(I parte)
testo e foto Heiko Bleher
La scoperta ed il simbolo della fertilità
II primo europeo che si imbattè in un Discus fu il naturalista austriaco Johann Natterer, intorno al 1826, durante il suo viaggio quasi ventennale attraverso il Brasile. Nel 1840 il suo compatriota Heckel descrisse gli esemplari conservati sotto il nome scientifico di Symphysodon discus, ma ci sono voluti altri 100 anni perchè si riuscisse ad importare un esemplare vivo in Europa, come fece Eimeke, nel 1921. Gli indigeni dell’Amazzonia, ovviamente conoscevano molto bene il Discus che ammiravano per la sua bellezza, considerandolo simbolo di fertilità e mai come fonte di cibo.
La riscoperta, la prima importazione e riproduzione
Dopo la descrizione ad opera di Heckel, il Symphysodon discus riapparve nella letteratura scientifica nei lavori di Knel, pubblicato a Vienna nel 1862, di Gunther, pubblicato a Londra nello stesso anno e di Steindachner, pubblicato sempre a Vienna nel 1875. II successivo passo nella storia dei Discus fu la scoperta del francese Jobert, un aristocratico di Lione, architetto dilettante, che sognava di costruire una copia della reggia di Versailles sulle rive del Rio delle Amazzoni, a Tefè. Durante la sua lunga permanenza a Manaus, Tefè e Santarem, Jobert raccolse molti esemplari di Discus che inviava Parigi al dottor Pellegrin che, inizialmente, li classificò tutti come Symphysodon discus, ma in seguito, nel 1904, descrisse gli esemplari originali di Tefè come una varietà di Symphysodon discus. Poco tempo dopo, lo statunitense Carl Eigenmann descrisse i Discus di Tefè ad una sottospecie: Symphysodon d scus aequifasciatum. Lo stesso Eigenmann da anni si occupava di questa specie, avendo già pubblicato nel 1894 uno studio sui Discus con il professor Brady a New York ed uno con Kennedy nel 1903 a Philadelphia. Seguirono negli anni altri tre lavori scientifici sui Discus (Regan 1905, Eigenmann 1910, Hasemann 1911), ma vi si prendevano in considerazione sempre esemplari conservati, fino a quando, nel 1921, 95 anni dopo la prima cattura, Rachow raccontò sulla popolare rivista tedesca ”Blatter” la prima cattura di un Discus vivo.
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Sfortunatamente il pesce, descritto nell’articolo somigliante ad uno Scalare, non sopravvisse a lungo. Solo nel 1928 si registrò il successo nell’importazione di un Discus vivo, negli anni seguenti si susseguirono spedizioni nell’area di Tocatins e Santarem e nuovi Discus apparvero a New York e ad Amburgo. II successo nella riproduzione era ancora un lontano miraggio ed anche se si arrivava alla deposizione della coppia, l’allevamento delle larve sfociava immancabilmente in un disastro perchè gli allevatori allontanavano i piccoli dai genitori, come per le altre specie, condannandoli a morte. Solo grazie ad un’involontaria assenza da casa di un allevatore, si scoprirono le modalita delle cure parentali. Una coppia di Discus depose le uova ed al ritorno a casa dopo qualche giorno, I’allevatore si rese conto che gli avannotti si nutrivano del muco secreto dai genitori e quindi non bisognava allontanarli dopo la schiusa delle uova. Ciò accadeva negli Stati Uniti, nel 1939.