testo e foto di Corinne Toumi

Venerdì

Partenza dalla Francia : un giorno perso completamente... levatacela all'alba per arrivare alla capitale poi undici ore di viaggio con destinazione Antananarivo (Tananarive). Arriviamo alle 23 ora locale ( un'ora in più rispetto alla Francia). La giornata inizia bene: sono tra i primi passeggeri a scendere e non aspetto molto neanche per i bagagli. Certo, i doganieri sono un poco perplessi davanti alle tre casse di polistirolo : che non contengano derrate alimentari 'esotiche1? (tipo salumi...). Ma rimangono a bocca asciutta : nella mia borsa solo vestiti, medicine e materiale da campeggio. Nelle casse invece... bidoni e sacchetti vuoti. Poi una folla di facchini si getta sui miei bagagli e, visto il volume del materiale, il loro carrello è ben accetto. Anche i tassisti ci provano, ma la navetta dell'hotel mi salva in tempo. La corrispondenza parte il giorno dopo alla volta di Antsiranana (Diego Suarez) e nel frattempo devo riposare un poco. Passata l'agitazione ecco che mi accorgo con stupore di una cosa: fa freddo a Tana coi suoi 15 gradi! La camera dell'albergo 'Cavallo bianco' è molto sobria (né televisore, né radio), ma apprezzo molto la doccia con acqua calda e assaporo questi ultimi momenti cosciente di ciò che mi aspetterà!

Sabato

Una bella colazione, un piccolo giretto per i giardini attorno all'hotel e poi via, alla volta dell'aereoporto con la mia montagna di bagagli! La 'sorvolata' da Tana a Diego (di circa la metà dell'isola-continente) consuma praticamente tutta un'altra giornata. Non è un volo diretto e siamo al completo per cui devo tirare fuori tutti gli argomenti possibili per impietosire il personale e cercare di ridurre ad un peso ragionevole il mio bagaglio (dai 10 chili che avevo partendo da Parigi sono arrivata in ventiquattro ore a 17! ). Il tempo è molto nuvoloso (peccato, avevo preso posto vicino al finestrino), ma almeno la temperatura comincia ad aumentare. Allo scalo intermedio mi si presenta un bellissimo paesaggio : montagne e foreste stupende e poi chilometri di spiagge deserte ed il delta di un fiume che rende marrone l'acqua del mare.

Finalmente l'arrivo a Diego. Fa piuttosto caldo quando scendiamo, ma per fortuna una leggera brezza mitiga il tutto. E riconosco subito Jean-Claud, mia indispensabile guida che è venuto da Mahjunga con due assistenti. Andiamo a recuperare i bagagli e li stipiamo accuratamente in macchina in modo da non attirare l'attenzione di occhi indiscreti...

Dopo una disperata ricerca di un ufficio di cambio (alle 12.30 di sabato tutti gli uffici sono chiusi), cerchiamo di mangiare qualcosa. Per meno di 50000

MGF (1000 franchi malgasci = 1 franco francese circa), ci riempiono di bottiglie di acqua, frutta e pane per 5 giorni. Poi procediamo in direzione di Mahjunga-Tana; arriveremo fino ad Anivorano. Due parole sui posti di blocco della polizia: ce n'è uno ogni cinque chilometri, costituiti da 2 a 4 uomini in uniforme (blu come in Francia). Verificano le carte ed il carico dei furgoncini-taxi, guai se è troppo carico (e riguardo ai furgoncini di qui è propio un eufemismo!) e la multa è assicurata. Il bello è che la polizia di qui non è dotata di mezzi propi e si sposta...in furgoncino!

Le nuvole si fanno minacciose e mi accorgo che la tenda che ho portato non ha il doppio tetto e non è impermeabile! Ci accampiamo ai lati della strada principale vicino al giardino di una casa di cui Jean conosce i propietari.

Domenica

Alle 6.30 del mattino tutto è già pronto, si cambia l'acqua ai "Damba" (Paretroplus maromandia) che Jean ha pescato mentre da Mahjunga veniva a Diego e si parte. Il giorno prima a ristorante un avventore aveva cercato di dissuadere Jean: a suo parere era impossibile raggiungere Mosorolava senza una macchina 4x4! Ma Jean non si fermerà di certo, non ha fatto tutta questa strada per niente... In effetti la strada non aveva nemmeno le sembianze di un sentiero : era in uno stato impensabile, poteva somigliare a tutto tranne che ad una via transitabile... Piano piano, ma inesorabilmente, roccia dopo roccia, fossa dopo fossa, nel giro di tre ore e mezza... abbiamo percorso 22 chilometri! Appollaiata sul portabagagli mi godo estasiata il paesaggio, si intravede il mare oltre la boscaglia e le montagne, le risaie... e gli ostacoli sono ancora più impressionanti. La seconda parte del percorso ha una pista decente e Jean raccoglie anche degli autostoppisti: delle ragazzine che sono dirette come noi a Mosorolava (si pronuncia "m'sululav") dove c'è un generatore di elettricità e la televisione. Le fanciulle non sono mai salite sopra ad una automobile e nonostante il sorriso sono tese durante tutto il restante viaggio. L'arrivo al villaggio di un furgoncino e di una 'vasah' (bianca in malgascio) attira ovviamente molto I' attenzione. Jean in breve ha già riunito i pescatori locali, poi mentre cerchiamo di comunicare con il propietario del generatore si accorge di un problema che può darci molte noie: il serbatoio del furgoncino perde carburante goccia a goccia... Ma subito mi rassicura (con Jean non c'è mai problema...), ricordandomi che disponiamo di più di cinquanta litri di gasolio nei vari bidoni ed intanto tappa la piccola falla con... del sapone! Sembra incredibile, ma a veicolo fermo funzona benissimo. Abbiamo poi deciso di effettuare la pesca al "dridrimena" (si pronuncia 'dlidlimen'), nome locale del Paretroplus dami, la sera stessa. Il generatore servirà per caricare un dispositivo alquanto originale : sembra un piccolo bauletto ed in realtàè un radioregistratore con attaccate una torcia e due piccoli neon ! Il resto dell' equipaggiamento è costituito da una lampada a petrolio Petromax (efficacissima), dei secchi ed una rete da pesca che ha portato Jean (visto che nel villaggio non ce ne sono). Mentre aspettiamo che arrivi sera assisto ad uno spettacolo incredibile

nella 'sala cinematografica' del paese: una televisione appesa ad una parete ed un videoregistratore ben protetto sotto ad un telo, la platea è costituita da cinque lunghe panche appoggiate su dei pneumatici. Tutto il villaggio è presente per questa proiezione gratuita (quella ufficiale costa 1000 MGF) fatta in nostro onore, viene infatti trasmessa una parte del viaggio di Jean-Claude dell' ottobre 99!

Dopo cena sono completamente a pezzi e sento di dover riposare, in effetti ho abusato un po' troppo del sole della mattinata stesa sul portabagagli del furgoncino e poi il caldo e l'abitacolo saturo di gas di scappamento mi avevano dato il colpo finale ( il vento tirava nella nostra stessa direzione di marcia, ma un poco più veloce di noi...).

Lunedi

Sveglia di buon ora (il gallo si era appostato a due metri dalla mia tenda...). Approfitto dei cambi d'acqua per esaminare i frutti della pesca notturna. Ieri sera c'era luna piena e questo ci aveva sfavorito, i pesci erano molto più diffidenti e sospettosi. I dieci esemplari catturati sono tutti sotto i 15 centimetri, quindi di taglia ottimale per il trasporto. I pescatori locali sostengono che i Paretroplus dami possano superare i 30 centimetri e secondo Jean-Claude Nourissat a questa lunghezza devono aver raggiunto un' età veneranda, visto che gli esemplari che alleva nelle sue gigantesche vasche (di 6000 litri! ) hanno un ritmo di crescita molto lento. Durante la giornata non andremo a pesca e quindi ne approfitto per guardarmi attorno con calma e filarmela con la mia macchina fotograficalontano dal generatore, dal furgoncino (che pare abbia la batteria un po' scarica e bisogna ricaricarla spesso) e dai chiassosi gruppi di bambini. Mi metto ad esplorare il fiume li vicino (il Sahinana), che su un tragitto di meno di un chilometro presenta dei tratti molto vari. L'acqua è uniformemente torbida, c'è una calma distesa larga circa 20 metri (profonda un metro scarso), che poi passa in mezzo a grossi gruppi di sassi e forma delle piccole rapide larghe appena 3-4 metri. Delle lavandaie lavorano lungo una pìccola penisola di roccia piatta vulcanica e poco oltre il fiume sì divide in due rami. Nel braccio morto dominano le alghe filamentose e distese di Lemna minor (le 'lenticchie' d'acqua), con sicuramente una alta concentrazione di nitrati e fosfati e scarso ossigeno, ma questo non impedisce la presenza di piccoli avanotti di Tilapia (una varietà incubatrice orale molto adattabile). Il sentiero prosegue lungo l'argine e mi permette di intravedere in acqua le Aponogeton boivinianus ricoperte di alghe filamentose. Un bellissimo serpente acquatico mi sguscia tra le gambe troppo velocemente per poterlo immortalare (i serpenti della zona non sono velenosi e spero propio che sia vero!).

In una zona più accessibile ci sono tracce del passaggio di zebù e quindi mi trattengo dalla tentazione di raccogliere alcune piante, infatti, a parte il fatto che non saprei identificarle da sola, so che sono necessarie autorizzazioni speciali per esportarle fuori dal Madagascar ed in genere i permessi si limitano solo ai pesci. Per evitare tentazioni mi allontano un poco dal fiume e mi metto a scrutare con attenzione i rami più bassi della vicina boscaglia alla ricerca di camaleonti ed ho così fortuna da trovarne di due diverse specie. I Malgasci hanno paura sia dei serpenti che dei camaleonti per cui ho veramente fatto impressione mentre me li tenevo in braccio esaminandoli accuratamente. Dei bambini di un villaggio vicino, vista la mia temerarietà, mi conducono piuttosto impauriti dove hanno trovato uno di quei mostri, uno splendido esemplare verde fluorescente di una trentina di centimetri (e senza calcolare la coda! ). Alla fine riprendo la strada per il villaggio con tutte le mani ricoperte dai graffi dei piccoli adorabili draghetti, cercando con attenzione di evitare i cespugli di Taikilotra pieni di bacche ricoperte di peluria urticante, ma il vento la disperde nell'aria ed è piuttosto sgradevole la sensazione di pizzicore-bruciore su braccia e gambe. Scesa la sera partecipo alla nuova spedizione dì pesca al 'dridrimena' come spettatrice e portatrice di secchi. La maggior parte dei Paretroplus dami vengono catturati a mano e solo 3-4 con la rete, un secchio è dedicato alle Tilapia che interessano molto ai pescatori che ci accompagnano... La sfortuna ci perseguita : il vetro della lampada Petromax esplode letteralmente e ci manca poco che prenda fuoco la maglietta di uno dei pescatori! La pesca prosegue con la radio-lampada, ma la luna piena persiste e le catture languono...

Martedì

Niente pesca stamane, è il primo giorno di mercato dalla fine della stagione delle piogge, un avvenimento ! Cambiamo l'acqua ai pesci, due 'damba' (Paretroplus maromandia)non hanno sopportato i dieci giorni di trasporto e digiuno, gli altri stanno bene. Bighellonando lungo le rive del fiume incontro dei venditori in piccoli gruppi con carretti trainati da zebù e panieri colmi... e faccio scorta di banane fresche, sono veramente eccezzionali ! I pesci esposti in vendita sono tutti seccati al sole e sono solo di mare, infatti come ho già detto nelI' entroterra non ci sono reti da pesca (troppo care), individuo qualche piccolo tonnetto, ma non è facile identificare i pesci così trattati. Il pomeriggio, nonostante tiri vento (che secondo i pescatori non è favorevole alla pesca), il gruppo dei fantastici quattro torna alla carica ed il bottino è di 6 'dridrimena' catturati a mano. Ma la battuta dura poco, infatti nel tardo pomeriggio c'è lo spettacolo di combatimento di boxe malgascia, poi la sera proiezioni al 'cinema' e discoteca. Quindi la serata è persa ed inoltre Jean è un poco preoccupato, solo in seguito mi rivelerà che la sua inquietudine era dovuta al fatto che aveva notato diversi abitanti del villaggio piuttosto brilli e temeva per la macchina e le tende. Comunque la quota di pesci che si era prefissato di catturare era già stata raggiunta. Dimenticavo la questione della batteria...stamattina era completamente a terra, come fare? Impossibile ricaricarla con il generatore e zero macchine in vista (non è certo un luogo di grande viabilità...). Ma ancora una volta la fortuna ci arride, infatti a circa un chilometro c'è un... decorticatore ! una di quelle grosse macchine che servono a brillare il riso, azionato da una potente batteria. Haja (si pronuncia iatza)parte in bicicletta alla ricerca.

Mercoledì

Cerimonia del cambio d'acqua. Il 'dridrimena' più grosso (circa 25 centimetri) non ha superato la notte. Disponiamo i bagagli in modo che il furgoncino possa accogliere due passegeri a bordo per il tragitto ad Anivorano e Diego, intanto Haja parte di nuovo in bici per andare a recuperare la batteria della salvezza. Non riesco ad immaginare come abbia fatto a ritornare con un aggeggio di 20 chili sulla canna della bici ( pesante, lungo 50 centimetri e con una condizione di strada orribile...). Attimi di suspence, si smonta la batteria vecchia, ma la nuova non entra nel vano ed i fili di collegamento sono troppo corti ! Usando delle chiavi creiamo un ponte, si fa contatto... Vìa ! Non avrei mai pensato un giorno di essere felice di farmi avvolgere da una nube puzzolente di diesel... Allah Akbar ! (siamo in un villaggio mussulmano...)il motore è partito.

Nuove emozioni sulla strada del ritorno per superare gli ostacoli, un sali e scendi su blocchi di pietre ! Credo che i partecipanti al 'Carnei Trophy' non avrebbero poturo fare di meglio, infatti i loro 4X4 non sono molto più alti del Mercedes 308. Prendo in giro Jean chiamando la nostra spedizione 'Camaleonte Trophy'e se avete avuto occasione di osservare le acrobazie che compiono i camaleonti sugli alberi capirete la battuta... Tutto il gruppo è impegnato, calcolare i punti esatti su cui passare, aggiungere una pietra da una parte, spianare la terra dall'altra, rinforzare un ponte con dei tronchi...ed intanto ho il tempo di raccogliere gusci di lumaca vuoti per i miei conchigliofili (Neolamprologus caudopunctatus, Altolamprologus 'Sumbu'...). Mi guardo attorno per vedere se ci sono dei Lemuridi, che non dovrebbero esserci in questa regione, ma che l'anno scorso sono stati visti qui da Jean e da Patrick de Rham. Ed invece vedo solo un boa che attraversa la strada poco avanti, è lungo un metro abbondante e vado a sollecitarlo nel passaggio prima che gli altri lo vedano. Arriviamo ad Anivorano nel tardo pomeriggio e ci portiamo in direzione del ruscello della zona per... lavare la macchina ! Nel piccolo corso d'acqua, che somiglia più ad uno stagno vista la scarsa corrente, intravedo lungo la riva degli avanotti. Di cosa? Possibile siano di Tilapia? E poi è strano, ce ne sono di varie dimensioni. Guardo meglio e scopro che sono...guppies ! Avendo l'abitudine di osservare i pesci in vasca non mi riusciva facile identificarli dall'alto... Ecco un'altro mito che cade, quest'acqua è piuttosto tenera e non propio stagante : i guppies nuotano egregiamente, del tutto privi di ingombranti pinne a velo ! Ci accampiamo nello stesso posto dell'andata.

Giovedì

Sveglia presto, rifornimento d'acqua da usare il giorno dopo e cambio di quella dei pesci e subito si parte in direzione Diego. Arriviamo verso mezzogiorno, giro della città per vedere la baia ed il porto, poi ci fermiamo in uno spiazzo davanti ad un edificio in stile coloniale classico. Mentre i ragazzi si mettono a riparare alcuni danni del mezzo e vanno a comprare una batteria nuova (che dovrà essere messa in carica prima dell'uso)io mi metto a gironzolare per il paese. Un ultimo giro al mercato (pepe, banane essiccate...), l'acquisto delle classiche tee-shirts da regalare, qualche foglio di francobolli e poi rientro alla base.

Dopo aver trangugiato l'ultimo pasto a base di riso incomincia a cadere una pioggerellina fine ed io inizio a desiderare ardentemente un albergo. Senza troppi indugi dopo poco sono davanti ali' hotel Fiantsilaka... c'è una doccia, un bagno, viva la civiltà !

Venerdì

Per me il viaggio sta per terminare, ma non per gli altri : Jean, Haja-il-bianco e Haja-il-nero (sono i soprannomi che si sono dati)hanno ancora quattro giorni e tre notti di cammino senza soste. Visto la stato disastroso delle stade qui si impara rapidamente a ragionare in termini di strada e non di distanza... Mahjunga in linea d'aria non è molto lontana da Diego, ma per strada occorre circa una settimana.

Madagascar...

Se questo tipo di spedizioni vi piace, allora contattate Jean. Non sarete obbligati ad andare a pesca, potrete anche solo 'usufruire'della sua vasta esperienza : pianificate un itinerario e lui se può ve lo realizzerà. Il suo 'camion'è dotato di cinque file di seggiolini da tre posti, più due posti di fianco al guidatore, ma il mio consiglio è di non andare in più di quattro calcolando il posto per le provviste e gli accompagnatori. Avrete a disposizione un mezzo con un conducente-guida-interprete di una gentilezza, competenza e pazienza senza pari. A voi spetteranno le spese di rifornimento (alimenti, carburante)e quelle del propio albergo. Si può liberamente scegliere tra fare campeggio o dormire in hotel, ma privandovi della tenda limiterete la vostra libertà di azione...

Quindi, se amate:

i cambiamenti, le sorprese, i paesaggi magnifici e selvaggi, le foreste, le scoperte, gli imprevisti siete adatti a partire per una meravigliosa avventura in Madagascar, al contrario: se la vostra idea di viaggio contempla tutti i confot moderni (letti a molle, doccia, bagno, acqua potabile in abbondanza)e l'ozio; se non sopportate gli animaletti (zanzare, mosche, blatte giganti, aracnidi, serpenti, camaleonti e topi); se il minimo imprevisto vi stravolge la giornata; se la vita selvaggia vi fa venire l'eczema; se richiedete tre pasti fissi a orari regolari; se per voi è fondamentale abbuffarvi; se il vostro palato non apprezza riso e pesce secco affumicato... allora scordatevi del viaggio, non specate energie e optate per Nosy-bè, isola turistica con tutti i confort dove potrete avere foie gras a tutti i pasti... Nel caso partiate dotatevi di lozioni anti-zanzara e di pastiglie per la disinfezione dell'acqua. Se siete degli amanti del buon caffè prima di partire incominciate a berne del tipo liofilizzato in modo da abituarvi gradatamente al cambiamento. Riempite per l'andata le vostre valige di medicinali e vestiti da regalare, al ritorno sarete completamente stipati di prodotti artigianali locali... A titolo di informazione, Jean da tempo accoglie ed aiuta dei bambini abbandonati e certo sia lui che i suoi bimbi vi sarebbero grati se poteste liberarvi di quei vestiti che non usate più e che si accumilano nei vostri armadi...

Non pensate di utilizzare chincaglieria (del tipo smalto da unghie) come mercé di scambio, si trovano anche lì! Piuttosto, per fare un esempio, saranno molto apprezzati dei bidoncini vuoti (tipo quelli per combustibili) da usare come tegami. Buon viaggio!

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