Viaggio nel presente e nel futuro dei Discus
testo di Sebastiano Solano, foto di Paolo Salvagiani.
Vorremmo ringraziare l'amico Sebastiano per il contributo alla rivista. La scelta dell'Aie di prendere le distanze da chi lavora in modo esasperato su ibridazioni e manipolazioni deve essere difesa anche dando a tutti l'opportunità di farsi un 'idea e di dare un giudizio.
Il "Re" dei pesci di acqua dolce riscontra ormai da anni grande interesse fra gli appassionati della famiglia dei Ciclidi, il futuro però non si presenta certamente roseo.
Le falde acquifere son inquinate da vari agenti chimici.
L'uomo ha inventato ed utilizza, per accrescere i suoi guadagni, molti veleni che uccidono molti parassiti. Specialmente nel campo agricolo non si ottiene più un raccolto ottimale se non vengono usati pesticidi, anticrittogamici, diserbanti ecc. Oggi vengono utilizzati dall'uomo in vari settori circa 70.000 differenti agenti chimici ed ogni anno, a questo numero già elevato, se ne aggiungono altri. Per avere successo nelle riproduzioni si rende sempre più necessario purificare l'acqua.
Il mercato offre ampia scelta fra Osmosi Inversa e Deionizzazione. Almeno nel periodo riproduttivo, per quanto ormai i Discus disponibili sul mercato siano selezioni di cattività e quindi meno esigenti, è preferibile utilizzare acqua purificata per poter godere dello spettacolo delle cure parentali di questo ''gioiello"
L'appassionato può scegliere fra Discus selvatici importati dalla zona amazzonica dell'America del Sud e varie ed innumerevoli varianti di allevamento. I pesci selvatici arrivano oggi nelle vasche degli importatori in migliori condizioni di salute di quanto non avvenisse 10 anni fa. La migliore organizzazione ha ridotto i tempi di raccolta e stoccaggio prima del viaggio in aereo per le varie destinazioni. Arrivano così ai vari importatori pesci che hanno comunque bisogno di un periodo di quarantena prima di essere venduti ai grossisti. Non sempre però la quarantena viene effettuata perché poco scrupolo e facili guadagni inducono a ridurre se non ad eliminare questo periodo di acclimatazione del Discus alle nuove condizioni ambientali. Ai negozianti il più delle volte arrivano pesci stressati, dai colori cupi, con endo ed ecto parassiti, disgregazione e corrosione delle pinne, secrezione di muco, ecc.
Non sono sicuramente queste le condizioni nelle quali acquistare dei Discus. Quanti appassionati sarebbero nelle condizioni di rimettere in salute un pesce arrivato in queste condizioni? Senza far torto a nessuno e distinguendo sempre chi lavora bene con competenza e con coscienza, da chi lavora male e disonestamente, occorre anche dire che sono pochi i negozianti che hanno la capacità di farsi carico della quarantena. Non tutti dispongono di sufficiente spazio in negozio o hanno locali disponibili da attrezzare a questo scopo visto gli alti costi di affitto degli immobili.
è quindi sempre meno probabile trovare in un negozio dei Discus selvatici che possono attrarre l'appassionato. Otto anni fa circa in Italia si ebbe il boom dei pesci provenienti dall'Oriente ed in particolar modo da Singapore. Importatori di poco scrupolo distribuiscono in Italia, ed anche in altri paesi, pesci che presentano colori smaglianti ma solo per le prime settimane e poi col passare dei giorni quei bei colori "vanno a farsi benedire". I pesci sono trattati nei luoghi di riproduzione con ormoni. Senza fare selezione genetica quindi basta una settimana di me-til-testosterone nel cibo e nell'acqua per ottenere dei Discus blu. La mia esperienza personale di allevatore, insieme a quella di altri amici, mi ha concimato quanto già scritto da stimati allevatori di fama intemazionale e cioè che questi pesci trattati con gli ormoni presentano da adulti delle difficoltà nella riproduzione; gran parte sono sterili o con una fertilità bassissima. Da un recente viaggio fatto a Singapore con l'amico Umberto abbiamo avuto modo di constatare che allevatori di Discus hanno una parte della produzione dichiaratamente ormonata. Ci è stato spiegato che alcuni mercati, fra i quali quello italiano, richiedono questi Discus ormonali e pertanto loro, da commercianti quali sono, vendono quello che il mercato richiede. Hanno altresì una parte della produzione destinata esclusivamente ai mercati più esigenti, quali quello giapponese disposto a pagare fior di milioni per un Discus superselezionato. Durante la visita a diversi allevatori abbiamo potuto verificare quanto detto prima.
Incontrare importatori giapponesi die comprano stock di Discus nelle vasche per svariate decine di milioni non capita tutti i giorni. Ogni allevatore, pur di salire alla ribalta come creatore di una nuova varietà effettua vari incroci per trovare nuove linee da inserire sul mercato. Nasce quindi così la miriade di pseudo varietà di Discus dai nomi più strani che non mi sogno minimamente di trascrivere.
Una cosa è certa: negli ultimi 20 anni solo tre varietà pure sono state sviluppate: i Rossi dal Doti. Schmidt-Focke, i Blu da Mack Galbreath ed i Turchesi da Jack Wattley. Altri bravi allevatori spendono molto tempo nel selezionare i loro pesci. Per fissare geneticamente, una nuova varietà occorrono almeno 10 anni di duro lavoro. In Thailandia, dove la popolazione è tradizionalmente innamorata degli animali da compagnia, è facile trovare in quasi tutte le case acquari, uccelli, tartarughe, ecc. Molti accarezzano il sogno di realizzare l'uccello albino, il pesce albino. Si dice di un allevatore di inaiali anche allevatore di Discus che per primo, a Ban-gkok, ha realizzato il suo sogno: "creare il Discus Albino". Aggiungendo degli ormoni nell'alimentazione dei suoi Royal-blu, ha ottenuto alcuni soggetti che, crescendo, hanno presentato una colorazione gialla. Reincrociati con dei normali Royal-blu per tentare di fissare alcuni caratteri stranamente hanno generato pesci gialli con pinne completamente nere comprese le pettorali.
Ma né gli ormoni, né la dieta possono dar luogo ad una mutazione. Quello che è accaduto è di certo un cataclisma del DNA del pesce. Successivi accoppiamenti hanno portato alla creazione di numerose varianti con colore di fondo dal rosso intenso, all'arancio, al giallo con molto pigmento nero su tutto il corpo o solo su parte di esso. Di questa mutazione chiamata PIGEON-BLOOD (sangue di piccione) sono disponibili sul mercato almeno 15 o 20 diverse alternative fra colore, retinatura più o meno rossa e pigmento nero variamente distribuito. Presentato al grande pubblico per la prima volta ad AQUARAMA '91 a Singapore, in tre anni circa è stato visto ormai in tutto il mondo.
La sua robustezza, particolare da non sottovalutare, si è prestata bene a rinforzare varie linee genetiche di allevamento. Oggi incrociato anche con Discus selvatici. Nelle vasche dove li allevo ho riscontrato in questo Discus una forte carica di aggressività e spesso di dominanza sulle altre varietà. Anche qui però la cosa è degenerata Allevatori ed importatori inondano il mercato con varietà simili ai Piegon-blood. Occhio sproporzionatamente grande in rapporto al corpo e forme siluriformi sono alcuni segni inconfondibili che ci portano a dedurre che, la selezione e le cure dell'allevamento non sono state ottimali. Chiaramente un Discus che già da piccolo ha colori smaglianti ha creato nuovo interesse fra gli appassionati. Ma quale sarà il futuro dei Discus? Corsa sfrenata agli incroci? Salvataggio delle varietà selvatiche?
Indubbiamente la seconda domanda è quella che più stimola l'interesse del vero appassionato.
Con la letteratura specializzata esistente oggi in commercio, con le esperienze fatte e scritte da molti appassionati è possibile riuscre ad ottenere delle riproduzioni da pesci selvatici mantenendo ben separati i verdi dai brown, dai blu, dai rossi ecc. senza incroci bizzarri. Da molto tempo ormai la tendenza è quella di riprodurre pensando alla quantità, alla forma del corpo, ai colori, ecc. Nessuno pensa più ad accoppiare con linee di sangue diverse. Di conseguenza oggi è possibile vedere pesci molto attraenti, ma con un livello di difesa immunitario così basso che basta poca igiene e un sovrappopolamento nelle vasche di allevamento perché per esempio una intera covata di piccoli discus possa andare perduta in pochi giorni. Bisogna in futuro allevare pesci che siano portatori genetici di una spiccata resistenza agli agenti patogeni e quindi riprodurli per dare vita ad una nuova forte progenie. Bisognerà, a mio avviso, essere più attenti nel coltivare artificialmente in condizioni di perfetta igiene e sterilità tubifex, larve di zanzara, dafnie, ecc. Vedere nuotare nelle nostre vasche dei pesci belli e- robusti ci ripagherà sicuramente dei sacrifici fatti e delle cure prestate nell'allevare i nostri "gioielli".