testo di Paolo Salvagiani

Nel lago Tanganica vive una comunità di ciclidi fra le più varie (circa 200 specie!) e interessanti del mondo. L'aspetto che più attrae gli acquariofili non è tanto la colorazione di questi pesci, spesso poco più che insignificante (con numerose clamorose eccezioni), quanto l'estrema complessità e variabilità dei comportamenti. Queste caratteristiche si manifestano in particolare al momento della riproduzione e schematicamente si possono suddividere questi ciclidi in due gruppi: incubatoli delle uova nella cavità orale e depositori delle uova su substrato. I primi a loro volta possono essere di tipo materno (Tropheus, Cyphotilapia, Enantiopus, Ophtalmotilapia, Cypricbromis...) oppure biparentale (Eretmodus, Xenotilapia, Gnatochromis...); i secondi utilizzano, a seconda delle specie, tutti i materiali a loro disposizione: crepe delle rocce (ffhalinochromis, Julidochromis...), super-fici scoperte delle rocce (Neolamprologus pulcher, N. sexfasciatus...), anfratti fra le concrezioni calcaree (Altolamprologus...), gusci vuoti di conchiglie (N. brevis, N. multifasciatus, N. ocellatus...), tunnel nella sabbia (N. signatus, N. kungweensis), avvallamenti della sabbia (7V. tetrachantus, Boulengerocbromis microlepis...). Gli incubatori orali di tipo materno non costituiscono coppie fisse e i maschi si accoppiano, o tentano di farlo, con varie femmine ogni giorno, quindi per attirare l'attenzione di queste, madre natura li ha forniti di livree molto colorate e vistose (dal punto di vista estetico sono i più bei pesci di questo lago). Gli incubatori orali biparentali e i depositori su substrato formano, almeno temporaneamente, coppie stabili nelle quali entrambi i partner contribuiscono alla cura dei piccoli e del territorio per cui hanno per lo più colorazioni mimetiche, ma comunque spesso gradevoli. Gli appassionati di questi pesci, per godere della varietà di comportamenti, cercano, di solito, di ricostruire nei loro acquari un biotopo, e vi immettono alcune specie che occupano nicchie ecologiche differenti. Come facilmente intuibile il limite a queste osservazioni è dato dalle dimensioni della vasca, più ampia sarà, più alto potrà essere il numero di specie che vi si potranno allevare, inoltre si dovrà tener conto di eventuali incompatibilità legate alle abitudini alimentari e alle dimensioni massime raggiunte dalle diverse specie. Una vasca di 400 litri di capacità potrà ospitare, ad esempio, sul fondo, nella zona sabbiosa, una famiglia di N. multifasciatus e un paio di coppie di Xenotilapia spilopterus, nella zona rocciosa una coppia di J. omatus e di una Altolamprologus calvus e nella, parte media e superiore della vasca, nell'acqua libera, una quindicina di Cyprichromis leptosoma. l'effetto cromatico sarà gradevole e le osservazioni numerose ed interessanti!

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