testo e foto di Giorgio Melandri

"Saranno centomilal". Fin da piccolo sono rimasto affascinato dal numero enorme di piccoli esseri che in modo miracoloso, o almeno così mi sembrava, riuscivo a raccogliere con una calza o una rete ed un po' di buona volontà . L'attrazione per tutto quello che sta nell'acqua mi ha sempre spinto a curiosare nei fossi, nelle buche, nelle basse maree alla ricerca di quei piccoli movimenti. Questo gioco mi ha portato pian piano ad incontrare la natura del mio territorio, a cercare di informarmi sugli ambienti, sulla fauna e sulla flora e ad avere per l'ambiente l'attenzione che solo una frequentazione ed una conoscenza può innescare. Il senso di questo articolo è dunque quello di raccontare il profondo legame che può instaurarsi con il nostro territorio, del piacere che questo legame può darci e di come il cibo vivo possa essere un bellissimo pretesto di incontro. Il titolo viva le gite vuole sottolineare questo e, a titolo informativo, ho inserito prima della bibliografia un elenco di biotopi delle zone umide della mia provincia ed alcuni indirizzi utili. Anche se in alcuni di questi non è consentito toccare piante ed animali e dunque non si può raccogliere cibo vivo la visita a questi ambienti unici, primi fra tutti la foresta allagata di Punte Alberete e l'antica Salina di Cervia, può veramente aprirci orizzonti nuovi.

Perché il cibo vivo. Non mi è mai piaciuto vedere i miei pesci abbandonare ogni attività (o anche ogni riposo!) e accorrere in alto, in gruppo, scodinzolanti intorno al punto in cui di solito somministro il mangime. Preferisco vederli senza essere visto che difendono il territorio, che corteggiano, che nuotano e che cacciano. Abbiamo scritto tante volte che ci piace conoscere i comportamenti dei nostri ospiti, ci piace vederli fare esattamente le cose che fanno in natura e per questo ci preoccupiamo di riprodurre in acquario tutte le condizioni che permettono questi comportamenti. Quando penso al cibo vivo, fin da quando ero piccolo, penso ai pesci che cacciano. Se pensiamo che la ricerca del cibo, spesso dunque la caccia, è l'attività prevalente dei nostri amici in natura, capiamo che risolvere il problema con una manciata di cibo secco una o due volte al giorno è veramente terribile. Credo che questa sia la ragione fondamentale per cui ho sempre avuto una gran passione per il cibo vivo: mi è sempre piaciuto vedere i pesci cercare sul fondo, vederli frugare ogni angolo, vederli cacciare e mangiare in modo naturale. A questa motivazione si aggiungono1 quelle più classiche, forse già sentite tante volte: il valore nutrizionale, la presenza di sostanze stimolanti e l'importanza di somministrare un cibo che non ha avuto da parte dell'uomo nessuna trasformazione e nessuna mediazione.

Ho spesso sentito sconsigliare l'uso del cibo vivo, anche se poche volte ho sentito argomentare a fronte di esperienze dirette, perch é con l'introduzione del cibo si possono introdurre in acquario vari tipi di parassiti, da parassiti intestinali a crostacei parassiti. E' chiaro che una certa attenzione ed una certa conoscenza degli organismi che introduciamo è necessaria, ma alla fine 10 credo che i benefici siano senz'altro superiori agli svantaggi e tutto sommato quasi mai si corrono grossi rischi. Più spesso sono gli acquariofili a fare i danni maggiori somministrando cibi proteici ad animali fitofagi o anche sovralimentando i pesci nel momento in cui dispongono di cibo vivo.

Un ultima precisazione riguarda una critica che qualche volta ho ricevuto, ultimamente mentre somministravo innocentissime gambusie a quattro fameliche Crenicichla sp. Xingu I che, senza farsi pregare, le inseguivano e le ingoiavano intere. La critica, avrete già capito, parte con il "poverine!" e va avanti più o meno sullo stesso tono, ma contiene anche alcune considerazioni che alle volte mi hanno fatto riflettere. In ogni caso credo che nel rispetto per la natura che vorrei sempre avere trovo naturale rispettare le regole base che la natura ha stabilito. Innanzitutto che sempre esistono ammali predatori ed animali predati, in una successione nota a tutti come catena alimentare. Nessuno ha mai pensato che ci sia cattiveria in questo meccanismo dove la piccolissima dafnia ha esattamente la dignità della ben più grande Gambusia. Un'altra regola che conosciamo è che in un qualsiasi biotopo non è fondamentale un singolo individuo, ma sono invece fondamentali i rapporti (anche numerici!) tra i gruppi di abitanti, 11 numero di esemplari che compone una certa popolazione e la necessità che ogni specie provveda a vivere-predare e però anche a fornire individui-prede ad altre comunità più in alto nella piramide alimentare in un meccanismo di competizione che permette l'evoluzione e che si mantiene sempre in equilibrio. Quello che dobbiamo fare, raccogliendo cibo vivo, è cercare di rispettare questo equilibrio realizzando un prelievo sostenibile per quella popolazione e quel biotopo in particolare. La nostra capacità nel capire questo limite dipende dalla nostra cultura ed è per questo indispensabile cercare di sapere più cose possibile sugli ambienti che frequentiamo. Ci sono in particolare situazioni in cui, paradossalmente, il nostro intervento può sembrare benefico ed è quando ci troviamo di fronte ai cosiddetti boom demografici (ad es. con dafnie e artemie). Questi boom diventano presto insostenibili e si concludono generalmente con un collasso demografico che noi, con il nostro intervento, o scongiuriamo o ritardiamo; ricordiamo invece sempre che in ogni caso incidiamo su un processo naturale modificandolo.

Attrezzatura. Uno o due box di polistirolo, un po' di reti con il manico lungo, un secchio, qualche vaschetta, i sacchetti, gli elastici, un po' di vassoi .... ecco che abbiamo già riempito la macchina. E poi mancano ancora gli stivali! Purtroppo però alcune cose, come ad esempio i manici lunghi nelle reti, sono assolutamente necessari anche se si può semplificare l'attrezzatura con qualche idea buona. Ad esempio, nel caso delle reti, si può mettere nello zaino un po' di nastro isolante che ci permetterà di usare qualche ramo trovato sul posto. Idee e bricolage sono fondamentali per organizzare una buona attrezzatura, anche perch é spesso non riusciamo a comprare già fatto ciò che ci serve. Per fare un buon esempio ho inserito tra le foto quella della mia rete da artemie che è realizzata con un guadino a manico telescopico e bocca in alluminio (si può comprare in qualsiasi caccia e pesca) la cui rete nera a maglie larghe, molto robusta, è stata usata come supporto e come protezione per la rete più fine che ho realizzato con le pareti in tulle e con il fondo (circolare e piatto!) in organza sintetica. E' chiaro che una rete così non esiste in commercio ed è quindi indispensabile autocostruirla. La nostra attrezzatura sarà pian piano adattata agli ambienti che frequentiamo ed alle nostre abitudini. Ci piacerà col tempo progettare qualche nuova rete, capire che i secchi con i coperchi sono molto più comodi degli altri, inventare o adattare qualche contenitore da trasporto o inventare qualche tecnica di cattura. Impareremo anche ad utilizzare oggetti quotidiani come barattoli da frigo, filtri e colini. In ogni caso l'attrezzatura fondamentale non è così varia anche se ci sono alcuni strumenti particolari che vorrei citare. I primi in assoluto sono degli strumenti di misura: termometro, pHmetro, conduci-metro e densimetro. Ogni volta che frequentiamo un biotopo possiamo fare queste quattro misure ed annotare i dati su un piccolo quaderno: avremo nel tempo moltissimi elementi utili a conoscere i vari ambienti e a capire le loro stagioni. Ricordiamo anche che alle volte le nostre osservazioni potrebbero essere utili ad un'attività di controllo e sorveglianza dell'ambiente. A proposito di osservazioni è importante che mettiamo nello zaino una lente (o un lentino da tipografo) ed alcune pipette di vetro che probabilmente sono gli strumenti più importanti per maneggiare gli organismi d'acqua dolce. Sono essenziali per trasferire piccoli volumi d'acqua contenenti organismi piccolissimi o molto delicati e per molti altri usi. In poco tempo si imparerà ad usare la pipetta con grande familiarità (le più facili da usare sono quelle con un bulbo di 3- 5 mi ). Le pipette dunque sono utilissime, ma pur-toppo non è possibile comprarle già fatte. Costruirle però non è molto complicato: si possono acquistare i tubi di vetro e i bulbi in qualsiasi negozio di attrezzatura da laboratorio. Si taglia il tubo in pezzi da circa 20- 25 cm in modo che da ognuno di questi pezzi sia possibile ricavare due pipette. Si ruota lentamente uno di questi pezzi tenendo la parte centrale su una fiamma. Quando il vetro così riscaldato sarà diventato molle nella parte centrale si toglie dalla fiamma e si tirano le due metà lontano con dolcezza seguendo una linea retta. Se tutto funziona bene la parte riscaldata si trasformerà in un sottile collo cavo. Quest'ultima è la parte che richiede una certa abilità , ma già dopo 2 o 3 tentativi saremo in grado di costruire le nostre pipette. Quando il vetro si è raffreddato potremo tagliarlo alla lunghezza desiderata e rifinire la parte rozza riscaldandola fino a che lo spigolo diventerà liscio. Per finire la parte relativa all'attrezzatura vorrei parlare di tre strumenti particolari. Il primo è il retino a raschietto che è un retino piccolo con un bordo dell'intelaiatura metallica affilato. Questo retino è utile per campionare superfici solide; usatelo però con grande attenzione e discrezione. Il secondo strumento è utile per guardare sotto la superficie dell'acqua ed è la scatola a tenuta d'acqua (o anche un secchio col fondo di vetro) che fornisce un'ottima visione subacquea anche se con un campo visivo limitato. Chiunque, mediamente abile nei lavori manuali, non dovrebbe incontrare nessuna difficoltà a costruirne una: lo scopo principale è quello di posizionare una superficie di vetro tra l'acqua (ma in contatto con essa) e l'aria, che fornisca una visione ininterrotta priva di increspature e riflessi. Il terzo strumento è un retino da plancton. Questo retino, non è altro che una borsa di rete a forma di lungo cono montata, nella parte larga, su una montatura circolare con un contenitore di vetro o di plastica all'altra estremità . Questo fondo rigido e cieco raccoglie tutti i delicati organismi indirizzati dalla rete proteggendoli ed evitando che vengano schiacciati quando togliamo la rete dall'acqua. La maglia ideale per questo tipo di rete è 0,3- 0,8 mm mentre l'apertura corretta, per i retini montati su un manico, è di circa 10, 15 cm . I retini usati a rimorchio possono invece essere più grandi.

Trasporto e conservazione. Durante le nostre battute avremo spesso buoni raccolti, soprattutto quando avremo imparato a conoscere luoghi e stagioni. L'esperienza ci insegnerà a trasportare solo la quantità di animali che siamo in grado di trasportare correttamente, non uno di più !, e ad evitare di sovralimentare i nostri pesci nel momento in cui disponiamo di cibo vivo. Una tecnica che utilizzo spesso è quella di tenere viva solo la quantità di cibo che ritengo possa essere consumata nel giro di qualche giorno e di sistemare il resto nei contenitori già adatti per il freezeer. Ad esempio quando raccolgo le gambusie con pochissimo sforzo riesco a raccogliere anche un kg di pesci. In genere mantengo vivi un centinaio di individui, mentre sistemo nei vassoi di alluminio tutti gli altri. Questa immediata sistemazione evita successivi schiacciamenti e manipolazioni che potrebbero danneggiare il nostro prezioso raccolto. Questi vassoi vanno poi sistemati in un box di polistirolo raffreddato con alcuni elementi da frigor portatile o da un sacchetto di ghiaccio che potremo richiedere in qualsiasi bar sulla strada. Arrivati a casa il congelamento deve avvenire nel minor tempo possibile e per ridurre questo tempo occorre fare attenzione a non inserire una grossa massa 'calda' in freezeer (tra l'altro per non alterare troppo la temperatura degli alimenti già congelati). Non è invece possibile preparare sul campo le artemie perch é l'acqua molto salata abbassa il punto di congelamento tanto che qualche volta a -18 C lo strato di artemie è solo appena ghiacciato.Questi crostacei vanno quindi sempre risciacquati in acqua dolce per questa ragione. Abbassare la temperatura durante il trasporto è una buona tecnica anche per il trasporto degli animali vivi che così rallentano il loro metabolismo e godono anche di una maggiore quantità di ossigeno in soluzione. Si possono allestire grosse vasche all'aperto per conservare vivo il bottino delle nostre battute. Questi ambienti ad hoc., acqua salata per le artemie, acqua nera per dafnie e copepodi, acqua leggermente salata per gambusie e gamberetti, diventeranno per noi veri e propri allevamenti di cibo vivo e ci permetteranno di capire meglio l'andamento stagionale del ciclo di alcune specie.

I torrenti di ed i fiumi. Questi sono tra gli ambienti meno ricchi per quel che riguarda la possibilità di raccogliere cibo vivo. Questo non vuole dire che non possiamo trovare qualcosa per i nostri amici, prime fra tutte le chicciole che sono abbondantissime soprattutto nei fiumi. Questi gasteropodi sono indispensabili per alcuni Ciclidi specializzati come ad esempio parecchi Haplochromis del Vittoria. E' opportuno fare molta attenzione alle chiocciole perch é queste sono spesso l'ospite intermedio di vari vermi parassiti, soprattutto dei platelminti digenei. In particolare le metacercarie (uno stadio che precede la vita adulta) di Diplostomulum vivono come parassiti all'interno degli occhi dei pesci. Questi parassiti sono visibili esternamente come una nebbia grigia nella pupilla e portano il pesce alla totale cecità . Se è possibile dunque raccogliamo solo esemplari di Lymnaea stagnalis che raramente viene infettata. In questi ambienti, ma non solo, sono abbondanti le ninfe delle effimere, graditissime ai nostri ospiti. Questi insetti belli ed eleganti, dalla vita adulta brevissima (come ci dice il loro nome) sono facilmente riconoscibili per le lunghe appendici terminali e per il profilo arcuato e caratte-ristico. Le ninfe hanno un aspetto delicato e come gli adulti sono riconoscibili per le lunghe appendici. Anche il loro modo di muoversi, fatto di scatti molto veloci, ce le fa individuare immediatamente. Questi insetti hanno un periodo di crescita, dal primo all'ultimo stadio, lungo da due mesi a due anni a seconda delle specie che in alcuni casi hanno 27 diversi stadi evolutivi. Le ninfe sono presenti tutto l'anno (anche se in alcune specie sono le uova lo stadio di svernamento) mentre gli adulti scompaiono nei mesi più freddi. Questo cibo è graditissimo ai pesci e non casualmente molte delle esche artificiali per la pesca a mosca sono riproduzioni di ninfe delle varie specie. Le ninfe raramente nuotano libere e vivono, a seconda delle abitudini delle varie specie, muovendosi sul sedimento, tra i sassi e i detriti o tra la vegetazione sommersa.

La fascia di marea e la pescheria. Nella fascia di marea, durante la bassa marea, è possibile raccogliere un gran numero di bivalvi: telline, cannolicchi e vongole. I cannolicchi si raccolgono con il caratteri-stico ferro mentre gli altri bivalvi possono essere raccolti setacciando la sabbia. Nella sabbia delle maree è anche possibile trovare alcuni vermi citati genericamente come arenicole ed usati dai pescatori come esca. A loro si può chiedere qualche consiglio sulla raccolta che normalmente viene effettuata muovendo la sabbia con la vanga fino a oltre 40 cm di profondità . Oltre a qualche consiglio sui metodi di cattura, i pescatori ci sapranno dare le informazioni relative ai luoghi di raccolta. In Emilia Romagna questi vermi vengono chiamati tremolina, arenicola, saltarello e muriddu (quest'ultimo più duro e grosso) a seconda della specie. Le pareti sommerse dei porti invece, sono ricche di gamberetti che è facillissimo raccogliere con una rete rettangolare a manico lungo. La pescheria, tra mazzole, orate e sgombri offre anche parecchie cose utili all'alimentazione dei nostri pesci: cozze e vongole, gamberetti freschi, nodini, acquadelle e nei mesi consentiti il migliore dei cibi reperibili in pescheria: i bianchetti (o uomini nudi). Una visita vale sicuramente la pena.

Le acque salmastre e le zone adiacenti le saline. In queste zone sono abbondanti le artemie e dunque si tratta di biotopi molto interessanti per il ciclidofilo. Dove l'acqua è meno salata (ricordate che alle volte la densità in questi ambienti è fino a 7-8 volte quella del mare) si possono trovare anche piccoli pesci come Aphanius fasciatus e parecchi gamberetti e gammarus. Le artemie vanno raccolte nei momenti in cui sono più numerose e cio è in genere tra aprile e giugno e tra settembre e ottobre. In questi mesi possono essere così abbondanti da colorare l'acqua di rosso e una battuta di pesca può fruttarne fino a 10 kg . Le artemie vanno trattate come descritto in precedenza e in piccoli vassoi possono essere conservate vive in frigorifero per tre o quattro giorni. Una parte di questi crostacei può essere usata per avviare un allevamento casalingo possibile anche in piccole vasche in plastica da 300- 400 litri da sistemare all'aperto. Il densimetro e il termometro ci aiuteranno a capire meglio il ciclo stagionale di questo crostaceo e a capire i meccanismi dei biotopi che frequenteremo. Ricordo che la raccolta delle artemie non è consentita all'interno delle saline di stato.

Le acque ferme: fossi, stagni, acquitrini, buche. Questi ambienti sono quelli più ricchi di risorse per noi. Ci vorrebbero 100 pagine per descrivere in dettaglio tutti gli animali, tutte le tecniche di cattura e tutte le particolarità di questi ambienti. In questo caso semplicemente parlando di dafnie, tubifex, larve di culicidi (Culex), larve di chironomidi e larve di Chaoborus vorrei riuscire a trasmettere quello che secondo me deve essere lo spirito di chi raccoglie cibo vivo in questi ambienti così ricchi di vita. Una buona guida come La vita nelle acque dolci (v. bibliografia) è assolutamente indispensabile per fare esperienza in questi biotopi.

Dafnie. Con questo termine si indicano genericamente le dafnie, i cladoceri e altri piccoli crostacei come i copepodi (tra cui i famosi Cyclops) che sono raccolti insieme alle dafnie vere e proprie. I copepodi, riconoscibili facilmente per via delle due sacche di uova che le femmine (sempre più numerose dei maschi) portano attaccate all'addome e per via della presenza di un solo occhio, si possono suddividere in due gruppi: le forme a vita libera e le forme parassite. Il primo gruppo è quello che ci interessa e che cattureremo in abbondanza insieme alle dafnie nell'acqua libera dove non dovremo temere di raccogliere copepodi parassiti, soprattutto nelle pozze e nelle raccolte d'acqua temporanee o nell'acqua dove non sono presenti pesci. Le dafnie, comuni nelle acque ferme ricche di elementi organici, sono presenti quasi tutto l'anno, ma sono molto abbondanti in primavera ed in autunno. Le popolazioni primaverili schiudono dalle uova invernali (che resistono all'esicazione ed al congelamento) e sono composte esclusivamente da femmine che si riproducono molto rapidamente per partenogenesi. Più avanti, quando l'inverno si avvicina o in situazioni sfavorevoli, compaiono i maschi che fecondano le uova invernali. Queste uova presentano un ispessimento esterno e vengono abbandonate dalle femmine con la muta. Le dafnie possono essere raccolte con reti di calza o reti a maglia molto fine che, neanche a dirlo, dovremo autocostruirci. La grandezza delle reti, così come la loro forma e dimensione dipende dall'ambiente in cui effettueremo la pesca anche se normalmente un manico lungo è utile in ogni caso. Le dafnie possono essere così abbondanti da consentire un raccolto anche di 4 o 5 etti che si può congelare in piccole lastre utilizzando dei vassoi di alluminio. Chiaramente, se è possibile, è meglio somministrarle vive anche se il trasporto di grandi quantità di animali vivi risulta problematico per l'enorme quantità di ossigeno che questi crostacei consumano. Lo spettacolo dei nostri pesci che predano le dafnie, soprattutto per quel che riguarda i Cyprichromis, è secondo me eccezionale.

Tubifex. Questo è il cibo in assoluto più sconsigliato tra quelli utilizzabili in acquariofilia anche se per quel che mi riguarda invece posso riportare solo esperienze molto positive. Spesso ho sentito sconsigliare questo cibo perch é i tubifex sono presenti in abbondanza in ambienti inquinati sia a livello chimico che a livello organico. Ho sempre pensato che se è questo il problema basta raccoglierli in ambienti sani dove sicuramente sono meno abbondanti, ma dove però troveremo tubifex che potremo usare con grande tranquillità e grande soddisfazione. Questo è un cibo poco adatto a pesci fitofagi, ma eccezionale per tutti i predatori e per tutti i Ciclidi che non hanno una dieta povera di proteine. La crescita che si ottiene alimentando gli avannotti con i tubifex non è paragonabile a quella ottenuta con qualsiasi altro cibo. I tubifex sono vermi di piccole dimensioni con un diametro compreso tra 0,5 e 1,5 mm , lunghi da 10 a 70 mm , traslucidi con un colore rossastro dato dal sangue visibile in trasparenza e con la caratteristica di contrarsi in strette spirali se disturbati. I tubifex si raccolgono o cercando nel fango con le mani le palline-agglomerati che questi vermi tendono a formare, o setacciando il fango con una rete fine abbastanza da trattenere i vermi, ma sufficientemente larga da eliminare la maggior parte dei detriti e delle particelle di fango. I tubifex così puliti tendono a formare una grossa massa compatta escludendo foglie ed altri residui. Questi vermi vanno conservati preferibilmente con il loro fango in un recipiente dove comunque vi sia un ricambio d'acqua significativo (ad. es. con un goccia a goccia) e consumati entro una settimana dalla raccolta.

Larve di Culex, larve di Chaoborus. Le larve e le pupe di questi insetti ( la Culex è la comune e fastidiosa zanzara!) vivono nell'acqua libera. Le larve di Chaoborus sono trasparenti e si mantengono orrizzon-tali a mezz'acqua mediante due sacche d'aria interne poste alle due estremità del corpo. Queste due sacche e la postura caratteristica ci consentono di individuarle immediatamente. Gli adulti sono simili ai chironomidi dai quali si distinguono per la venatura delle ali. Le larve e le pupe delle Culex stazionano sempre appena sotto la superficie dell'acqua a cui restano appese mediante il tubo respiratorio caudale obliquo che le costringe alla caratteristica posizione inclinata. Le larve e le pupe (le pupe sembrano delle piccole virgole) se disturbate nuotano velocemente verso il basso con un violento contorcimento e si nascondono tra i detriti. E' inutile rincorrerle anche perch é riusciremmo solo a raccogliere detriti. Le larve vanno catturate o in superficie o nel tragitto verso il fondo. Alle volte sono così abbondanti che avremo la tentazione di conservarle vive e consumarle pian piano; attenzione però allo sfarfallamento che avviene in genere dopo tre giorni da quando compaiono le pupe. Queste larve vanno raccolte molto semplicemente passando una rete fine nell'acqua e vanno cercate dappertutto, anche in raccolte d'acqua piccolissime. Queste larve hanno anche il pregio di rimanere sempre presenti ai pesci dato che non si insabbiano sul fondo ed è quindi impossibile che vengano fatti degli avanzi.

Larve di chironomidi. I chironomidi adulti assomigliano alle normali zanzare anche se questi insetti non sono ematofagi ed facile distinguerli dalle culex soprattutto per via delle antenne piumose dei maschi. Questi insetti sono molto comuni nelle zone umide dove verso il tramonto formano enormi sciami che volano in prossimità dell'acqua. Mi è capitato alle volte, soprattutto nelle valli di Comacchio o nella pineta di S.Vitale a Ravenna, di essere impressionato dalla quantità di chironomidi nell'aria e di dovere scappare via per non trovarmene ricoperto. Ovviamente in queste zone sono molto abbondanti anche le larve che vivono nel fango del fondo anche dove l'ossigeno è molto scarso. La capacità di sfruttare anche ambienti poveri di ossigeno (il colore rosso delle larve è dato da una sostanza simile all'emoglobina che permette alle larve di vivere in sedimenti poverissimi di ossigeno) fa si che questi insetti possano colonizzare ambienti dif icili per le altre specie. Per questo dobbiamo fare attenzione perché appunto possiamo trovare le larve in ambienti inquinati o compromessi. Le larve e le pupe, riconoscibili per il ciuffo bianco, si raccolgono setacciando il fango del fondo o, dove sono pi ù abbondanti anche passando il retino nell'acqua libera dove queste larve si spostano con caratteristico movimento di contorsione a forma di otto. Queste larve sono in alcuni casi talmente numerose che ne sono state contate fino a 50.000 in un metro quadro di fondo lacustre. Dobbiamo sempre evitare di nutrire con queste larve i Tropheus e tutti i pesci fitofagi.

Alcuni ospiti graditi. Cercando cibo vivo verremo in contatto con tutta una serie di animali interessanti che possono essere ospitati in piccole vasche all'aperto e che diventeranno per noi motivo di interesse e curiosit à . Tra i tanti (girini di tritoni rane e raganelle, piccoli pesci come gli spinarelli (Gasterosteus aculeatus), ditischi, corixe, notonecte, gerris, hydrometre ,idre, larve di libellula, ecc...) vorrei citare dei piccoli insetti dal nome e dall'aspetto curioso: i collemboli. 437Questi insetti sono molto comuni nel suolo e dovunque vi siano rifiuti o resti organici. Alcune specie per ò vivono sulla superficie dell'acqua dove sono presenti tutto l'anno. Le dimensioni dei collemboli vanno da 0,5 a circa 2 mmm ed è quindi molto difficile osservarli bene. E' invece facile riconoscere il loro caratteristico salto effettuato aprendo una appendice biforcuta che si trova sotto la parte posteriore dell'addome. L'apertura pu ò essere cos ì veloce che è difficile seguire il movimento del salto. Questi piccoli insetti (una volta che li avremo otati li vedremo da tutte le parti!) saranno ospiti graditi nei nostri acquari dove contribuiranno alla pulizia della superficie dell'acqua e dove saranno degli ottimi indicatori biologici. Allevare il cibo vivo.

Allevare cibo vivo. Non è affascinate come raccoglierlo in natura, ma l'allevamento rimane sempre una ottima fonte di approvigionamento che tra l'altro, in alcuni casi, pu ò essere avviato da esemplari raccolti in natura aumentante cos ì la nostra conoscenza di questi organismi. Si possono allevare facilmente: artemie (fino allo stadio adulto), dafnie, gambusie, larve di zanzara e vari tipi di vermi come enchitrei (.Enchytmeus bucholtzi e Enchytraeus albidus) e micro vermi della specie Tubatr ì x silusiae. L'allevamento di queste ultime tre specie e delle dafnie è ben descritto nel capitolo Live foods del libro Enjoying Cichlids di Ad Konings e in una serie di articoli di Valen-tina Fabris apparsa qualche tempo fa su aquarium (Primaris). In particolare in questa serie si descriveva anche l'allevamento di altri animali come grilli e drosofile. Allevare larve di zanzara significa semplicemente preparare un contenitore e sistemarlo all'aperto in una posizione ombreggiata ed aspettare che qualche femmina vi deponga le uova. Eventualmente possiamo raccogliere le uova in giro ed addirittura lasciarle schiudere direttamente dove abbiamo gli avannotti in crescita. Le uova di zanzara (Culex) sono riconoscibilissime e si presentano come una piccola barchetta nera galleggiante composta da migliaia di piccolissime uova di forma allungata. Nel caso delle dafnie troverete precise indicazioni sull'allevamento nel testo citato anche se vorrei ricordare due cose importanti. La prima è che le colture di questi crostacei vanno continuamente sfoltite perch é normalmente questo è il modo per avere la massima produttivit à e per evitare le morie che seguono i boom demografici. La seconda è che questi crostacei filtratori possono essere usati come filtro-cibo nelle vasche degli avannotti che in questo modo, a patto di operare regolari ed abbondanti cambi d'acqua, possono essere attrezzate solamente con delle pietre porose. Le artemie, come le dafnie, ci consentono produzioni straordinarie. Le vasche destinate all'allevamento fino alla fase adulta devono essere sistemate all'aperto e attivate possibilmente con un ceppo catturato in natura che viene introdotto nella vasca assieme all'acqua e ai detriti raccolti con i crostacei. In questo modo avremo un trapianto di alghe utili alla vita del nostro allevamento. I naupli possano essere schiusi in diversi modi anche se il procedimento base prevede una densità dell'acqua salata 1010-1020, un pH superiore a 8, una temperatura di 25 gradi ed un po' di luce per innescare i processi metabolici delle cisti idratate. Attenzione ali calo di pH dovuto al CO2 prodotto dai naupli appena schiusi con la respirazione e alla quantità di ossigeno in soluzione. Una buona aerazione ci tutela da questi due problemi contemporaneamente. Un problema successivo è quello di separare le cisti schiuse e non dai naupli per evitare occlusioni intestinali soprattutto agli avannotti. Per farlo si può travasare il contenuto del recipiente di schiusa con un tubicino pescando verso il fondo e fermando la manovra prima che comincino a essere risucchiate le cisti dal fondo o dalla superficie. Allo scopo possono essere utili gli schiuditoi circolari in vendita in qualsiasi negozio. Nel libro Tecniche di acquacoltura citato nella bibliografia è descritto un interessante procedimento detto di bioincapsulazione di nutrienti che ci permette di arricchire i naupli mettendoli a contatto con sostanze appositamente commercializzate (anche vitamine) o con miscele algali di vario tipo.

Conclusione. Questa panoramica sul cibo vivo non è assolutamente esaustiva ed anzi gli organismi citati sono solo alcuni tra i tanti che troveremo nelle nostre acque (indispensabile La vita nelle acque dolci di Fitter citato nella bibliografia!). Spero che questi esempi però siano utili a comprendere meccanismi e abitudini che sono utili in generale. 437Frequentare la natura che abbiamo a disposizione ci aiuterà ad aumentare la nostra sensibilità e la nostra cultura ambientale, a comprendere le stagioni e ad avere un rapporto più consapevole con i nostri ospiti tropicali. Considerato che siamo curiosi, saremo sicuramente dei buoni osservatori. Buona caccia!

 

Percorsi di valore naturalistico :
Saline di Cervia, Saline di Comacchio, Pineta di S.Vitale (Bassa del Pirottolo), Pineta di Classe, Bosco della Mesola, Valli di Comacchio, Boscoforte (Valli di Comacchio), Oasi Faunistica di Punte Alberete, Valle Mandriole o della Canna, Pialassa del Piombone (Valle), Dune di Gasai Borsetti. Foresta della Lama e riserva di Sassofratti-no (provincia di Forlì ) II materiale informativo può essere richiesto a: Provincia di Ravenna, Assessorato al Turismo, piazza Caduti Libertà , 2/4 48100 Ravenna. Tei. 0544/541321. Per le escursioni in canoa nelle valli Ravennati: Gruppo Canoa Ravenna Tei. 0544/66170

Per le escursioni in bicicletta nelle zone umide: Coop. S. Vitale Tei 0544/37031-33245. Coop. S.Alberto 0544/528101-528419

Per le visite al Parco del delta del Po: ARCA Tei 0544/33081, Coop. S.Alberto 0544/528101, LIPU 0545/23684. Parco Carn è di Brisighella e Vena del Gesso Romagnola - Ivano Fabbri Tei 0546/81468 0542/23558.

Bibliografia
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