Testo e foto di Jan Miguel Artigas Azas
Rio Otopa |
C. salvini femmina |
C. salvini subadulto |
Rio Chacamax |
C. salvini maschio |
Laguna de las Ilusiones |
C. salvini proveniente dalla laguna di Nakajuca |
Zone geografiche |
C. salvini femmina durante le cure parentali |
C. salvini femmina con uova |
Questo bellissimo Ciclide è diffuso nelle lagune e nei fiumi del versante atlantico del Messico dove viene chiamato Pico de gallo dalla popolazione locale. Secondo sterra, nella sua leggendaria Enciclopedia dei pesci d’acquario, questa specie è stata importata per la prima volta in Germania nel 1912, molti anni dopo fece la sua apparizione negli Stati Uniti per poi cadere nell’oblio fino a qualche decennio fa. Infatti nonostante la sua stupenda colorazione lo abbia reso celebre, la sua altrettanto nota aggressività gli ha impedito una larga diffusione negli acquari. Come tutte le specie del genere Cichlasoma anche il C. salvini ha attraversato e continua ad attraversare tempeste tassonomico-sistematiche che gli fanno cambiare nome ad ogni nuova pubblicazione scientifica, passando da Parapetenia a Nandopsis, genere che molto probabilmente sarà ristretto al più antico estinto rappresentante dei Ciclidi del Centro America, Cichlasoma woodringi, dell’isola di Hispaniola.
Vista la complicata situazione sarà bene seguire il consiglio di Sven O. Kullander e usare la parola Cichlasoma tra virgolette: “Cichlasoma” salvini. Personalmente ritengo che “C”. salvini sia molto simile al “C”. trimaculatum per morfologia, livrea ed etologia, soprattutto per quanto riguarda la varietà di trimaculatum che vive nel corso superiore del Rio Grande nel bacino del Rio Coatzacoalcos dove le loro aree di diffusione sono molto vicine. In questa zona i giovanili di “C”. salvini mostrano le tre macchie tipiche del “C”. trimaculatum tanto che le due specie a questo stadio sono praticamente indistinguibili. “C”. salvini ha un’ampia distribuzione nei fiumi del versante atlantico del Messico, Belize, Guatemala e Honduras, la località più settentrionale in cui io l’abbia localizzato è il Rio Otapa, nello stato messicano di Veracruz (19° N.L. 96°30 W.L.), ma arriva anche nei fiumi a sud dello Yucatàn nel Messico e nel Belize.
Questa specie vive nei fiumi e nelle lagune costiere d’acqua dolce anche nel basso corso del Rio Usumacinta, al massimo a 500 metri d’altitudine. "C". salvini è diffuso nelle zone di giungla e di foresta tropicale in cui enormi alberi e vegetazione lussureggiante ombreggiano le rive dei fiumi e delle lagune il cui fondale è completamente ricoperto da foglie e rami caduti. Normalmente la visibilità nell'acqua non è alta anche se, durante la stagione secca, può arrivare fino a 5 metri nelle zone di acqua chiara che sono localizzate principalmente alle sorgenti di alcuni fiumi. D'altro canto le lagune di Tabasco, del basso corso del Rio Grijalva e dell'Usumacinta hanno acque torbide e fangose. Da queste zone proviene una varietà di "C". salvini molto più bella di quella diffusa nei nostri acquari che invece proviene probabilmente dai fiumi del Guatemala. L'acqua in cui vive questa specie è sempre molto alcalina con pH che varia da 7.5 a più di 8. La durezza oscilla a seconda della zona da 8° DH a più di 50. Anche la temperatura va da 24°C a 30°C con una media di 26°C durante la stagione secca. I "C". salvini di solito abitano in aree con molti rifugi formati da abbondante vegetazione e rami caduti in acqua, gli esemplari giovanili preferiscono le zone di forte corrente dal fondale roccioso mentre i maschi adulti stabiliscono i loro territori in acqua a corrente bassa in mezzo a grovigli di rami od altri rifugi anche perchè la loro abbagliante livrea li rende prede facilmente localizzabili dagli uccelli che si nutrono di pesci. Data la sua vasta diffusione questa specie divide gli habitat con una lista infinita di altri ciclidi come tutte le specie di Thorichthys, Paratheraps bifasciatus, P. fenestratus,P. synspilus, P. melanurus, P. zonatus, Paraneetroplus nebuliferum, Pa. bulleri, Pa. gibbiceps, Pa. omonti, Theraps coeruleus, T. lentiginosus, T. irregularis, Vieja regani, V. argentea, V. maculicauda, Amphilophus robertsoni, A. nourrisatti, Archocentrus spilurus, "Cichlasoma" heterospilum, "C". intermedium, "C". pearsei, "C". godmani, Nandopsis urophthalmus, Parachromis friedrichstahlii, Pa. managuense e Petenia splendida. "C". salvini non è un pesce di grande taglia, i maschi raggiungono al massimo 18 cm di lunghezza totale, mentre le femmine rimangono intorno ai 14 cm. E' la femmina ad avere la livrea più accattivante con i colori più brillanti nelle zone ventrale e dorsale con una componente di rosso acceso, che varia a seconda della provenienza geografica, che è invece quasi totalmente assente nel maschio. Fa eccezione la varietà del Rio Candelaria in Messico in cui entrambi i sessi sono colorati vivacemente con il ventre rosso. Le femmine si distinguono facilmente per una macchia nera bordata di blu nella metà della pinna dorsale. La livrea riproduttiva in entrambi i sessi presenta una diminuzione delle zone bluastre intorno alla linea laterale e alcune marcature nere sul labbro superiore, sul peduncolo caudale, lungo la linea laterale e sui fianchi.
Gli esemplari giovanili si distinguono facilmente dalle altre specie per una macchia nera e tonda sulla metà dei fianchi. In natura questo ciclide è onnivoro e si nutre prevalentemente di insetti e piccoli organismi acquatici, l'esame del contenuto intestinale di cinque esemplari provenienti dal nord Guatemala ha rilevato un'abbondante componente vegetale. Nella stagione secca, tra dicembre e maggio l'acqua dei fiumi e delle lagune in cui vivono i "C". salvini diventa più calda e più trasparente ed è in questo periodo che le coppie appena formatesi cercano un albero sommerso od un intrico di legname dove stabilire il territorio per la riproduzione. Nonostante la taglia media questa specie dimostra un'alta aggressività ed una coppia difende una zona di circa due metri di diametro anche contro ciclidi più grandi. Di solito la colorazione appariscente basta a scoraggiare gli altri pesci ad avvicinarsi. La coppia deposita le uova in un tronco cavo, o su un'altra superficie legnosa verticale che è stata precedentemente pulita con la bocca, quasi sempre verso l'alba. In acquario la riproduzione dura quasi due ore, ma già da 24 orea prima sono evidenti le papille genitali dei due pesci. La femmina depone fino a 500 uova giallastre o verdastre, lunghe quasi 2 mm lungo l'asse maggiore, in file circolari leggermente separate le une dalle altre, per ogni passaggio vengono lasciate circa 10 uova. Il maschio segue da presso e ricopre le uova con una nuvola di sperma. Una volta terminata la deposizione il maschio si ritira assumendo la difesa del territorio, la femmina rimane vicina alle uova usando le sue pinne pettorali per creare un movimento d'acqua che le ossigeni. Le uova danneggiate o non fertilizzate diventano bianche e sono immediatamente mangiate dalla femmina, credo per evitare che un'infezione fungina possa danneggiare il resto della covata. La madre si allontana dalle uova solo per brevi periodi, in cerca di cibo lasciando il suo posto al maschio. Il cambio della guardia è preceduto da parate in cui i riproduttori si allineano fianco a fianco. Qualche giorno dopo (solo 2 in acquario con temperatura a 28°C) le uova si schiudono e le larve vengono trasportate dalla madre con l'aiuto della bocca in una piccola buca od in una cavità del tronco. Possono essere spostate diverse volte fino a quando non avranno consumato il sacco vitellino. Appena in grado di nuotare gli avannotti si avventurano alla ricerca di piccole particelle edibili nel sedimento che ricopre il fondo. A questo stadio presentano una linea longitudinale nera lungo i fianchi. Ho osservato che la coppia non lascia allontanare gli avannotti al di fuori dell'intrico di rami, rifugio che viene usato anche per la notte. Il maschio affronta ogni pericolo, se tenere testa all'intruso non risulta possibile si allontana fino al cessato allarme, ma si dimostra comunque più coraggioso dei maschi delle altre specie del Centro America. La femmina rimane sempre vicina agli avannotti che vengono guidati con movimenti del corpo e delle pinne in zone sicure. Le cure parentali durano circa un mese alla fine del quale i piccoli misurano quasi 2 cm di lunghezza. Man mano che i giorni passano gli avannotti si allontanano sempre di più guidati dalla curiosità fino a che smettono completamente di rispondere ai segnali dei genitori e li abbandonano rifugiandosi in acque più basse con vegetazione fitta ed intricata. Il grande numero di uova deposte per mantenere costante la popolazione ci fa capire a quanti pericoli siano esposti i piccoli durante il loro sviluppo. Così come altri ciclidi che vivono nello stesso habitat possono perdere intere covate per le forti precipitazioni durante la stagione secca che producoono violente correnti che trasportano via gli avannotti. In questi casi i genitori devono arrivare di nuovo ad essere in condizioni di deporre, processo che costa moltissima energia.
Gli avannotti di "C". salvini crescono molto velocemente e nel giro di due anni sono pronti per contribuire alla sopravvivenza della specie, periodo che in acquario è più breve grazie alla continua disponibilità di cibo. Per allevare con successo questa specie in acquario è necessario considerare l'altissima aggressività intraspecifica che rende quasi impossibile tenere più di un maschio adulto nella stessa vasca. A mio avviso l'ideale è iniziare con un gruppo di esemplari giovanili in un acquario di almeno 150 cm di lunghezza. Per diminuire l'aggressività si possono far coabitare con pesci troppo grandi per essere mangiati che i "C". salvini tendono a tollerare, fuori dal periodo di riproduzione, od allevarli con specie che amano nuotare, il tutto in un acquario ricco di nascondigli. E' importante che la temperatura non scenda mai al di sotto dei 24°C, e che l'alimentazione non comprenda mangimi con alti contenuti di grassi che potrebbero causare problemi digestivi. Pesci, gamberi crudi ed altri alimenti di origine marina sono ottimi, ma vanno somministrati con parsimonia per evitare esemplari grassi e ipercresciuti che avranno difficoltà a riprodursi. Seguendo queste regole e mantenendo la qualità dell'acqua ottima difficilmente non avremo la gioia di vedere i nostri "C". salvini riprodursi. Se la coppia abita in un acquario più piccolo di 200 cm di lunghezza è bene togliere tutti gli altri maschi che saranno uccisi dal dominante. Due o tre femmine possono coabitare in un acquario lungo almeno 180 cm con moltissimi nascondigli. Altrimenti è meglio spostarle. La maggior parte delle volte questa specie non ha difficoltà ha difendere un territorio per la riproduzione anche in presenza di pesci di taglia più grande, anzi spesso la coppia di "C". salvini occuperà almeno metà acquario insegnando ai coinquilini ad evitare accuratamente di avvicinarsi. Per questo motivo lo spazio a disposizione deve essere adeguato per non correre il rischio di combattimenti dall'esito drammatico. E' bene lasciare i piccoli con i genitori, separando l'intera covata interromperemmo il ciclo riproduttivo ed il maschio avrebbe la pretesa di riprodursi immediatamente, cosa impossibile per la femmina che soccomberebbe alle sue continue aggressioni . In questi frangenti è meglio separare i riproduttori. Nutrendo gli avannotti almeno due volte al giorno con naupli di Artemia e praticando generosi cambi d'acqua dopo due mesi avremo dei piccoli "C". salvini lunghi 2 cm. La coppia di riproduttori che vive in un acquario di comunità mantiene una relazione stabile nel tempo, disaccordi possono sopraggiungere quando si rompe il ciclo riproduttivo o per eccessivo stress dovuto anche all'inesperienza, è allora importante separare la femmina o procurarle nascondigli supplementari. Se sono presenti altre femmine il maschio potrà ricominciare con loro, lasciando riposo alla sua precedente compagna.
BIBLIOGRAFIA
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