’occhio ed arriva alla base della pinna caudale. Un ocello nerastro è presente alla base degli ultimi raggi della dorsale.


Varietà di allevamento

Il dimorfismo sessuale è ben accentuato negli esemplari adulti. La livrea femminile è quella caratteristica del genere Apistogramma: colore giallo con una banda orizzontale scura che scompare a seconda dell’umore, pinne senza prolungamenti tranne le ventrali di colore nero con un bordo dorato. I maschi adulti hanno le pinne ventrali, dorsale e caudale notevolmente allungate tanto che a volte finiscono per spezzarsi. In alto, nella pinna caudale, i maschi hanno degli ocelli rossi. Sul mercato si trovano spesso diverse varietà di A. cacatuoides che dovrebbero essere classificate come specie a sé stante nonostante le notevoli somiglianze: i maschi hanno gli ocelli rossi in tutta la pinna caudale mentre le femmine sono indistinguibili. La varietà che in Olanda viene venduta sotto il nome di “dubble rood” ha le pinne impari rosse fiammanti per la presenza di numerosissimi ocelli. Credo che in caso di convivenza queste varietà si possano ibridare quindi non ci resta che sperare nella purezza dei ceppi e nell’onestà e competenza degli allevatori. In tutte le partite di pesci osservate ho notato un forte sbilanciamento dei sessi in favore dei maschi che rende problematico l’acquisto di coppie certe. Per ottenere un’altra femmina dopo la morte della coppia riproduttrice ho dovuto aspettare parecchi mesi dato che i pochi avannotti rimasti erano tutti maschi.

La mia esperienza con questa specie è iniziata nel 1990 con una coppia, negli esemplari allevati nella mie vasche ho notato che i maschi erano sempre più lunghi delle femmine di 3 cm. Ritengo che su questa disparità di lunghezza influisca anche il ritmo di accoppiamento molto veloce (ogni 20 giorni circa se le femmine sono ben alimentate) che rende disponibili poche risorse energetiche alla femmina per lo sviluppo e la crescita ottimali, per questo forse sarebbe meglio tenere separati i sessi per qualche tempo. Mi è capitato di isolare una femmina che, pur deponendo anche in assenza di un partner, è cresciuta notevolmente. Ho allevato la coppia in una vasca da 150 litri che pretendeva di essere un acquario geografico per quanto riguarda la comunità ittica, mentre per le piante erano stati effettuati vari compromessi. Lo sfondo della vasca era costituito da sughero incollato su una lastra di plexiglas con del silicone (scelta infausta perché dopo 3-4 anni alcuni pezza si erano staccati). La vegetazione era abbondante e vari Caracidi come Hypessobrycon herbetaxelrodi, Paracheirodon axelrodi e Nannostomus eques abbellivano la vasca con il loro colori e forme. I valori chimici si mantenevano stabili: pH 7,26 , dGH 12, nitrati assenti. A. cacatuoides occupa lo strato a contatto con il fondo. Il maschio passa la maggior parte del tempo a perlustrare il proprio territorio. E’ la femmina a dichiarare la disponibilità all’accoppiamento parandosi insistentemente di fronte al maschio e invitandolo a seguirla nel luogo in cui ha intenzione di deporre, che è stato precedentemente pulito. Quando è pronta la femmina cambia livrea, le striature nere scompaiono e la banda sul fianco tende a sbiadire, tutto il corpo da marrone si colora di un giallo limone dorato, mentre nella zona ventrale durante la deposizione compaiono numerosissime striature sottili.


Varietà di cattura

Per ottenere delle femmine pronte per la deposizione è necessario alimentarle con mangime molto vario, possibilmente vivo, con il solo mangime in scaglie non ho ottenuto deposizioni, mentre con il vivo le uova deposte erano anche 150. Per la formazione delle coppie non è necessario partire da un gruppetto di giovani: ho sempre imposto i partner e non ci sono mai stati problemi di affiatamento. le uova di colore arancione carico sono accudite dalla femmina mentre il maschio controlla i paraggi con poca convinzione. In questa specie il maschio non disturba la femmina, al contrario spesso è proprio lei ad importunare il maschio. Ho potuto vedere le uova solo nel novembre 1992 quando una coppia ha deposto in una vasca di comunità di circa 45 litri, scegliendo un legno di torbiera. Benché fossero alla prima esperienza mostravano cure parentali degne di genitori affiatati ed esperti, invece di solito una coppia appena formata non porta a termine la riproduzione perché o mangia le uova o non riesce a difenderle dagli altri pesci che se ne cibano.

Nelle riproduzioni a cui ho assistito non ho mai notato grandi spostamenti della prole da parte della femmina. Di solito prelevo gli avannotti quando cominciano a nuotare sotto lo sguardo vigile dei genitori aspirandoli con un tubicino per trasferirli in una vaschetta. Lo svantaggio di questo metodo è la necessità che i riproduttori sviluppino delle cure parentali efficienti poiché effettuo le riproduzioni in acquari di comunità per la cronica mancanza di spazio. Se invece si lascia alla coppia tutta la vasca dopo i primi giorni di cure parentali conviene spostare il maschio. In un acquario di comunità il problema è alimentare decentemente gli avannotti, più che la mancanza di difesa della prole da parte della mia coppia (io non ho mai avuto problemi del genere anche in condizioni di sovraffollamento). Gli avannotti vengono alimentati con Artemia salina 2 o 3 volte al giorno dal momento in cui iniziano a nuotare, ma se necessari anche più spesso se noto che le pance non sono piene e colorate di arancione (colorazione data dall’Artemia). Nei casi in cui ho prelevato gli avannotti subito dopo la schiusa ho perso sempre tutta la covata. La vaschetta di svezzamento è riempita con acqua dell’acquario di provenienza solo per pochi centimetri in modo che gli avannotti siano a contatto con la nuvola di cibo. E’ necessario un cambio giornaliero di gran parte dell’acqua che viene effettuato con un tubicino dell’aeratore. Dopo un periodo variabile a seconda della crescita gli avannotti vengono trasferiti in vasche più grandi e nel frattempo sono stati abituati a nutrirsi con Cyclops, microplancton ed altri surgelati e mangime in scaglie finemente triturato. La crescita è abbastanza veloce ed in pochi mesi si possono distinguere facilmente i sessi, aiutati dall’apparire di ocelli arancioni nella pinna caudale che rivelano i giovani maschi. Spero con quanto ho scritto di aver convinto parte di voi a tentare l’allevamento di questi piccoli grandi pesci.

Bibliografia:
Riproduzioni dei pesci d’acquario senza problemi. Primaris s.a.s.,
Milano.
A.A.V.V. (1983): Ciclidi americani. Editoriale Olimpia, Firenze

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