testo e foto di Giorgio melandri

Nove specie per cominciare a conoscere i ciclidi del Tanganica. La vasca, l'acqua, l'arredamento. Tutto quello che occoire sapere per partire con il piede giusto.

Incominciare, si sa, è sempre un po' complicato. Quando poi si parla con qualcuno che ha una certa esperienza sull'argomento le cose che lui si dimentica di dire sono in genere proprio quelle che chi non ha esperienza vorrebbe sapere. Banalmente, la temperatura dell'acqua, i valori chimici, come arredare la vasca, sabbia o non sabbia, che tipo di rocce o sassi, cosa mangiano in acquario i pesci con specializzazioni alimentari particolari, come caricare il filtro e, importantissimo, come scegliere i pesci e come abbinarli. Il modo migliore per affontare un interesse nuovo rimane comunque quello di leggere e documentarsi e spesso la voglia e la curiosità di sapere ci deve fare superare eventuali difficoltà legate alla lettura dell'inglese, oramai la lingua in cui vengono scritte tutte le migliori pubblicazioni in materia. In ogni caso questi libri hanno foto bellissime e si può imparare a distinguere e riconoscere i pesci. Potrà sembrare poco, ma invece è tantissimo. Ma vediamo gli argomenti con ordine.
La vasca. Grande! Può sembrare un consiglio banale ma la vasca grande non solo ci permetterà di tenere qualche pesce in più ma soprattutto ci permetterà di vedere i comportamenti naturali e più belli dei nostri pesci. Le vasche piccole sono più difficilmente gestibili e non permettono di tenere pesci che hanno comportamenti sociali o che comunque vivono in gruppi numerosi o addirittura in colonie. Questo non vuole dire che chi ha vasche piccole non possa tenere cilcidi del Tanganica, anzi molte specie sono proprio adatte a vivere in uno spazio limitato, ma semplicemente deve mettere in preventivo di goderseli meno di chi ha un acquario grande. Spesso la dimensione della vasca è un limite che ci diamo più per abitudine che per reali necessità. Le vasche grandi poi, se ce le costruiamo da soli o con l'aiuto di qualche amico, sono molto più economiche di quelle commerciali (attenzione però alle norme di sicurezza).


Petrochromis trewavase

Neolamprologus buescheri

Ophtalmotilapia heterodonta

Lepidiolamprologus nkambae

Cyprichromis leptosoma Jumbo Ktumba

Enantiopus melanogenis

Chalinochromis sp ndobnoi

L'acqua, il filtro e la tecnica. L'acqua del Tanganica ha alcune caratteristiche molto semplici da riprodurre: è molto trasparente e pulita, ha un pH elevato, sempre sopra agli 8.5, anche se diverso da habitat ad habitat (ad es. nelle zone più superficiali, dove l'acqua è più mossa e quindi l'anidride carbonica viene espulsa meglio, il pH è più elevato), una temperatura compresa tra 24 e 26 gradi ed una conducibilità di circa 450 microsiemens. Si possono aggiungere all'acqua i cosiddetti sali Tanganica per rendere le caratteristiche dell'acqua, sia come conducibilità che come composizione, più simile a quella del lago. Questo argomento sarà oggetto di un articolo in uno dei prossimi numeri della rivista. La cosa importante che dobbiamo tenere presente è che questo ambiente ha una stabilità come pochissimi biotopi d'acqua dolce al mondo e quindi i pesci che vivono in queste acque sopportano malissimo cattive qualità ambientali, cure discontinue e shock di vario tipo. A questo proposito vorrei consigliare a tutti quella che per me è una passione: il cambio continuo. Questa tecnica di ricambio dell'acqua consente di avere una qualità dell'acqua perfetta ed una stabilità eccezionale ed è l'unica via possibile per vasche sopra ai 1000 litri (per chi non lo sapesse si tratta di avere un apporto continuo di acqua nuova mediante sgocciolamento ed un troppo pieno che elimina l'eccesso d'acqua. In questo modo si riesce a cambiare anche il 10% dell'acqua ogni giorno senza fatica per noi e senza stress per i pesci).
Il filtro può tranquillamente essere caricato con argilla espansa da costruzioni anche perché il modo migliore per avere una buona qualità dell'acqua non è avere un filtro con delle potenzialità incredibili ma solo vasche non sovrappopolate. Un forte movimento d'acqua, che favorisca l'espulsione del CO2 e porti in alto il pH, è consigliabile, ma, a proposito di pH, ricordiamo che i cambi d'acqua evitano l'accumulo di acidi organici che tendono ad acidificare l'acqua.
L'arredamento. L'arredamento dipende moltissimo dal tipo di pesci con cui vogliamo popolare la vasca. In ogni caso dobbiamo tenere presenti le loro esigenze e rispettarle. Ci sono però alcuni criteri da seguire. Sul fondo è fondamentale collocare della banalissima sabbia di fiume che è reperibile a un costo irrisorio presso qualsiasi rivenditore dì materiale per l'edilizia. Questa sabbia va sciacquata e aggiunta alla vasca quando le rocce sono già sistemate. L'effetto estetico è sicuramente migliore di quello che si ottiene con il ghiaino (e poi in natura non si è mai visto un fondo di ghiaino!). Di più la sabbia rimane molto più pulita perché non fa passare detriti e residui organici che così finiscono nel filtro. E' buona norma popolare il fondo con lumache (Melanoidessp.) che lo manterranno mosso evitando che si creino zone anossiche e che sono un importante indicatore biologico del buon funzionamento della nostro sistema. Le rocce sono tutte adatte, anche quelle calcaree ed appunto queste ultime sono quelle che io preferisco. Per trovarle è sufficiente camminare lungo i fiumi. Con un po' di buona volontà possiamo raccoglierne di bellissime semplicemente con una bella escursione. In ogni caso si può visitare qualche rivenditore di marmo o di arredi per giardini e scoprire rocce bellissime che costano veramente poco. Queste rocce vanno sistemate sul fondo avendo cura di interporre tra loro ed il vetro uno strato di materiale isolante come fogli di poliuretano o neoprene. Un altro criterio di scelta importante è cercare di prendere rocce più o meno simili come forma, superficie e colore perché gli ambienti acquatici naturali sono in genere molto omogenei per quel che riguarda queste caratteristiche. Evitiamo anche arredamenti troppo chiari che spaventano e mettono a disagio i pesci. Tutte queste cose non vi saranno mai dette da un normale negoziante che in queste ultime righe ha già perso una gran parte dei suoi guadagni e che probabilmente inventerà mille fanta-stiche motivazioni per le quali invece è importante che lui riesca a vendervi sfere complicatissime, ghiaino introvabile e rocce uniche al mondo.

I pesci. Ci sono diversi modi per raggnippare i ciclidi del Tanganica: dividendoli per ambiente frequentato (roccia, sabbia, acqua libera, zona intermedia ecc..), per tipo di alimentazione (pesci che raschiano alghe, che sono predatori, mangiatori di conchiglie, che si nutrono di invertebrati, di zooplancton ecc..) per strategia riproduttiva (deposizione su un substrato, incu-batori orali di tipo materno, incubatori orali di tipo materno-paterno ecc....) o ancora per comportamento sociale (pesci che vivono in colonie, in coppie, soli, o anche pesci in cui le femmine vivono in gruppi mentre i maschi, nel periodo riproduttivo, diventano territoriali). In questo caso ho diviso i nove pesci che vorrei presentare in tre gruppi a seconda della dimensione minima della vasca adatta ad ospitarli. Ovviamente per ognuno di questi riporterò anche le caratteristiche alimentari, riproduttive e la descrizione della zona che frequentano in natura. Come detto in precedenza è assolutamente necessario conoscere queste caratteristiche per capire come arredare la vasca e come abbinare i pesci. Un argomento importante, per quel che riguarda tutti i ciclidi dei grandi laghi, è quello delle varietà geografiche che sono per quasi tutte le specie numerosissime. Nei 2000 chilometri di litorale del lago esistono variazioni di colorazioni e forme che delle volte sono anche difficilmente percettibili: è importante comunque rispettarle. Questo vuole dire che dobbiamo cercare di comprare pesci solo da chi ci sa indicare la zona d'origine del ceppo di partenza e fare attenzione alle risposte "sicure" di chi invece non ha nessuna idea di quello che vi sta dicendo. Inoltre dobbiamo cercare di comperare coppie o un piccolo gruppo perché difficilmente potremo ritrovare esattamente quella colorazione, quella varietà e quella forma.
Veniamo ai nostri nove amici facendo una breve premessa. Ho evitato di descrivere tra le specie adatte a piccoli spazi tutti i conchilicoli ossia a quei pesci che abitano i gusci vuoti, generalmente di piccole dimensioni e facilmente allevabili. Questo perché a questi pesci è già stato dediato l'articolo di A. Konings su AIC 2/95. Penso che il modo più sintetico e diretto per riportare tutte le informazioni che li riguardano sia organizzarle schematicamente:
vasche da 100 fino 150 litri
• Julidochromis ornatus-. questi piccoli ciclidi, che in acquario difficilmente superano i 10 cm, sono estremamente territoriali ed abitano la zona rocciosa più vicino alla superficie. Vivono in coppie e sono tra i cilcidi del Tanganica più facilmente reperibili. In acquario colonizzano la parte rocciosa meno esposta e depongono le uova in anfratti o fessure. Non sono incubatori orali e sono fortemente territoriali. Possono convivere bene con quasi tutte le altre specie a patto che possano occupare un territorio per la riproduzione che più o meno è a ciclo continuo. Non presentano particolari problemi alimentari.
• Neolamprologus caudopunctatus: ciclidi di piccola taglia, molto belli nella varietà di Kapampa (Zaire) (foto di copertina AIC 1/95), colonizzano, anche in acquario, la zona di confine tra la sabbia e le rocce. Qui scavano sotto ai sassi creando delle grotte dove depongono le uova. Vivono in coppie e normalmente sono molto aggreessivi nella difesa del territorio. La cure parentali si protraggono per circa tre settimane. Nessun problema con l'alimentazione.
• Altolamprologus calvus-. è uno dei pesci più belli e particolari del Tanganica e si trova nella parte sud ovest del lago. Vive in coppie e depone le uova in fessure tra le rocce dove la femmina, vista la forma
particolarissima molto compressa lateralmente e la piccola taglia, riesce a penetrare facilmente. Il maschio ha una forma identica ma una taglia superiore. Territoriale, non eccessivamente aggressivo, si nutre di picc-coli crostacei e avannotti di altri ciclidi che caccia nelle fessure a cui, grazie alla sua forma, riesce ad avere accesso. Ne esistono diverse varietà géografiche di cui una molto bella nera originaria della zona di confine tra lo Zambia e lo Zaire (Cameron Bay).
vasche da 150 a 350 litri
• Lepidiolamprologus nkambae. predatore di taglia media dalla livrea bellissima per il disegno che abita la zona rocciosa meno superficiale. In acquario difficilmente supera i 15 cm e si comporta in modo abbastanza tranquillo. Forma delle coppie in cui entrambi i sessi si dedicano alle cure parentali. Vi sono diverse varietà di colorazione ed addirittura non è ancora chiaro se L. nkambae sia o meno una varietà geografica di L. kendalli. L'acquario che ospita questi pesci deve assolutamente avere un coperchio per via della loro abitudine a scatti improvvisi e salti fuori dall'acqua.
• Neolamprologus brìchardi: forse il pesce più conosciuto e certamente uno dei più belli del lago. Vive in colonie e depone le uova sul substrato. Frequenta le zone rocciose più profonde ed è estremamente attivo nella difesa dei piccoli e del territorio. Per una descrizione dettagliata di comportamento ed abitudini potete leggere l'articolo sul complesso 'brìchardi'pubblicato su AIC 3/94.
• Enantiopus melanogenus-. bellissimo ci-clide psammofilo (cioè che frequenta ed è legato all'ambiente sabbioso) lungo circa 15 cm. I maschi, che normalmente hanno una colorazione mimetica, si colorano in modo eccezionale durante la riproduzione e formano colonie di centinaia di individui che costruiscono i loro nidi, larghi circa 50 cm, gli uni accanto agli altri. Le femmine ed i maschi sessualmente inattivi stazionano nei pressi della colonia e le femmine mature per la deposizione si avvicinano alla colonia dei maschi deponendo le uova con più di un compagno. La prima volta che ho visto uno spettacolo del genere, da Nereà a Parigi, sono rimasto impressionato dalla livrea dei maschi e dalla loro continua attività. L'incubazione delle uova e delle larve dura circa tre settimane e femmine anche giovani sono in grado di incubare 25 -30 larve. Come si capisce da questa descrizione questi pesci sono belli in gruppo e la vasca che li ospita deve necessariamente avere una zona sabbiosa molto estesa. Gli Enantiopus non prendono continuamente in bocca la sabbia del fondo per masticarla e separarla da tutto ciò che essa contiene di commestibile come le Xenotilapia in genere, ma cercano il cibo sulla superficie sabbiosa. Questa differenza di comportamento è deducibile anche dalla posizione e dalla forma della bocca che nelle Xenotilapia si apre in posizione completamente ventrale.
vasche sopra ai 350 litri
Cyprichromis leptosoma: impossibile non inserirlo tra le 9 specie più rappresentative del Tanganica. Questo pesce colonizza la zona di acqua libera in prossimità delle rocce ed è quindi a tutti gli effetti un pesce pelagico. Si nutre di plancton che cattura con la sua velocissima bocca protrattile. Incubatore orale di tipo materno, depone le uova nell'acqua libera, caratteristica che lo rende assolutamente unico. Vive in colonie di decine di migliaia di individui e va quindi tenuto assolutamente in gruppo.
Per maggiori dettagli potete rileggere l'articolo che gli abbiamo dedicato su AIC 1/94.
• Ophthalmotilapia ventrali!: un altro protagonista indiscusso della vasca Tanganica. Bellissimo e con un comportamento vivacissimo questo pesce corteggia le femmine con un rituale molto bello nuotando verso il nido' ed agitando le finte uova che ha all'estremità delle lunghissime pinne ventrali. Esistono di questo pesce numerosissime varietà dal blu, all'azzurro, al nero ed addirittura al giallo. Molto belle le cosi-dette varietà 'vvhite cap' diffuse lungo le coste tanzaniane del lago. In realtà il complesso 'ventmlis'è abbastanza articolato e vi sono popolazioni che forse in futuro verranno classificate come nuove specie. Lungo circa 15-17 cm, grande nuotatore, frequenta in natura la zona rocciosa più superficiale e si nutre mangiando la crosta di alghe e sedimenti ricca di invertebrati e piccoli crostacei che stacca dalle rocce (aufwuchs). Questo pesce è un incubatore orale di tipo materno. In acquario è preferibile tenere tre o quattro femmine ed almeno due o tre maschi (in vasche lunghe più di un metro e mezzo) in modo da poter osservare tutti i comportamenti: i corteggiamenti, ma anche le rivalità tra maschi. In questo modo i nostri pesci avranno anche livree più brillanti.
• Tropheus moorìi: un pesce bellissimo rispetto al quale è importante sfatare alcuni pregiudizi. Il primo è legato alla reperibi-lità nel normale circuito dei negozi che vendono questi pesci genericamente come moorìi senza mai specificare la zona di origine e quindi la varietà. Spesso si tratta di incroci o comunque di esemplari riprodotti in oriente che non avranno lunga vita in acquario. Questo è un pesce straordinario ma bisogna fare attenzione quando lo si acquista. Il complesso moorìi è composto da un'infinità di varianti geografiche ed anche in questo caso qualcuno ipotizza per il futuro una riclassificazione. Quindi evitiamo di comprare esemplari di dubbia provenienza, esemplari giovani con colorazioni vistose ed esemplari eccessivamente costosi. Inoltre questi pesci non andrebbero mai tenuti in coppia: la formazione minima dovrebbe essere un trio. Questo perché nelle comunità di T. moorìi si crea una gerarchia (alcuni autori sostengono il contrario) e gli esemplari dominati dovrebbero essere più numerosi degli esemplari dominanti per distribuire l'aggressività di questi ultimi costringendoli ad un'attività che gli permetta di mantenere la posizione gerarchica lottando senza accanirsi verso un individuo in particolare. Quindi, come avrete capito, questi pesci sono più gestibili se tenuti in gruppo e quindi, di conseguenza, dobbiamo tenerli in una vasca grande. Altro pregiudizio la credenza che questi pesci abbiano in acquario vita brevissima. Questi pesci, è vero, sono sensibili più di altri ad agenti patogeni intestinali ma la loro scarsa difesa dipende sempre dalla qualità dell'acqua e dalla dieta. Infatti questi pesci, che abitano la zona rocciosa più superficiale, brucano continuamente le alghe dalle rocce e sono provvisti di un intestino lunghissimo che rimane facilmente vittima di infezioni ed ostruzioni. La soluzione è nutrire questi pesci con cibi a base vegetale. Consiglia-tissimi i mangimi a base di spirulina. Da evitare assolutamente il 'chironomus' che è per i Tropheus una condanna a morte. Adatte invece le Anemia scongelate, ma di tanto in tanto e in quantità limitata. La riproduzione è molto semplice e l'incubazione è orale di tipo materno. La videocassetta 1994 dedicata ai Tropheus vi potrà dare informazioni più dettagliate

L'alimentazione dei pesci. Per alimentare i pesci correttamente è sufficiente somministrare una dieta molto varia ma sempre priva di alimenti derivai da animali a sangue caldo (ad es. cuore o fegato di bue), rispettare le varie specializzazioni alimentari ed evitare il 'chironomus' (in particolare per tutti i brucatori). Una buona illuminazione che favorisca la crescita di alghe è sempre indicata quando nella vasca sono presenti Tropheus e Petrochro-mis. A questo scopo possiamo favorire la crescita di alghe in alcune zone mediante l'uso di lampadine ad incandescenza. Si possono somministrare naupli di Anemia appena schiusi a tutti i pesci che si nutrono di zooplancton e si scoprirà che anche pesci come i Tropheus gradiscono questo piccolissimo cibo. Ricordo infine che una somministrazione di cibo al giorno o 2 o 3, ma in moderatissime quantità, sarà più che sufficiente per quasi tutti i pesci adulti. Non così, ovviamente, per i pesci in crescita.

Gli abbinamenti. Nelle vasche Tanganica (meglio se grandi!) sono possibili diversi abbinamenti di specie, ma perché i pesci siano tranquilli e si comportino in modo naturale è indispensabile che la vasca sia poco popolata. All'inizio è difficile non farsi prendere la mano e introdurre molte specie, ma col tempo si imparano ad apprezzare le vasche senza confusione. Un altro criterio importante è non comprare mai coppie singole, soprattutto di animali selvaggi. Come minimo, sempre che se ne abbia la possibilità, è opportuno comprare un trio (1 maschio e due femmine).
Come avrete capito si possono abbinare nella stessa vasca specie che non compe-tano per il medesimo spazio vitale e che non abbiano abitudini simili. Ad ogni modo una vasca sovrappopolata rimarrà una vasca con problemi di convivenza.

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