testo e foto di Franz Warzel


Crenicichla sp cf menezesi femmina

Crenicichla saxatilis femmina

Crenicichla lugularis femmina

Crenicichla johanna femmina

Crenicichla marmorata femmina

Crenicichla lenticulata femmina

Crenicichla xingù III femmina livrea riproduttiva

Crenicichla xingù III femmina livrea normale

Crenicichla notophthalmus femmina

Crenicichla acutirostris femmina

Crenicichla regani coppia

Crenicichla punctata femmina

I membri del genere Crenicichla sono facilmente riconoscibili alla prima occhiata: sono più allungati della maggior parte degli altri Ciclidi, e la mandibola è prognata, conferendo loro un aria rapace. In effetti la maggior parte di questi cosiddetti Ciclidiluccio, è in grado di inghiottire prede relativamente grandi, cioè piccoli pesci lunghi fino ad un quarto della propria lunghezza. Comunque il numero delle specie il cui menù consista esclusivamente di pesce è piuttosto basso. La maggior parte dei Ciclidiluccio si nutre anche di lumache, crostacei e larve acquatiche di insetti. Alcune specie, soprattutto le più piccole, sono specializzate in questi piccoli invertebrati. La taglia delle varie specie differisce notevolmente. Alcune raggiungono a fatica i 7 cm, mentre un gruppo di grosse Crenicichla cresce fino a più di 30 cm. Ma si possono riconoscere molti altri aspetti ancor più differenti. Questi riguardano oltre la colorazione del corpo, le abitudini di vita. Alcune si ritrovano in ruscelli con acqua bassa e calma, altre preferiscono acque aperte e dalla forte corrente. Anche le caratteristiche chimiche dell'acqua non dovrebbero essere sottostimate, soprattutto se si intende riprodurle in acquario. In generale, la maggior parte delle acque dolci sudamericane sono leggermente acide con una bassa conducibilità, ma tali condizioni non sono indispensabili per il mantenimento di tutte le specie. Come altri Ciclidi del Nuovo Mondo, tutte le Crenicichla tollererano agevolmente un'alcalinità di 7,5 o più, ma in alcune specie un pH di 6 o anche meno, è indispensabile per la riproduzione in cattività. Riguardo alla maturazione delle uova e alla riproduzione ci sono maggiori differenze fra le varie specie. In alcune di esse questi aspetti risultano piuttosto semplici, in altre, invece, apparentemente impossibili. Soprattutto per le specie più grosse è probabilmente necessario disporre, oltre che di una coppia ben affiatata e di molta pazienza, di vasche molto capienti con acqua in eccellenti condizioni, cioè leggermente acida e con concentrazioni di nitrati bassissime. L'elenco delle differenze nel comportamento, nelle dimensioni, nella colorazione e nelle condizioni di mantenimento, potrebbe continuare a piacimento, mentre con le caratteristiche comuni non si va molto lontano. Dopotutto il comportamento territoriale e la monogamia sono comuni a molti altri Ciclidi. Probabilmente il miglior modo per iniziare a mettere un po' d'ordine in questo caos, è rivolgersi alla Sistematica e allo studio delle somiglianze nelle abitudini di vita. A questo proposito lo studioso tedesco ALEX PLOEG (1991), ha pubblicato una tesi dottorale 4 anni fa. Anche se alcune parti del lavoro non sembrano completamente condivisibili, il punto più importante è che l' intero genere Crenicichla è stato suddiviso in 5 gruppi distinti. Anche SVEN. O. KULLANDER (1981, 1986) ha sottolineato che molti Ciclidiluccio sono assimilabili per certe caratteristiche comuni. Anche se permangono varie differenze rispetto a questa o quella specie, molte osservazioni di entrambi gli studiosi sono concordanti. In ragione della sua presentazione di ogni specie conosciuta, io seguirò PLOEG, anche se il genere Teleocichla di KULLANDER rappresenta sicuramente un punto di differenziazione e non è classificato fra le cosiddette "CrenicichlaNane" proposto da PLOEG.

Nel denominare i 5 gruppi di Crenicichla, sono presi in considerazione due distinti aspetti: primo, le specie devono essere descritte precedentemente, secondo, una specie deve corrispondere bene a quel determinato gruppo.

Ecco di seguito i 5 gruppi secondo PLOEG:

1) Gruppo Crenicichlasaxatilis assimilabili a Sparus saxatilis LINNEUS, 1758, che comprende specie di taglia media con una macchia ben definita e spesso circondata da scaglie argentee localizzata subito dietro la testa.

2) Gruppo Crenicichla lugubris assimilabili a C.lugubrìsHECKEL, 1840, che comprende specie molto grandi con scaglie molto piccole.

3) Gruppo Crenicichla wattacii assimilabili a C. zt>a//acn REGAN, 1905, che comprende specie molto piccole con una piccola macchia dietro l'occhio e nessuna chiazza dietro la testa.

4) Gruppo Crenicichla reticulata assimilabili a Batrachops reticulatus HECKEL,

1840, che comprende specie di taglia mediogrande con, di solito, una testa larga, forte dentatura e senza chiazze dietro la testa.

5) Gruppo Crenicichla lacustris assimilabili a Cycla lacustris CASTELNAU, 1855, che comprende specie di taglia mediopiccola, senza chiazze dietro la testa, ma con linea obliqua o una piccola macchia nera sotto l'occhio; distribuite a Sud.

1) IL GRUPPO CRENICICHLA SAXATILIS
Sicuramente gli appartenenti a questo gruppo sono tra le Crenicichla più diffuse sia tra gli appassionati che in natura. In quasi in tutti i sistemi fluviali in cui abitano Crenicichla vive almeno una specie del gruppo saxatilis, se non due. Addirittura nel nord est del Brasile sono le uniche rappresentanti di questo genere. Dal punto di vista morfologico gli appartenenti a questo gruppo sono piuttosto simili tra loro per dimensioni del corpo e delle pinne ed un caratteristico profilo della testa. Inoltre dietro gli opercoli branchiali c'è una macchia scura più o meno definita. Gli stessi opercoli sono giallastri e la banda dietro I1 occhio è ben evidente, dritta e senza interruzioni. In molti maschi sui fianchi si vedono scaglie brillanti. Le femmine si riconoscono facilmente dalla pinna dorsale più colorata con orli neri bianchi od ocelli di taglia differente, soprattutto nella parte posteriore. La maggioranza degli esemplari catturati in natura ha una lunghezza totale tra i 10 ed i 20 cm, raramente qualche maschio arriva a 25. Le specie del gruppo saxatilis sembrano non aver preferenze per quanto riguarda l' habitat. Nel corso di un viaggio in Colombia abbiamo trovato avannotti e giovani anche in piccoli ruscelli e nelle pianure inondate dal Rio delle Amazzoni, quindi questi pesci sono molto adattabili e ciò vale anche per la loro alimentazione. Sebbene il loro aspetto indichi trattarsi di piscivori, si nutrono anche di larve acquatiche d' insetti e di piccoli crostacei. In acquario accettano Anemia, Mysis e gamberetti così non è necessario, come per altre Crenicichla somministrare pesci vivi. Vista la loro ingordigia è bene non rimpinzarli di cibo ed anzi, uno o due giorni di digiuno ogni settimana sono consigliati. Anche se l' aggressività intraspeciflca è alta non è difficile tenerli in acquario. Sono piuttosto tolleranti riguardo ai valori chimicofisici dell' acqua e molte specie possono essere riprodotte anche in acqua moderatamente alcalina. Probabilmente la difficoltà maggiore è la formazione di una coppia armoniosa. E' raccomandabile tenere le Crenicichla in compagnia di altri Ciclidi robusti, in modo che non siano dominanti dell' acquario, ecco perché sono da preferire acquari più lunghi rispetto al normale, in modo che ci sia spazio per stabilire i territori, anche se le specie di questo gruppo non sono nuotatrici incallite.

Gli esemplari non dominanti devono essere nutriti con razioni extra di cibo, metodo scomodo e costoso, ma è l' unico che porterà in seguito alla formazione delle coppie. In caso contrario i soggetti più deboli, solitamente le femmine, continuamente oppressi non sono accettati come partner per la riproduzione. Intorno ai 12 cm questi pesci raggiungono la maturità sessuale. Quando una coppia è in procinto di deporre è bene allontanare dalla vasca gli altri Ciclidi, se invece c'è abbastanza spazio si può usare un divisorio di vetro, così i due partner scaricano l' aggressività sugli altri e non litigano tra loro. Come tutte le Crenicichla depongono su substrati coperti, di preferenza una pietra piatta poggiata sul fondo sotto cui scava la femmina in modo da creare una grotta. Se non c'è questa possibilità si accontentano di un pezzo di legno un po' nascosto, ma sempre vicino al fondo. Le uova biancastre, relativamente grandi, vengono fissate sul substrato per la parte superiore. Dopo tre giorni a 27°C il loro sviluppo è terminato e la femmina trasporta le larve in una piccola buca scavata sul fondo. Dopo sei giorni i piccoli nuotano liberamente e devono essre immediatamente nutriti con naupli. Le specie del gruppo saxatilis prolungano le cure parentali per circa due mesi, ma anche dopo questo periodo io non ho mai visto i genitori allontanare i figli. Durante tutto l' arco della riproduzione è meglio limitare i cambi d' acqua perché si è spesso riscontrata una rottura dell' armonia della coppia in seguito ad un incremento dei cambi. Anche per questo motivo è preferibile tenere una sola coppia per vasca e fornirle abbondante spazio.

SPECIE DESCRITTE E VALIDE DEL GRUPPO SAXATILIS SECONDO PLOEG (1991)

w= diffusione estesa, e= endemica o diffusione ristretta, r= reofila, la cifra seguente indica la lunghezza standard, cioè senza la pinna caudale, il numero tra parentesi si riferisce agli esemplari esaminati, l' ultimo dato è la lunghezza in cattività

C.albopunctata PELLEGRIN,1904 Lawa/ bacino del Maroni/ Suriname (w) 16,4 cm (32) ca 25 cm
C.alta EIGENMANN,1912 Essequibo/Guyana Inglese (w) 17,9cm (49) ca 25 cm
C. anthurus COPE, 1872Rio Ambyiacu/alto bacino delle Amazzoni/ Brasile (w) I4,8cm (10) ca 25 cm
C. britskii KULLANDER, 1982 Rio Tietè/Paranà/ Brasile (e) 11,4 cm(13) mai importata C cardiostigma PLOEG, 1991 alto bacino del Rio Branco/ Brasile (e) 11 cm (5) mai importata C. claticularia PLOEG, 1991 RioMamorè/ Bolivia (e) 7,7cm (8) mai importata
C. coppenamensis PLOEG, 1987 Coppename/ Suriname (e) 17,9 cm (22) mai importata
C. edithae PLOEG, 1991Rio Paraguay/ Paraguay
(w) 12,6 cm (24) sinonimo di C. lepidota secondo LUCENA & KULLANDER, 1992 C. frenata GILL, 1858Trinidad/ Venezuela (e) 19,7cm (8) ca 25 cm
C. guentheri PLOEG, 1991 Rio Aripuana, bacino del Rio Madeira/ Brasile (e) 17,6 cm (16) probabile sinonimo di C.hemera, mai importata
C. hemera KULLANDER, 1990 Rio Aripuana, bacino del Rio Madeira/ Brasile (e) 9,7 cm (7) mai importata
C. hummelincki PLOEG, 1991 Rio Trombetas/ Brasile
(e) 10,8 cm (7) mai importata
C. inpa PLOEG, 1991basso bacino delle Amazzoni/ Brasile (w) 14,8 cm (40) mai importata
C. isbrueckeri PLOEG, 1991 Rio Aripuana, bacino del Madeira/ Brasile (e) 9,5 cm (13) mai importata
C. labrina SPIX & AGASSIZ, 1829 Rio Tocatins/ Brasile (e) 16,2 cm (8) ca 25 cm
C. lepidota HECKEL, 1840 Rio Guaporè/ Brasile
(e) 16,4 cm (7) ca 25 cm
C. lucius COPE, 1870bacino superiore delle Amazzoni/ Brasile (w) 15,3 cm (13) ca 25 cm
C. menezesi PLOEG, 1991 fiumi costieri del nord est/ Brasile
(w) 14,6 cm (6) ca 18 cm
C. nickeriensis PLOEG, 1987Nickerie River/ Suriname (e) 19,1 cm (24) mai importata
C. nijsseni PLOEG, 1991 Rio Japurà/ Brasile
(e) 9,3 cm (16) mai importata
C. pellegrini PLOEG, 1991 Rio Aripuana, bacino del Madeira/ Brasile (e) 15,7 cm (7) mai importata
C. proteus COPE, 1872 Rio Ambyiacu/ Brasile
(e) 15,4 cm (13) ca 22 cm
C. pydanielae PLOEG, 1991 Rio Trombetas/ Brasile
(e) 17,8 cm (28) mai importata
C. santosi PLOEG,1991 Rio Medeira/ Brasile
(e) 12 cm (11) mai importata
C. saxatilis LINNAUES, 1758Suriname River/ Suriname (w) 18, 6 cm (71) ca 25 cm
C. semicincta STEINDACHNER, 1892 Rio Mamorè/ Bolivia (e) 17 cm (18) mai importata
C. sipaliwini PLOEG, 1987 Sipalìwini River/ Suriname
(e) 17,3 cm (13) mai importata
C. sveni PLOEG, 1991 Rio Meta/ Colombia (e) &,& cm (5) 22 cm

2) IL GRUPPO CRENICICHLA LUGUBRIS

Definire le specie ascritte a questo gruppo è piuttosto difficile perché non ci sono molte somiglianze per quello che riguarda la livrea e la forma del corpo come per il gruppo saxatilis.

Accanto a specie con il corpo snello ed il muso appuntito come C. acutirostris, C. multispinosa o C. percna se ne trovano alcune con il muso arrotondato ed il corpo piuttosto robusto, per questo motivo Kullander nel 1991 ha proposto la divisione in ulteriori gruppi. Ma io credo che sia meglio considerare questo gruppo unico visto che le somiglianze sono solo in poche specie di ogni sottogruppo e che le specie con il muso appuntito non hanno origine monofiletica. Inoltre tutti questi pesci presentano caratteristiche non osservabili nelle altre Crenicichla. Tutte le specie del gruppo lugubrìs hanno scaglie molto piccole (fino a 130 sulla linea laterale) e numerosi raggi duri nella pinna dorsale, inoltre sono un po' più grandi delle altre specie raggiungendo facilmente i 30 cm ed in qualche caso anche i 35. Ho sentito anche di un maschio di C. johanna allevato in acquario di 44 cm. Invece C. multispinosa, C. temetzi ed altre sono nettamente più piccole, non superando mai i 30 cm. Ma le differenze non sono limitate alla taglia, in nessun altro raggruppamento ci sono tante variazioni di livrea. Oltre a specie di colore grigio, rossastro, giallo e verde ce n'è una completamente nera, C. spec. Xingù III. Altre, come C. marmorata e C. lenticulata hanno colorazioni diverse con puntini neri, barre irregolari o macchie. Per quanto riguarda il mantenimento in acquario le specie di questo gruppo sono abbastanza problematiche e non solo per la loro taglia. In acqua inquinata o troppo alcalina vanno soggette alla malattia dei buchi in testa, come altri Ciclidi sudamericani. Occasionalmente si sono riscontrati anche danni alla linea laterale. Inoltre bisogna tenere conto del fatto che le acque in cui vivono in natura sono molto calde e completamente prive di nitrati. Temperature di 30°C nei Rio Tocatins, Xingù, Tapajos e Negro sono la norma, anche fuori dalla stagione secca. Quindi un cambio d' acqua settimanale, una temperatura non inferiore ai 27°C ed un intenso movimento dell' acqua sono indispensabili al benessere di queste Crenicichla. I membri del gruppo lugubrìs sono capaci di ingoiare grandi quantità di cibo in poco tempo e spesso sono nutriti eccessivamente, invece è bene usare cibo di piccole dimensioni e non dar da mangiare ogni giorno agli esemplari adulti, anche se molto grandi.

Ovviamente la grandezza dell' acquario deve essere adeguata alle dimensioni di questi pesci che, pur non essendo grandi nuotatori, hanno bisogno di un certo spazio vitale. L' arredamento deve prevedere grandi grotte e numerosi nascondigli. Sfortunatamente le specie di questo gruppo sono molti difficili da riprodurre, anche quando si ha una coppia armoniosa. C. 5pec."strigata" e C. spec. Xingù non sono nemmeno mai state riprodotte in cattività, anche se per molti anni sono state largamente importate. Sembra che almeno in qualche specie sia possibile ottenere la riproduzione.

Per lo sviluppo delle uova il pH deve essere, secondo la mia esperienza personale, leggermente acido. Nel giugno 93, dopo quasi sei settimane di corteggiamento una coppia di C. lugubrìs ha deposto sotto una pietra piatta, in seguito ad un cambio d' acqua del 60%. Il pH era di 6,1 a 210 microSiemens/cm e la temperatura di 28,3°C. Le uova, piuttosto grandi, sono state attaccate per un piccolo peduncolo al soffitto della grotta scavata sotto la pietra. Dopo cinque giorni le larve hanno rotto il guscio e la femmina le ha trasportate al coperto. Dopo altri sei giorni ho visto per la prima volta la covata fuori dal nascondiglio. E' veramente emozionante osservare lo stretto groviglio di avannotti che nuotano sotto l'attenta sorveglianza della madre. Il giorno dopo l'eccezionale unione tra i piccoli non era più così evidente, ma non ho mai notato questo comportamento in nessun altro Ciclide. Come in altre grandi specie i piccoli si nutrono brucando sui fianchi dei genitori, ma non si nota alcun tipo di secrezione, come invece avviene nei Discus. Poiché sono sempre affamati le pinne dei genitori sono attaccate rudemente tanto da essere sfilacciate. Lo stress quasi continuo che si genera durante la cura della prole deve essere stata la causa della morte di una coppia di grandi C. marmorata. Comunque in natura alcune specie si occupano dei piccoli per sei mesi, ma nello spazio ristretto di un acquario casalingo ciò non è possibile.

ELENCO DELLE SPECIE DESCRITTE E VALIDE DEL GRUPPO LUGUBRIS SECONDO PLOEG (1991) *

C. acutirostris GUNTHER, 1862bacino del Rio Tapajos/ Brasile (e) 18,5 cm (14) ca 32 cm
C. adspersa HECKEL, 1840Rio Guaporè/ Brasile (w) 30 cm (23) mai importata
C. cincta REGAN, 1905Rio delle Amazzoni/ Ecuador/ Perù/ Brasile (w) 25,8 cm (7) ca 38 cm
C. johanna HECKEL, 1840 Rio Guaporé/ Brasile (w) 29,3 cm (28) oltre 40 cm
C. lenticulata HECKEL, 1840 Rio Negro/ Brasile (w) 29,1 cm (34) ca 38 cm
C. lugubrìs HECKEL, 1840 Rio Negro/ Brasile (w) 29,6 cm (55) ca 35 cm
C. marmorata PELLEGRIN, 1904bacino delle Amazzoni/ Brasile (w) 29,5 cm (30) ca 38 cm
C. multispinosa PELLEGRIN, 1903 Suriname River/ Suriname (e, r) 22 cm (30) ca 32 cm
C. percna KULLANDER, 1991 Rio Xingù/Brasile (e, r) 22 cm (2) ca 32 cm
C. phaiospilus KULLANDER, 1991 alto Rio Xingù/ Brasile (e, r) 23,4 cm (15) ca 34 cm
C. strigata Gunther, 1862 sistema del Rio Capim (w) 26,3 cm (48) ca 36 cm
C. temetzi NORMAN,1926 Oyapock/Guyana Francese (e, r) 17,4 cm (14) ca 32 cm
C. tigrina PLOEG, JEGU' & FERREIRA, 1991 Rio Trombetas/ Brasile (e, r) 28,4 cm (14) ca 36 cm;
C. vinata e C.jegui dell' elenco di PLOEG (1991) mostrano caratteristiche di altri gruppi e non sono qui inserite. Con un minimo di altre 8 forme l' elenco delle specie non descritte è piuttosto alto in questo gruppo.

3) IL GRUPPO CRENICICHLA WALIACII

Vi appartengono tutte le specie piccole la cui taglia, eccetto che per C. macrophthalma, non supera i 13 cm, ma la maggior parte è già adulta a 10 cm. Le somiglianze in questo gruppo sono abbastanza, ma non tanto da poter parlare di un unico aspetto di Crenicichla nane, come invece suggerivano le prime specie descritte. Ali' inizio degli anni 80 alcuni ittiologi brasiliani hanno catturato almeno altre 5 specie che per molti aspetti derivavano da quelle descritte da Regan ali' inizio del secolo. Anche le condizioni ambientali in cui sono state ritrovate erano comparabili con quelle già note. L' acqua.era leggermente acida (pH 5,5/6,5) con una corrente relativamente forte e molte rapide. Tutte le specie che si sono adattate a queste condizioni presentano caratteristiche simili: hanno il corpo più alto e compresso lateralmente dei loro congeneri non reofili. Poiché le livree di queste Crenicichla sono molto diverse è chiaro che non sono imparentate tra loro e che si sono evolute indipendentemente nei loro biotopi. La più conosciuta di queste nuove specie reofile è sicuramente C. compressiceps che è stata importata quattro anni dopo la sua descrizione. Attualmente è la più diffusa tra gli appassionati delle Crenicichla nane anche se non è un rappresentante tipico di questo gruppo per la forma del corpo e la colorazione, unici nel genere. Anche il comportamento riproduttivo è leggermente diverso, infatti la deposizione avviene anche con un pH di 7 mentre in C. notophthalmus. C. regani e C. sp. cf. notophthalmus ( C. wallacii nella letteratura) deve essere inferiore a 5. Ma questa non è l'unica differenza tra tutte le appartenenti al gruppo. Le specie reofile come C. compressiceps, C. heckeli e C. urosema depongono unicamente sotto pietre lisce sul fondo, mentre quelle nane non reofile possono scegliere anche substrati ad una certa altezza. Inoltre le reofile depongono un minor numero di uova, tuttavia gli avannotti sono circa tre volte più grandi di quelli di C. regani e C. notophthalmus. Un aspetto positivo è che tutte le specie nane sono già state riprodotte in cattività senza problemi, a patto di rispettare i valori chimici dell' acqua e fornire adeguato spazio. In acquari lunghi almeno un metro è più facile che la coppia si formi e trovi un armonia duratura, nelle piccole vasche le liti tra i riproduttori sono molto più frequenti. Specialmente per C. compressiceps è indispensabile fornire alla coppia più di 60 litri, anche se è una specie piccola. In natura le specie reofile difendono grandi territori e l'aggressività intraspecifica è molto alta, anche fuori dal periodo della riproduzione. In alcune località del Rio

Tocatins ed del Rio Araguaia, con moderata corrente e fondo sabbioso misto a ghiaia ho potuto studiare diverse coppie. Pur non avendo ancora raggiunto la massima taglia erano colorate in modo talmente appariscente che poteva vederle già da lontano. Le specie non reofile invece sono molto più riservate, sono meno colorate anche se le femmine hanno dei disegni anche sulla pinna dorsale. Ma la maggior parte delle volte si riescono a vedere solo quando la femmina vuole impressionare il maschio o lui sta difendendo il suo territorio. Per lo meno gli esemplari giovani sono molto timidi, vivono nascosti sotto le foglie o piccoli rami, lungo le rive dei fiumi. In contrasto con le Crenicichla più grandi, le mandibole delle forme nane sono relativamente corte e non adatte per grosse prede. In particolar modo le specie reofile si nutrono esclusivamente di piccole larve d' insetti o di crostacei.

ELENCO DELLE SPECIE DESCRITTE E VALIDE DEL GRUPPO WALLACII SECONDO PLOEG (199D*

C. compressiceps PLOEG, 1986 Rio Tocatins/ Brasile (e, r) 6,1 cm (12) 7,5 cm
C. heckeli PLOEG, 1989 Rio Trombetas/ Brasile (e, r) 5,4 cm (12) ca 7 cm
C. notophthalmus REGAN, 1913 Rio Negro/ Brasile (e) 7,6 cm (36) ca 11 cm
C. regani PLOEG, 1989 Rio Trombetas/ Brasile (w) 7,9 (42) ca 13 cm
C. urosema KULLANDER, 1990 Rio Tapajos/ Brasile (e, r) 6,8 cm (13) ca 10 cm
C. virgatula PLOEG, 1989 Rio Uraricoeira/ Brasile (e, r) 6,6 cm (5) mai importata
C. wallacii REGAN, 1905 Essequibo River/ Guyana
(e) 6,4 cm (27) mai importata

* C. macrophthalma HECKEL, 1840 Rio Negro/ Brasile, la specie tipo del genere è simile alle Crenicichla nane, ma oltrepassa i 20 cm di lunghezza. Rara e piscivora è eccezionale anche nel comportamento durante la caccia. Osservazioni in acquario dimostrano che è attiva soprattutto la notte e ali' alba. La Crenicichla che nella letteratura è definita C. wallacii è invece una specie attualmente non descritta simile a C. notophthalmus, che vive nell' alto Rio Negro e Orinoco.

4) IL GRUPPO CRENICICHLA RETICULATA.

Nel 1840 Jakob Heckel descrisse insieme a Crenicichla un ulteriore genere simile in cui incluse due specie, Batrachops reticulatus e B. semifasciatus. Poiché questi pesci hanno molte caratteristiche in comune con Crenicichla, nella vecchia letteratura c'è molta confusione sulla validità di questo genere. Anche se alla fine il nome Batrachops è stato cancellato (KULLANDER.1986; PLOEG, 1986) ci sono almeno una dozzina di specie che hanno somiglianze con la specie tipo dell' ex genere Batrachops, Crenicichla reticulata. E' solo una questione di definizione parlare di gruppi diversi o generi. Dal punto di vista strettamente morfologico C. reticulata e le specie nane non sono più vicine di un Cichlasoma ed un Aequidens. Inoltre alcuni membri del gruppo reticulata sono molto diversi alla prima occhiata, come C. reticulata, C. semifasciata, C. cyanotuse C. stocki, forme non specializzate che hanno il corpo più robusto ed il muso più arrotondato dei loro congeneri.

Sui fianchi, invece di una linea longitudinale continua hanno una serie di macchie, anche doppia ed alcune specie mostrano un punto scuro su ogni scaglia. Questi elementi possono variare moltissimo od addirittura sparire del tutto, tranne che negli esemplari conservati. Durante la riT produzione le femmine di tutte le specie hanno sulla pinna dorsale delle zone colorate di rosso veramente stupefacenti e si nota, tranne che nelle specie del Rio Tocatins, una riga rossa od arancione dietro le pinne pettorali. Questa combinazione è tanto caratteristica da far ascrivere al genere Crenicichla anche le specie che non sembrerebbero imparentate. Oltre alle quattro specie dal muso arrotondato ed alle forme non specializzate, il resto del gruppo è più o meno adattato agli ambienti a corrente rapida, cioè reofilo. Alcune specie come C. jegui o C. spec. Bauchrutscher hanno la vescica natatoria fortemente ridotta e più che nuotare si spostano sul fondo come i Gobidi. Ma anche gli altri vivono molto vicini al fondo. La scelta del substrato per la deposizione è un aspetto comune del gruppo. Le femmine sembrano preferire le grotte in cui i grandi maschi non riescono ad entrare. Per lo sviluppo delle uova non sono necessari valori estremi, C. geayi, C. spec Bauchrutscher, C. semifasciata, C. cyanotus e C. sfochi sono state riprodotte con un pH superiore a 7;5 ed una durezza maggiore di 15 dH (circa 800 microSiemens/cm). E' ancora da stabilire se ciò valga anche per le altre specie. Per raggiungere la maturità sessuale le grandi specie reofile come C. cametana, C. jegui e C. spec. cf. jegui, hanno bisogno di molto spazio ed è comunque diffide trovare una coppia in cui regni l'armonia. Tutte le specie di questo gruppo oltrepassano facilmente i 20 cm di lunghezza ed in acquario arrivano anche a 30cm, tranne C. cyclostoma che con i suoi 16 cmè nettamente la più piccola.

ELENCO DELLE SPECIE DESCRITTE E VALIDE DEL GRUPPO RETICULATA

C. cametana STEINDACHNER, 1911 Rio Tocatins/ Brasile (e, r) 17,6 cm (17) 30 cm
C. cyanotus COPE, 1870 alto Rio delle Amazzoni/ Perù/ Brasile (w) 14,8 cm (19) ca 28 cm
C. cyclostoma PLOEG, 1986 Rio Tocatins/ Brasile
(e, r) 10,2 cm (12) ca 16 cm
C. geayi PELLEGRIN, 1903 Venezuela (w) 13,4 cm (4) ca 22 cm
C. jegui PLOEG, 1986 Rio Tocatins/ Brasile
(e, r) 20,4 cm (5) ca 31 cm
C. reticulata HECKEL, 1840 Rio Negro/ Brasile
(w) 22 cm (27) ca 30 cm
C. sedentaria KULLANDER, 1986 bacino del Rio Ucayali/ Perù (w, r) 22,1 cm (26) mai importata
C. semifasciata HECKEL, 1840 Rio Paraguay/ Paraguay/ Brasile (w) 14,6 cm (9) ca 28 cm
C. stocki PLOEG, 1991 bacino del Rio Tocatins/ Brasile (e) 19,9 cm 14 ca 30 cm

5) IL GRUPPO CRENICICHLA LACUSTRIS

Gli appartenenti a questo gruppo non sono diffusi nella parte settentrionale del Sud America. Similmente al genere Gymnogeophagus la loro distribuzione è limitata al bacino del Rio della Piata ed altri fiumi costieri nel sudest del Brasile, in Uruguay ed in Argentina. L' idea di un raggruppa

mento di specie strettamente imparentate tra loro è stata di Kullander nel 1981. Anche Ploeg, dieci anni dopo, ha considerato questi pesci come un unico gruppo, pur non trovando caratteristiche comuni a tutte le specie. Però ci sono elementi della livrea che non si trovano in nessun altro gruppo. Comunque i punti neri allineati come in una sottile striscia obliqua suborbitale ed i fianchi chiazzati di nero non sono presenti in tutte le specie del gruppo lacustris come per esempio nella maggioranza di quelle diffuse nel Paranà. Inoltre si possono notare file di macchie sui fianchi ed in altre specie la linea longitudinale è divisa in due. In C. jupiaensis i fianchi sono percorsi da due strisce sottili mentre in C. celidochilus la banda è molto larga. Per la forma del corpo c'è una certa somiglianzà di alcune specie al gruppo saxatilis, ma la specializzazione nelle abitudini alimentari o nell' adattamento alle condizioni ambientali è molto più marcata. C. haroldoi e C. jupiaensis sono entrambe reofile, C. jumbi si nutre principalmente di lumache acquatiche e C. tendybaguassu ha delle labbra carnose estremamente sviluppate per catturare gli invertebrati tra le rocce. Una specie sembra essere il ricordo di un periodo climatico più favorevole. La sua località di cattura è distante più di 1500 km dalle zone di diffusione degli altri Ciclidi. A causa della bassa temperatura media invernale (7°C) si potrebbe quasi tenere questo pesce nei taglietti in giardino. Purtroppo sono state importate solo alcune specie per cui mancano le esperienze degli appassionati sia per l' allevamento che per la riproduzione. Invece C. vinata, che viene importata abbastanza di frequente, è stata riprodotta in condizioni ambientali diverse e nonostante superi i 30 cmè molto diffusa tra gli acquariofili. Quasi tutte le altre specie sono adulte a 25 cm di lunghezza, quelle reofile non superano i 20 cm.

ELENCO DELLE SPECIE DESCRITTE E VALIDE DEL GRUPPO LACUSTRIS SECONDO PLOEG (1991), LUCENA & KULLANDER (1992)

C. celidochilus CASCIOTTA,1987 Rio Uruguay/ Uruguay/ Brasile (e) 18,1 cm (30) mai importata
C. gaucho LUCENA & KULLANDER, 1992 Rio Uruguay/ Brasile (e) 12,6 cm (31) mai importata
C. haroldoi LUENGO & BRITSKI, 1974 Rio Paranà/ Brasile (w?, r?) 11,3 cm (16) mai importata
C. igara LUCENA & KULLANDER, 1992 alto Rio Uruguay/ Brasile (e) 22,2 cm (4) mai importata
C.iguassuensis HASEMAN,1911 Rio Iguacu/ Brasile (e) 12 cm (6) mai importata
C. jaguarensis HASEMAN, 1911 Rio Paranà/ Brasile (w?) 18,6 cm (21) non conosciuta
C.jupiaensis BRITSKI & LUENGO, 1968 Rio Paranà/ Brasile (e, r) 8,4 cm (15) mai importata
C. jumbi LUCENA & KULLANDER, 1992 Rio Uruguay superiore/ Brasile (e) 17,8 cm (14) mai importata
C. lacustris CASTELANAU, 1855 Rio Salvador/ est del Brasile (w?) 15,8 cm (10) mai importata, ca 25 cm
C. minuano LUCENA & KULLANDER, 1992 Rio Uruguay/ Brasile (e) 17,2 cm (31) mai importata
C. missioneira LUCENA & KULLANDER, 1992 Rio Uruguay/ Brasile (e) 20,9 cm (16) mai importata
C. mucuryna IHERING, 1914 Rio Mucury/sudest del Brasile (e) 11,2 cm (3) mai importata
C.niederleiniiHOLMBERG,1891Rio Pequiri, Rio Paranà/ Brasile (w?) 23,5 cm (5) mai importata
C. prenda LUCENA & KULLANDER, 1992 Rio Uruguay superiore/ Brasile (e) 8,7cm (9) mai importata
C. punctata HENSEL, 1870 Rio Guiaba/Porto Alegre/ Brasile del sud (e) 22,3 cm (35) ca 28 cm
C. scotta EIGENMANN, 1907 bacino del Rio Uruguay/ Brasile/ Argentina (w) 18,8 cm (28) non ancora importata, ca 30 cm
C. tendybaguassu LUCENA & KULLANDER, 1992 Rio Uruguay/ Brasile (e) 15,2 cm (7) mai importata
C. vinata HECKEL, 1840 bacino del Rio Paraguay/ Brasile/ Argentina (w) 28,3 cm (149) ca 34 cm

In nessun altro gruppo di Ciclidi il numero delle specie scoperte o descritte è aumentato così tanto. Negli ultimi 4 anni 27 nuovi nomi sono stati aggiunti e la lista di specie non descritte è così lunga che rende le Crenicichla tra i pesci più interessanti del Sud America. Poiché molte località di cattura sono lontane dagli itinerari tradizionali e molti di questi Ciclidi sono rari, la loro diffusione tra gli appassionati è scarsa. Alcuni sono molto difficili da riprodurre ed altri troppo grandi per acquari normali. D' altra parte le regole fondamentali per assicurare il loro benessere sono poche e semplici: un filtro adeguato, discreto movimento dell' acqua e qualche nascondiglio. Niente di strano, vero? D

BIBLIOGRAFIA

HECKEL, J. (1840): Johann Natterer's neue Flussfische Brasilien's nach clen Beobachtungen und Mittheilungen des Entdeckers beschrieben. Ann. Mus. Wien, 11:327470.
KULLANDER, S.O. (1981): A Cichlid from Patagonia Buntbarsche Bulletin. J. Amer. Cichl. Assn., No. 85: 1323.
KULLANDER, S.O. (1986): Cichlid fishes of thè Amazon River Drainage of Perù Swed. Mus. Nat. Hist., 431pp.
KULLANDER, S.O. (1990a): A new species of Crenicichla (Teleostei: Cichlidae) from thè Rio Tapajos, Brazil, with comments on interrelations of small crenicichline cichlids. Ichthyol. Expl. Freshw., (1)1: 8593.
KULLANDER, S.O. (1990b> Crenicichla hemera (Teleostei:Cichlidae), a new cichlid species from thè Rio Aripuana drainage, Mato Grosso, Brazil. Ichthyol. Expl. Freshw., (1)3: 213218.
KULLANDER, S.O. (1991): Crenicichla phaiospilus and C. percna, two new species of pike cichlids (Teleostei:Cichlidae) from thè Rio Xingù, Brazil. Ichthyol. Expl. Freshw., (1)4: 351360.
LUCENA, C.A.S. & KULLANDER, S.O. (1992): The Crenicichla (Teleostei:Cichlidae) species of thè Uruguay River drainage in brazil. Ichthyol. Expl. Freshw., Voi.3, No. 2: 97160.
PLOEG, A. (1986): The Cichlid Genus Crenicichla from thèTocatinsRiver, State of para, Brazil, with Descriptions of tour new species. Beaufortia, Voi. 36, No. 5: 5780.
PLOEG, A. (1991): Revision of thè South American Cichlid genus Crenicichla Heckel, 1840, with descripitions of fifteen new species and considerations of species groups, phylogeny and biogeography. Academisch Proefschrift, Universiteit van Amsterdam, 153pp.

Torna indietro