testo e foto di Aldo Reggi

Parlare dello Scalare o pesce angelo, come viene chiamato nei paesi anglosassoni, può non apparire semplice per vari motivi: uno è che moltissimo si è scritto su quello che è il Ciclide sicuramente più diffuso nelle vasche degli appassionati di tutto il mondo, un altro motivo è che ormai viene snobbato dai ciclidofili più "impegnati" che ritengono questo pesce dominio esclusivo dei principianti. Comunque visto che per fortuna c'è ancora molta richiesta da parte di appassionati di notizie su questo affascinante pesce cercherò di parlare soprattutto della mia esperienza personale.

Nel mio immaginario di bambino vedere un pesce in acquario era molto spesso associato a questo pesce dall'aspetto strano, molto elegante con le due pinne allungate che visto frontalmente quasi scompare per la sua forma appiattita. Divenne di conseguenza naturale, anche per me, acquistare uno Scalare quando, ormai 16 anni orsono, allestii il mio primo acquario grazie ai miei primi risparmi, comprandolo per il suo fascino e perché non creava problemi nella mia vasca di "fritto misto". Anche se ho iniziato con il tempo ad allevare molti altri tipi di pesci, quasi esclusivamente Ciclidi, passando dagli Mbuna a sua maestà il Discus, per arrivare alle specie nane del Sud America, il posto nelle mie vasche per questo pesce c'è sempre stato a dispetto di coloro che ormai lo considerano un Ciclide di serie B. Questo penso sia avvenuto e avvenga per moltissimi appassionati che si trovano alle prese con l'allevamento e la riproduzione di questo pesce.

A supportare la diffidenza dei ciclidofili verso questo pesce c'è la sfrenata selezione che si è avuta negli allevamenti asiatici per ricavare sempre nuovi colori, nuove forme che in effetti a volte hanno portato a risultai aberranti oltre all'indebolimento della razza e alla diffusione di quella malattia virale che falcidia gli scalari provenienti dall'oriente. Oggi è impossibile reperire degli esemplari selvatici ed è dif-ficilissimo trovare dei pesci sani nei negozi tanto che mi risulta che lo Scalare in molti casi non venga neanche più garantito da certi grossisti.

Se da un certo punto di vista questa selezione sfrenata mi trova schierato da parte di coloro che la criticano, non riesco a capire perché viene generalmente accettata la ricerca di colori nuovi per i Discus e non per lo Scalare. Mi piacerebbe che si potesse discutere all'interno dell'Aie, in cui giustamente si cerca di salvaguardare l'integrità delle varie specie catturate o riprodotte in cattività senza che vengano creati nuovi ibridi, della posizione di questo Ciclide che ormai, come ho già detto in precedenza, si può trovare solo ed esclusivamente sotto forma di ibride più o meno simile al Pterophyllum scalare selvatico, quello, per intenderci, grigio-argento con le bande verticali nere. Il genere Ptemphyllum è originario del bacino del Rio delle Amazzoni, dei fiumi della Guyana e deU'Orinoco e si differenzia in varie specie: P. scalare scalare, P. scalare alluni, P. dumerilli. La differenza fra queste varietàè data dalla forma del corpo e dal numero di raggi nelle pinne dorsali ed anali.

Allevamento
Come dicevo all'inizio oggi è praticamente impossibile trovare degli Scalari selvatici o discendenti diretti di selvatici, di conseguenza lo Scalare "nostrano" o importato da Singapore, si è perfettamente adeguato alla maggioranza dei valori chimici dell'acqua dei nostri acquedotti. Nella mia zona da alcuni anni abbiamo la fortuna di poter disporre, grazie all'apertura di un nuovo bacino artificiale a Ridracoli (FO), di un'acqua abbastanza tenera, comunque negli acquari di allevamento degli Scalari tengo una durezza totale di circa 8-9 ed una durezza temporanea di 2-4 miscelando l'acqua di rubinetto con acqua trattata con resine cationiche ed anioniche. Questo perché utilizzo impianti di CO2 per tenere costante il pH attorno a 6.7-6,8 e per favorire la crescita delle piante in quanto questi pesci si trovano perfettamente a loro agio in acquari ricchi di vegetazione. Essendo il dimorfismo sessuale inesistente nei giovani , per formare delle coppie, normalmente metto nella stessa vasca 4-5 esemplari che già all'età di 8-9 mesi raggiungono la maturità sessuale e passano velocemente alla deposizione, una volta individuato il maschio dalla femmina è facile poi grazie a dei particolari che li differenziano riconoscerli per cercare eventualmente di farli accoppiare con altri esemplari. Con l'invecchiamento a volte è possibile che si manifestino dei dimorfismi sessuali che però non sono sempre presenti. In molti maschi adulti si può formare una gibbosità sopra il capo che può assumere anche notevoli dimensioni specie negli esemplari più grandi. In certe varietà ho notato anche che la femmina può rimanere sensibilmente più piccola del maschio, ma ripeto queste differenze non sono sempre presenti. Se l'acquario è sufficientemente spazioso, le coppie normalmente delimitano il loro territorio prendendo spesso dei punti di riferimento tra gli oggetti di arredamento o tra le piante e, soprattutto nei periodi vicini alla deposizione, aumentano notevolmente la loro aggressività nei confronti degli altri scalari con parate e lotte, soprattutto utilizzando la tecnica comune a molti Ciclidi di "mordersi" a vicenda bocca contro bocca. Queste lotte normalmente non portano gravi danni a nessuno dei contendenti. Questo però non è vero se lo spazio nella vasca non è sufficiente rispetto al numero degli esemplari. Anche con gli Scalari vale la regola che si ha anche con molti altri Ciclidi: o molti esemplari che non riescono a crearsi un territorio o solo alcune coppie, per la mia esperienza ritengo che ogni coppia debba avere uno spazio all'interno dell'acquario di 60-70 litri. Ho trovato scritto in varie pubblicazioni della difficoltà che si ha negli Scalari di creare le coppie senza che siano loro stessi a scegliersi, questo a volte è vero, ma molte volte ho preso il maschio di una coppia e la femmina di un'altra e messi da soli nella vasca da riproduzione hanno portato a buon fine la riproduzione. Altra caratteristica dello Scalare è quella della fedeltà nei confronti del compagno/a, questo generalmente l'ho riscontrato, infatti una coppia rimane unita finché ovviamente entrambi gli esemplari rimangono assieme nello stesso acquario. Mi è capitato varie volte che prelevati due esemplari di due coppie diverse che poi si sono riprodotti in una vasca da riproduzione, una volta riportati nella vasca di comunità siano tornati con il loro vecchio compagno. Anche fra i pesci evidentemente ci sono i "farfalloni", mi è capitato di avere un maschio che spesso, almeno tre volte, all'introduzione di femmine giovani nella vasca ha lasciato la sua compagna per questa nuova arrivata. Evidentemente le lunghe selezioni effettuate sullo Scalare hanno portato dei cambiamenti su questo esemplare portandolo a comportamenti simili a quelle di alcuni esseri umani.

Riproduzione
Oggi che ho la possibilità, per la riproduzione uso vasche speciali, calcolando 60 -70 litri per coppia. Forse questa situazione provocherebbe invidia al maschio capostipite del mio allevamento, deceduto tempo fa all'età di 12anni, che all'inizio era stato costretto a riprodursi in una vaschetta di 20 litri. Anche se lo Scalare si è adattato ai più disparati valori chimici dell'acqua, per la riproduzione uso acqua completamente demineralizzata acidificata con la torba, questo mi ha dato sempre un maggior numero di uova che si sono schiuse ed un minor pericolo di attacco da parte di funghi, comunque uso sempre del blu di metilene a fini preventivi. Lo Scalare in natura depone le uova su foglie larghe scegliendo quelle delle varie specie di Echinodorus che, anche in acquario se presenti vengono sempre preferite. Nella vasca da riproduzione ho messo sia dei vasi contenenti esemplari di questa pianta, generalmente uso per gusto personale E. Maior, sia i classici pezzi di vetro smerigliato posti in obliquo vicino alle parete della vasca. Quando si avvicina i! momento della deposizione entrambi i pesci iniziano a pulire il substrato dove intendono deporre anche con particolare violenza, questo sembra per scaricare anche la loro aggressività, e dopo un periodo più o meno lungo iniziano la deposizione, contemporaneamente estromettono gli organi genitali a tronco di cono per la femmina, più piccolo e appuntito per il maschio. Dopo alcuni passaggi di prova la femmina depone lunghe strisce di uova e subito dietro passa il maschio per fecondarle. Il tutto si ripete per molte volte fino a deporre anche 1000 uova, la mia covata più numerosa è stata di circa 500 piccoli. In questo momento possono sorgere i problemi. Dato che gli allevatori per avere un maggior numero di Scalari tolgono le uova ai genitori che in questo caso ripetono la deposizione a distanza di poco più di una settimana, è difficile trovare delle coppie che hanno mantenuto l'istinto delle cure parentali, di conseguenza anche nel giro di poche ore la covata può venire divorata. Ho avuto la fortuna di avere soggetti che portano avanti le uova prima, i piccoli poi ed è uno spettacolo vedere i genitori dopo due tre giorni, dipende dalla temperatura dell'acqua che io porto a 28 nelle vasche da riproduzione, accudire le larve riprendendole in bocca quando si staccano dal substrato dove sono attaccate per mezzo di un filamento posto sul capo e sputarle vicino alle altre. Con il passare dei giorni il sacco vitellino viene consumato e la larva assume sempre più l'aspetto di un avannotto e più frequenti si fanno questi distacchi. L'attività dei genitori diventa frenetica nel riattaccare i piccoli al substrato. Dopo una settimana i piccoli cominciano a nuotare e questo è un altro momento critico in quanto può accadere che i genitori non accettino che gli avannotti abbandonino il substrato e di conseguenza a forza di riprenderli in bocca possono finire con l'inghiottirli. Se tutto va bene è uno spettacolo vedere la nuvola degli avannotti che nuota compatta attorno ai genitori. Generalmente gli avannotti accettano subito i naupli appena schiusi dell'arteria salina. In seguito la crescita degli avannotti è veloce e dopo alcuni giorni si possono somministrare anche altri mangimi per avannotti e pezzetti di cuore di bue finemente tritati. Nel giro di alcune settimane assumono la loro forma caratteristica ed entro il primo mese avremo degli scalarini in miniatura. Ritengo che il successo che ha questo pesce è che rispetto a tante altre razze assumono forma e colore definitivo molto presto, questo gli permette di essere venduto già a 2-3 mesi. Per un accrescimento veloce è importante la quantità dei cambi d'acqua e lo spazio di cui i giovani Scalari possono disporre. Come vasca di accrescimento uso una da circa 250 litri con cambio dell'acqua continuo goccia a goccia.

Per chi ha un solo acquario
Per chi non ha la possibilità di allestire vasche da riproduzione e non può isolare la coppia o, non riesce ad avere una coppia che porta avanti i piccoli e non vuole rinunciare alla soddisfazione di allevare piccoli Scalari ecco alcuni consigli: quando possedevo solo una vasca ho risolto il problema costruendomi delle vaschette un po' più grandi delle normali sale parto per Pecilidi, troppo piccole per il nostro scopo. La soluzione ideale dopo vari tentativi è quella di usare quelle vaschette di plastica rettangolari che vendono per i pesci rossi di dimensioni adatte ad essere inserite agevolmente nel nostro acquario, si crea un'apertura su di in lato usando un trapano ed una piccola sega, poi si chiude l'apertura con una rete molto fine, ideale è il tulle tipo confetti, attaccandola con silicone. Per farla galleggiare in modo che il bordo sporga di alcuni cm. fuori il livello dell'acqua si attaccano ai bordi della vaschetta del polistirolo, meglio quello ad alta densità, che tiene senza problemi a galla il tutto. Importante è creare una derivazione con un piccolo tubo, dall'uscita della pompa in modo che un leggero flusso d'acqua arrivi dentro il mini acquario. Questo è indispensabile per creare un ricambio all'interno della vaschetta dove altrimenti l'acqua ristagnerebbe. Il flusso però non deve essere troppo forte per permettere agli avannotti di spostarsi tranquillamente. Se si vogliono separare le uova, una volta che queste sono state deposte, si taglia la foglia usata per la deposizione ed usando un barattolo la si prende e la si mette nella vaschetta, attenzione a non far venire a contatto le uova con l'aria altrimenti si può buttare via tutto. Se invece vogliamo trasferire nella vaschetta degli avannotti, si possono aspirare con un piccolo tubo, quelli per gli areatori vanno bene, e poi trasferirli nella vaschetta. Con questo sistema non si otterrà un gran numero di avannotti, comunque questo metodo è indicato per chi non ha molte vasche, quindi..!

Alimentazione e malattie
Come cibo per gli Scalari, oltre a tutti i tipi commerciali, uso anche il pappone per i
Discus a a base di cuore e spinaci di cui vanno ghiotti, oltre a cibi congelati come Artemia salina adulta e Chironomus. Bisogna fare attenzione alla somministrazione del cibo in quanto lo Scalare è un pesce insaziabile che mangia voracemente tutte le quantità di cibo che gli viene somministrata gonfiando l'addome in modo smisurato, e questo alla lunga può creare dei problemi intestinali.

Per quanto riguarda le malattie, fino ad ora sono riuscito ad evitare quella virale, sembra proveniente da Singapore, causata dall'indebolimento della razza a causa della sfrenata selezione e che attualmente non mi risulta che possa essere adeguatamente combattuta. Per evitarla faccio estremamente attenzione nell'acquisire nuovi esemplari prendendoli solo da amici fidati o quarantenandoli se acquistati in negozio.

Quest'ultima ipotesi si è verificata poche volte anche perché trovare Scalari belli e sani comincia ad essere un'impresa. Una malattia da cui invece questo Ciclide, per sua e per nostra fortuna, è immune è quella provocata dall'Ichthyophthirius, la malattia dei puntini bianchi. Malattia comune invece, anche se ho riscontrato pochi casi nelle mie vasche è quella del "buco" provocato dall'Examita, anche se alcuni autori non ritengono questo flagellato intestinale la causa dei buchi sul capo. I sintomi sono: feci bianche e con il tempo il formarsi di buchi sulla testa. Come cura si può usare, oltre l'Exa Ex in vendita nei negozi, anche il Flagyl che è un farmaco ad uso umano che si reperisce con ricetta medica in farmacia. Varie volte invece ho avuto problemi con i vermi, soprattutto con quelli delle branchie, che come sintomi producono uno sfregamento delle branchie sulle piante o oggetti d'arredamento, inappetenza e frequenti estroflessioni della bocca da parte del pesce. Il farmaco più efficace che ho provato è il Fluvermal composto al 100 % di Flubendazolo, principio attivo che oltre a distruggere i vermi elimina anche le uova che sono più difficili da combattere. Purtroppo questi farmaci non sono in vendita in Italia, bisogna arrangiarsi o attraverso la Svizzera o a San Marino, mentre ho trovato molto difficile da usare oltre che pericoloso il Neguvon che deve essere sempre molto fresco e perfettamente dosato per non creare più danni della malattia stessa.

La nuova sfida
Attualmente sono alla ricerca da vari mesi del Pterophillum altum per il quale sto allestendo un acquario con 50 cm. netti in altezza d'acqua, ma fino ad ora non sono riuscito a procurarmene nessun esemplare. Altra presenza gradita nelle mie vasche potrebbe essere quella di scalari selvatici o quantomeno FI. Spero in futuro di poter parlare anche delle mie esperienze con alcuni di questi nuovi ospiti dei miei acquari e invito chiunque abbia notizie ed esperienze in proposito a chiamarmi.

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