testo e foto di Claudio Barberis
La fotografia è l’hobby che generalmente completa la passione di ogni acquariofilo.
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L’esigenza d’immortalare i nostri ospiti, con il passare del tempo, si fa sempre più impellente e prima o poi ci porta ad imbracciare una macchina fotografica con cui fare i primi timidi tentativi. Purtroppo, però, osservando i risultati ci accorgiamo di quanto ci abbia tradito la nostra attrezzatura. A questo punto i casi sono due: o scoraggiati decidiamo di riporre il tutto nel cassetto, oppure, feriti nell’orgoglio, approfondiamo l’argomento per arrivare in fondo alla faccenda. Nel mio caso, non solo ho optato per la seconda soluzione, ma una volta appresa la tecnica ed ottenuti dei buoni risultati, mi sono lasciato rapire da una nuova passione: la ripresa filmata. Fin dalle prime riprese, fatte più che altro per curiosità, ho notato quanto la telecamera sia un mezzo meraviglioso per osservare da vicino i miei amati Ciclidi. Come per la fotografia i primi risultati non sono stati certo ottimali, ma mi sono subito accorto di come fosse vantaggioso tenermi ad una buona distanza dall’acquario, grazie allo zoom della mia telecamera. mentre fotografo sono costretto a restare a ridosso del vetro delle vasche e questo disturba in qualche modo i pesci, specialmente se si stanno riproducendo. Credo sia capitato a tutti di sedersi davanti al proprio acquario e vedere i pesci accalcarsi sul vetro frontale. Se questo può essere un motivo d’orgoglio per alcuni, può diventare un problema per chi vuole osservare le varie fasi comportamentali. Un altro vantaggio che ci offre la telecamera è di poter arrivare a catturare dei particolari ingranditi, che ad occhi nudo quasi sempre sfuggono. La possibilità poi di rivedere le immagini rallentate od addirittura fotogramma per fotogramma può svelare aspetti completamente sconosciuti riguardanti, per esempio, le fasi riproduttive di alcuni pesci. A differenza delle fotografie, per cui è indispensabile utilizzare un buon flash, per filmare è quasi sempre sufficiente l’impianto d’illuminazione dell’acquario, in quanto oggi tutte le telecamere danno la possibilità di filmare in condizioni di luce esigua. Naturalmente se vogliamo ricercare dei risultati migliori sarà bene aumentare la luminosità servendoci di appositi faretti. Sarà bene però dosare la luce al punto giusto perché un improvviso aumento di luminosità di solito spaventa i pesci portandoli a sbiadire ed a nascondersi immediatamente. Dovremo poi fare attenzione a puntare l’obbiettivo il più possibile perpendicolarmente al vetro della vasca, perché anche se non corriamo il rischio di vedere la nostra immagine riflessa (come succede usando il flash( dobbiamo tener presente che una ripresa eccessivamente diagonale ci può dare un’immagine distorta o peggio ancora sfocata. La messa a fuoco è a mio parere il fattore più importante. Consiglio di utilizzare la messa a fuoco di tipo manuale perché quella automatica, pur essendo molto comoda, non riesce sempre a funzionare bene. In posizione di autofocus la videocamera mette a fuoco il soggetto più vicino, per questo motivo il vetro frontale può trarre in inganno i meccanismi della macchina facendo sfocare il pesce che stiamo inquadrando. Oltretutto i pesci sono in continuo movimento ed ogni volta che si allontanano verso il vetro di fondo e passano accanto ad un qualsiasi elemento di arredamento la videocamera li perde di vista mettendo a fuoco l’oggetto che si interpone tra il pesce e e l’obbiettivo. Agendo manualmente sulla ghiera dell’obbiettivo possiamo invece seguire il pesce in tutti i suoi spostamenti senza perderlo di vista. Ovviamente la messa a fuoco è più difficoltosa in funzione delle dimensioni del soggetto in questione. Non dobbiamo dimenticare che più restringiamo l’immagine più saranno evidenti le oscillazioni dovute al tremolio della mano. Anche se le ultime videocamere sono dotate di uno speciale dispositivo di stabilizzazione ritengo che il treppiede sia indispensabile. Durante le riprese ci si rende subito conto di quanto sia importante disporre di a vasche arredate in modo adeguato. Per prima cosa il vetro posteriore va nascosto il più possibile con i materiali d’arredamento. Nel momento in cui scattiamo una foto abbiamo la possibilità di scegliere lo sfondo più adeguato aspettando che il pesce si trovi nel punto prescelto, filmando la facendo diventa più complicata in quanto, continuando a muoversi, il pesce può capitare in zone dove non c’è arredamento rovinando parzialmente la ripresa. la cosa migliore sarebbe di disporre di più vasche in modo da trasferire temporaneamente i soggetti che vogliamo filmare in una sorta di “vasca studio” appositamente arredata. Il problema che ne deriva è che la maggior parte delle specie, dopo un trasferimento, perde i colori per molti giorni. Un acquario specifico diventa molto utile quando ci accingiamo a filmare un accoppiamento perché spesso capita che nella vasca di comunità i pesci siano disturbati dagli altri coinquilini. Quando la riproduzione è ormai prossima, spengo le luci e dopo un quarto d’ora trasferisco la coppia nella vasca appositamente arredata. Se le caratteristiche chimiche dell’acqua sono le stesse, non appena riaccendo le luci i pesci riprendono a riprodursi. Naturalmente la qualità delle immagini non dipende soltanto dalla nostra bravura, ma anche dall’attrezzatura. In ogni caso garantisco che anche usando una normalissima videocamera amatoriale si possono ottenere discreti risultati ed anzi colgo l’occasione per invitare tutti gli appassionati che ne hanno l’opportunità di provare a riprendere i propri pesci ed a spedirmi le videocassette che potranno essere utili alla nostra associazione.