testo e foto di Corinne Toumi

Nomi commerciali e sinonimi

Solo nel 1981 Kullander ha stabilito con certezza che "G." hondae Regan, 1912 e "G." magdalenae Brind, 1943 altro non erano che descrizioni successive dello stesso pesce. "G." steindachneri fa parte del gruppo dei Geophagus detti dalla "bozza rossa", che include anche "G." crassilabris e "G." pellegrini.

Origine

La specie si trova esclusivamente nella zona nord-est dell'America del Sud (Colombia), soprattutto nel Rio Magdalena e nei suoi affluenti. Descrizione

La colorazione di fondo è marrone tenue-grigiastra, ma nel maschio le scaglie della parte posteriore del corpo presentano stupefacenti iridescenze di un verde chiaro metallizzato. Gli opercoli sono molto spesso dello stesso verde metallico intenso. La testa ha una bozza di un tenue rosso vinaccia. A volte appaiono una linea scura orizzontale e sette bande verticali interrotte, principalmente sulle femmine, il cui colore resta molto più spento (i loro opercoli non sfoggiano mai quel magnifico riflesso verde). Ma il principale carattere di dimorfismo sessuale si sviluppa in età adulta ed è costituito da una bozza frontale molto marcata solo nel maschio dominante pronto alla riproduzione. La sagoma del pesce è di un ovale abbastanza allungato, con muso affusolato (ad eccezione della bozza!) e bocca appuntita.

Taglia

Anche se non può essere considerato un ciclide 'nano', questo 'mangiaterra' non è molto grande; il maschio raramente supera i 15 cm, la femmina rimane di una taglia un po' inferiore (10 cm).

Alimentazione

La sua specializzazione alimentare si può già dedurre dal nome del genere: come tutti i Geophagus, "G." steindachneri è un filtratore di substrato (da cui il soprannome di 'mangiaterra'), setaccia i fondali a grandi boccate per estrarvi ogni minima particella commestibile, espellendo la sabbia e i detriti dalla bocca e dagli opercoli branchiali. In acquario si adatta molto bene ad ogni forma di nutrimento, senza farsi scrupolo di venire a reclamare la sua parte in superficie. Accetta di tutto: granulato, artemie, larve di chironomus congelati, polpa di pesce.

Allevamento

"G." steindachneri non è particolarmente esigente relativamente ai parametri fisico-chimici dell'acqua. Acqua dura o acqua tenera, il valore del pH non è significativo, purché si evitino gli eccessi. Non è realmente aggressivo verso le altre specie e accetta tranquillamente dei coinquilini. E' consigliabile allevare almeno un trio, poiché la relazione maschio-femmina non è delle più solide: anche se si tollerano, i partner si frequentano solo per deporre; è saggio, quindi, cercare di proteggere la femmina dal corteggiamento assiduo del maschio dominante. In vasche di comunità, con un volume di almeno 300 litri,'è possibile l'allevamento di un trio di "G." steindachneri con altri ciclidi di taglia similare, ad eccezione di altri esemplari di Geophagus del gruppo dalla "bozza rossa" per evitare rischi di ibridazione incontrollata. "G." steindachneri non danneggia le piante, ma con la sua continua azione di scavo alla ricerca di cibo mette inevitabilmente le loro radici a nudo, per non privarsi di un acquario con piante basta comunque mettere dei piccoli ciottoli attorno all'apparato radicale. Per le stesse ragioni è bene appoggiare le pietre dell'arredamento direttamente sul vetro di fondo, ovviamente il substrato utilizzato dovrà essere fine e senza pericolose asperità. Provvedere ad un sufficiente numero di nascondigli per le femmine. Evitare ugualmente di ospitare più di due maschi adulti in meno di 300 litri d'acqua. Un'ultima raccomandazione, che vale per tutti i "grufolatori" di substrato: è necessario stare particolarmente attenti all'igiene del fondo ed al livello dei nitriti. I Geophagus, per definizione irrefrenabili filtratori di sabbia, sono tra i primi testimoni della funzionalità della colonia di batteri nitrificanti presenti nella sabbia del fondo. Bisogna, poi, essere particolarmente attenti a quei trattamenti che pregiudichino la flora batterica non patogena (antibiotici) e curare correttamente il filtraggio della vasca.

Riproduzione

"G." steindachneri è un incubatore orale ovofilo. La femmina cova uova e larve in bocca sino al completo sviluppo degli avannotti isolandosi rapidamente dopo la deposizione e sarà la sola ad occuparsi dei piccoli. Il maschio attira la femmina in un'area che ha precedentemente pulito e durante la sua attività di preparazione provvede anche ad allontanare energicamente eventuali intrusi. Durante il corteggiamento presenta una curiosa mimica, assolutamente tipica: allunga la bocca esageratamente verso il suolo, a becco d'anatra, e vibra per alcuni secondi, poi si posiziona perpendicolarmente alla sua compagna. La femmina depone le uova al suolo, per poi raccoglierle delicatamente. Le uova vengono poi fecondate in bocca ed il loro numero in genere ammonta ad una ventina a deposizione. Gli avannotti vengono rilasciati dopo circa tre settimane (ad una temperatura di 26° C), con ogni precauzione. La femmina infatti li riprenderà in bocca al minimo pericolo durante le successive tre settimane, ed anche più a lungo se i piccoli non crescono abbastanza in fretta. Al rilascio gli avannotti sono abbastanza grandi da poter accettare naupli di artemia appena schiusi.

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