testo di Livio Leoni
Benché i Ciclidi nani del genere Apistogramma siano abbastanza adattabili l'acquario biotopo è sicuramente la scelta migliore, oltre che esteticamente gradevole, per allevarli e riprodurli con successo. Gli habitat naturali dove è possibile trovarli sembrano essere principalmente piccoli corsi d'acqua, ruscelli e pozzanghere. Spesso si tratta di ambienti temporanei che rischiano di prosciugarsi con la siccità determinando la morte della popolazione ittica. Ricreare simili ambienti effimeri però non è certo il sogno di noi ciclidofili.
Apistogramma nijsseni maschio |
Apistogramma nijsseni femmina |
Apistogramma hongsloi |
Dicrossus cf. maculatus |
Apistogramma macmasteri |
Apistogramma borelli |
Teleocichla sp. IV |
Teleocichla cinderella |
Teleocichla sp. I |
Teleocichla centratchus |
Teleocichla sp. II |
Teleocichla sp.II |
Bibliografia
- Konings A. (Editor) 1993 - Enjoying cichlids. Cichlid Press, St. Leon.
- Linke H., Staeck W. (1994) Ciclidi ame¬ricani I: i Ciclidi nani. Tetra, Milano.
La piccola taglia di questi Ciclidi e la tendenza a frequentare le zone vicine alla riva con numerosi nascondigli sono probabilmente strategie antipredatorie per difendersi da Caracidi predatori e Ciclidi del genere Crenicichla. Nelle acque sudamericane i nascondigli solo raramente sono offerti dalla vegetazione, ma più frequentemente da radici e rami di alberi o da un folto strato di foglie di piante emerse depositatesi sul fondo.
Benché spesso abbia utilizzato vasche di dimensioni ridotte (50 1) per allevare e riprodurre alcune specie di Apistogramma quali A. cacatuoides, A. macmasteri e A. nijsseni, solo in vasche oltre i 150 1 di volume ho potuto osservare i comportamenti sociali e eventuali interazioni tra specie diverse. Come substrato ho sempre utilizzato ghiaia molto fine mista a sabbia non calcarea. Per esaltare la livrea di questi Ciclidi il substrato deve essere scuro. L'altezza del fondo, se vogliamo avere una buona vegetazione, dovrebbe essere di almeno 8-9 cm. Come nascondigli ho sem¬pre utilizzato noci di cocco rivestite da Muschio di Giava ( Vesicularia dubyana) e numerose radici o legni. Alcuni di questi legni provengono da fontanili che visito durante le mie escursioni naturalistiche. Essendo stati pescati in acque limpide e pulite non adotto ulteriori tecniche di pulizia. Nei casi di dubbio comunque una bollitura è la soluzione consigliata. Il pezzo, tra quelli raccolti, che in assoluto preferisco è una radice, dal diametro di circa 30 cm, che ha inglobato nella sua crescita alcuni ciottoli di fiume di grandi dimensioni. Estrada dal sedimento in cui si trovava sì è rivelata un'operazione non priva di difficoltà e molto faticosa. Spesso inoltre sistemo temporaneamente (per alcuni mesi) i legni in grandi catini ripieni d'acqua dove completeranno il processo di stagionatura.
Le noci di cocco che fungeranno da substrato per la deposizione, odio le anforine o i vasi di terracotta che vengono spesso utilizzati con successo, dovrebbero essere posizionate il più distanti possibile tra loro circondate da vegetazione per permettere delle riproduzioni tranquille. Le specie di piante acquatiche che possono essere introdotte sono innumerevoli. Di gradevole effetto estetico sono le Cryptocoryne che se ben illuminate tendono a ricoprire il fondo. Echinodorus quadricostatus, tra le tante specie del genere, è decisamente consigliabile perché non cresce eccessivamente e ricopre tutto il substrato disponibile fornendo però spazio tra le foglie per avannotti e femmine. Hydrocotyle leucocephala è spesso presente nelle mie vasche come pianta galleggiante. Apistogramma borelli è riuscito a riprodursi tra l'intrico delle foglie galleggianti quando in vasca erano presenti specie dal carattere più aggressivo come A. cacatuoides o A. steindachneri. I miei sensi di colpa nei confrónti di A. barelli sono del tutto scomparsi quando dalla letteratura specializzata ho appreso che spesso diverse specie di Apistogramma preferiscono la zona superficiale qualora sia presente una fitta copertura di Eichornia o Salvinia.
Accessorio utile nelle vasche destinate a Ciclidi nani è l'impianto di diffusione di anidride carbonica. Anche un semplice sistema dove periodicamente si debba rifornire la campana di anidride carbonica fertilizza adeguatamente le piante. Altro accorgimento utile è l'utilizzo di torba nell'impianto di filtraggio.
Come avrete sicuramente notato non si è mai parlato di valori chimici dell'acqua. Attualmente, tranne esemplari di cattura, la maggior parte delle specie di Apistogramma possono essere mantenute con acqua di pH neutro o leggermente acido di durezza media. E' vero che con pH acidi le pinne crescono maggiormente o presentano filamenti più lunghi, ma non sempre i risultati ripagano lo sforzo dell'appassionato. Di maggiore importanza è la qualità dell'acqua. Non lasciamoci confondere dal fatto che i Ciclidi nani siano di dimensioni ridotte. Il filtraggio deve essere efficiente e i cambi parziali si devono susseguire con ritmo settimanale attestandosi intorno al 15% della capacità della vasca. Una corrente di notevole portata in acquario non risponde alle esigenze delle diverse specie. Per la riproduzione invece i valori chimici assumono notevole importanza. Per le specie più comuni sul mercato come A. cacatuoides, A. barelli e A. macmasteri un'acqua dalle caratteristiche già citate può andare be¬nissimo. Nel caso di specie più esigenti, invece, conviene ripiegare su vasche più piccole riservandole alle diverse coppie dove sarà più facile lavorare sui valori. La temperatura dell'acqua può attestarsi su valori di 24-25 C che permetteranno un vita più lunga agli Apistogramma. A. cacatuoides non ha mai vissuto nei miei acquari per più di 2 anni per esempio, mentre altre specie sembrano rivelarsi più longeve (A. agassizi).
L'alimentazione non presenta alcun problema: Artemia surgelata, mangimi in scaglie, pastoni. Cibo vivo come Cladoceri (Daphnia) e Copepodi sono sicuramente ben accetti. Per le larve nei primi giorni di vita sì può ripiegare su naupli di Anemia, ma in un acquario funzionante da tempo saranno sempre presenti microrganismi in grado di sfamare le larve o di integrarne la dieta.
Per rendere meno timidi i Ciclidi nani conviene introdurre in vasca Caracidi, Lebiasinidi o altri piccoli pesci. I miei preferiti sono sempre stati Megalamphodus megalopterus, Nannostomus beckfordi (i pesci matita mi fanno impazzire) e come abitanti di superficie Carnegiella strigata. Tranne l'ultima sono specie abbastanza resistenti e semplici da allevare al punto che spesso gli accoppiamenti hanno esito positivo se è presente una folta vegetazione acquatica che permette alle larve di nascondersi quando sono nei primi stadi di sviluppo. Per il fondo la scelta può sbizzarrirsi tra le varie specie di Corydoras nonostante altri allevatori li sconsiglino perché cacciano la prole di Apistogramma. E' importante acquistarne un gruppetto di almeno 6 esemplari. In acquari arredati sconsiglierei le diverse specie di Peckoltia che, sebbene siano di colorazione vivace e di comportamento interessante, massacreranno la vegetazione riducendo le foglie di Echinodorus (soprattutto le specie a foglia larga) alla sola nervatura. Se vi fate tentare comunque mettete in conto di lessare zucchine quasi giornalmente per tentare di sfamare simili tosaerba. Più adeguate sembrano essere le varie specie di Loricarìa o Rineloricaria.
Chi ha allestito vasche simili sa che il risultato è eccezionale, ma raramente gli Apistogramma riusciranno a crescere i propri avannotti data la voracità dei coinquilini. In questo caso conviene prelevare le larve quando iniziano a nuotare sotto lo sguardo vigile della madre aspirandole con un tubo. E' preferibile non prelevare l'intera covata per poter controllare se la madre adotta cure parentali adeguate. Se ciò non avvenisse consiglio di eliminare la prole e di evitare che la madre si riproduca nuovamente (ciò non significa sopprimerla). Penso che si debba perseguire la diffusione di Ciclidi dai comportamenti "naturali" per non arrivare a selezionare pesci come nel caso della maggior parte degli Scalari che sistematicamente depongono e sono incapaci di accudire la covata.
A chi volesse allestire un acquario "naturale" propongo una vasca alternativa dove non sia presente vegetazione acquatica, ma il fondo di sabbia sia ricoperto da numerosi strati di foglie secche di Quercia. I Corydoras sembrano divertirsi molto in simili arredamenti intrufolandosi e facendo capolino tra le foglie. E' una vasca di grande effetto, ma forse ne racconterò l'allestimento un'altra volta.
Dato che nella maggior parte delle specie di Apistogramma i maschi possiedono un harem converrebbe acquistare diverse femmine per maschio, ma solo se c'è sufficiente spazio per i territori. Infatti il maschio pattuglia un territorio molto esteso dove vivono varie femmine. Purtroppo non è possibile dare indicazioni generali. Da personali esperienze, che avrebbero bisogno di ulteriori conferme, nel caso di A. cacatuoides per due femmine e un maschio è necessaria una vasca di un metro di superficie di fondo (dalla larghezza di circa 40 cm), mentre per un maschio e 3 femmine (tutte con prole) di A. macmasteri una vasca di circa 50 1 si è rivelata più che sufficiente.
Una volta che la prole è nata la femmina si dedica alle cure parentali scacciando tutti gli altri pesci e molestando il maschio che rischia di subire la violenza del partner se la vasca non è adeguatamente capiente. Quando la femmina non è pronta per la riproduzione invece avviene il contrario: il maschio corteggia continuamente la femmina che sarà notevolmente infastidita. Inutile sottolineare nuovamente l'importanza di un acquario capiente. Anche in questo caso, comunque, Caracidi e altri pesci possono servire per stornare l'attenzione della coppia. Spesso gli allevatori preferiscono allontanare il maschio dopo l'accoppiamento, ma in vasche arredate non mi sì è mai presentata la necessità.
Per concludere vorrei consigliare alcune specie "facili". Gli americani parlano di gruppo ABC. Con queste tre lettere intendono Apistogramma agassizi, A. barelli e A. cacatuoides. Sicuramente sono specie che non pongono particolari problemi, che si trovano sul mercato comunemente e che presentano costi abbordabili. Tranne la seconda dimostrano un carattere deciso benché assolutamente non paragonabile a quello di certi attaccabrighe dei Ciclidi dei grandi laghi africani (Mbuna forse?), e nella maggior parte dei casi A. agassizi domina A. cacatuoides. Solo A. steindachneri nella mia esperienza è stato in grado di sottomettere maschi adulti di A. agassizi. Le femmine sono facilmente riconoscibili per le dimensioni minori e per la colorazione giallastra. Non credo convenga introdurre più di un paio di specie diverse per acquario per evitare confusione eccessiva. Come al solito si consiglia di non accostare Apistogramma simili, soprattutto nel caso del sesso femminile come per A. macmasteri e A. viejita, o varietà diverse della stessa specie per impedire ibridazioni indesiderate o frequenti scaramucce tra gli esemplari.
Adesso la palla passa a voi. Le specie di Apistogramma si aggirano intorno al centinaio. Per non parlare di tutti gli altri generi, come potete vedere nelle fotografie di questo articolo. Direi che ce n'è per tutti i gusti e ... arnvederci in Africa.