testo di Flavio Gagliardi

Sia in natura che in condizioni artificiali i Teleostei sono soggetti a particolari anomalie della loro struttura scheletrica o di loro organi come ad esempio la vescica natatoria; molto spesso è possibile notare negli acquati pesci malformati, nelle vasche degli impianti di acquacoltura ed anche in natura. Questo problema investe diversi campi e la sua rilevanza è attestata anche dalle numerose ricerche che vengono svolte a riguardo. Ci si rende conto facilmente della gravita che riveste per un allevatore di pesci ornamentali o per un acquacoltore il possedere individui mal-formati poich é questi sono rifiutati dal mercato ed avendo un basso indice di conversione risultano altamente improduttivi. Molta energia viene spesa dall'animale malformato per compensare con il movimento gli effetti dovuti ad un'ossatura imperfetta. In natura lo studio delle anomalie scheletriche è importante perch é può contribuire a rivelare lo stato di salute dei nostri laghi, fiumi e .mari, infatti ci si orienta verso l'utilizzo dei pesci mal-formati come biomakers ambientali, cio è indici biologici di situazioni di degrado degli ecosistemi acquatici. Ormai è risaputo che la presenza di sostanze inquinanti come PCBs (policlorobifenili), insetticidi o metalli pesanti sia causa di molte malformazioni negli animali. per un acquariofilo possedere pesci "anomali" è di certo un elemento da non sottovalutare, specialmente se si tratta di individui riprodotti dallo stesso appassionato, in quanto potrebbero indicare cattive condizioni di allevamento. Oltre agli inquinanti (che si presume non siano presenti nei nostri acquar!!) le cause più comuni di questi problemi sono dovute a fattori come la temperatura, la salinità , la luce e l'alimentazione, qualora essi risultino essere distanti dall'optimum richiesto da ciascuna specie. Va sottolineato che le malformazioni si originano nei primissimi stadi dell'ontogenesi larvale (ad esempio lo stadio prelarvale: sacco vitellino non ancora riassorbito), quando la sensibilità delle larve all'ambiente circostante ed alle sue minime variazioni è molto accentuata. Di solito già nel periodo giovanile (=numero dei raggi delle pinne completo, presenza delle prime scaglie) è possibile, anche per un neofita, distinguere se un pesce è affetto da queste anomalie: a volte gli opercoli o lo splancnocranio (mascellare, premascellare, dentale, etc.) sono notevolmente ridotti oppure la colonna vertebrale è fortemente scoliotica. Questi sono solo alcuni esempi delle più comuni malformazioni osservabili esternamente, infatti la maggior parte di esse (fusione di corpi vertebrali, neurospine o emaspine bifide, deformazioni degli elementi della pinna caudale come gli ipurali o gli epurali, etc.) sono riscontrabili solo grazie a tecniche di diafanizzazione o lastre ai raggi X. Di fronte ad un individuo malformato risulta difficile, se non impossibile, indicare l'origine di tale condizione, a meno che non sia stato condotto un mirato esperimento a riguardo. Va ricordato come lo sviluppo di una larva, ma più specificatamente dei suoi tessuti e di ognuna delle sue cellule, sia un processo regolato da più fattori e molto sensibile a numerosi stimoli esterni, quindi spesso non è possibile ricondurre la causa di queste patologie ad un solo parametro. Per quanto concerne la letteratura specifica, essa è ampia sia per le anomalie riscontrate in natura che per quelle in condizioni di allevamento ed in molti casi è stato possibile, grazie ad accurati studi, accertare un'unica causa scatenante. Lavori condotti sulla spigola (Dicentrarchus labrax) (Boglione et al., 1989) e sul comune pesce rosso (Carassius auratus) (Wiegand et al., 1989) hanno evidenziato l'importanza della temperatura ottimale per un corretto sviluppo larvale, ma anche la carenza di ossigeno disciolto nell'acqua od un'eccessiva illuminazione si sono rivelate possibili fonti di anomalie. Uno studio sulle larve di halibut (Hippoglossus hippoglossus) ha puntualizzato come la completa oscurità fornisse percentuali molto maggiori di individui normali rispetto a larve esposte a regimi differenti (3-300 lux) di luce (Bolla and Holmefjord, 1988). A volte sono dei parassiti la causa di cifosi o lordosi in forme più o meno gravi, si tratta di sporozoi del genere Myxobolus che parassitano i pesci (specialmente lucioperca, persici, trote e carpe) quando i processi di calcificazione delle ossa non sono ancora terminati, causando poi compressioni e deformazioni dei corpi vertebrali (Lom et al., 1991).

Anche l'alimentazione gioca un ruolo determinante in questo genere di patologie, dato che una carenza nutrizionale durante lo sviluppo incide profondamente su di esso. Deficienze di Vitamina C indotte in spigole, oltre che a causare microemorragie e pigmentazione scura, sono state indicate come essere all'origine di malformazioni scheletriche, soprattutto nei periodi di rapida crescita (Saroglia and Scarano, 1992). esperienze sui coregoni (Coregonus clupeaformis), alimentati con differenti mangimi secchi, hanno sottolineato che le deficienze nutrizionali possono causare lordosi, cifosi e scoliosi (Zitzow & Millard, 1988). Anche in questo caso è emersa l'importanza della Vitamina C, in quanto un aumento del suo contenuto nella dieta limitava il problema. In prima persona ho potuto constatare come allevando Poecilia reticulata con dieta poco variata a base di mangime secco ottenevo diversi malfor-mati, ma tutto si risolveva se iniziavo a somministrare ai riproduttori cibo di ottima qualità . Per evitare questo genere di inconvenienti noi acquariofili dobbiamo tenere sotto stretto controllo l'alimentazione sia delle larve che dei genitori. In particolare vanno ben nutriti soprattutto i riproduttori in quelle specie che lasciano alimentare la prole molto tardi, come gli incubatori orali, proprio perch é al termine delle cure parentale i piccoli sono già malformati e quindi potremmo fare ben poco per scongiurare i-I problema. Nel caso dei Ciclidi che adottano differenti strategie parentali, l'attenzione va posta sulla prima alimentazione delle larve, che deve essere il più completa possibile (ad esempio Rotiferi arricchiti, Copepodi, mangime vitaminizzato...), senza comunque trascurare mai i riproduttori. Da ultimo non va mai dimenticato il fatto che le malformazioni possono essere di natura parzialmente o completamente ereditaria. Un caso interessante è quello documentato su individui di Oreochromis niloticus affetti da una particolare sindrome deformativa della coda: i soggetti presentavano una riduzione ed una deviazione verso l'alto del peduncolo caudale. Grazie a test di incrocio condotti sulla progenie, la causa di questa particolare anomalia è stata identificata essere una mutazione autosomica recessiva (Mair, 1992). Molto spesso le percentuali di individui malformi aumentano se sono stati compiuti troppi incroci tra consanguinei, tuttavia è ben consolidata l'idea che nei pesci le malformazioni siano principalmente causata da fattori legati all'ambiente più che da cause genetiche.

BIBLIOGRAFIA:
Boglione C., Marino G., Bertolini B., Saroglia M., Cataudella S., 1989.Morphological observations on body abnormalities in embryos and larvae of sea bass (Dicentrarchus labrax) reared at different temperatures. Spec.-Publ.-Eur.-Aquacult.-Soc., n. 10. Bolla S. and Holmefjord I. , 1988. Effect of temperature and light on development of atlantic halibut larvae. Aquaculture 74, 355-358.
Lom J., Pike A., Dykova I. , 1991. Myxobolus sandrae Reuss, 1906, th è agent of vertebral column deformities of perch Perca fluviatili! in northeast Scotland . Disease of Aquat. organisms 12, 49-53.
Mair G.C., 1992. Caudal deformity syndrome (CDS): an autosomal recessive lethal mutation in th è tilapia, Oreochromis niloticus (L.). Journal of Fish Disease 15, 71-75.