Testo e foto di F. Warzel

Secondo me questo fiume è uno tra i più belli dell’Amazzonia e non perdo mai l’occasione di poterci andare a pescare. In una delle mie spedizioni ho visitato i dintorni della piccola città di Altamira, dove si trova il Balneario Pedral, un accesso allo Xingrè con una bellissima spiaggia con poca sabbia e molte rocce vulcaniche dalle forme bizzarre, appuntite e piene di cavità, fessure e tane abitate dalle Teleocichla, ma anche da molti Loricaridi. I valori chimico-fisici dell’acqua di questa sorta di piscina naturale dove la popolazione locale va a bagnarsi sono pH tra 6 e 6,5; 3,6 T.H. e 7 T.A.C., l’acqua è chiara e durante tutto l’anno la temperatura si mantiene intorno ai 30° C nelle zone di forte corrente, mentre sale fino a 33° C nei recessi più calmi. In questo habitat sono diverse le specie che si possono incontrare:


Teleocichla monogramma ha uno spiccato comportamento gregario

Probabile maschio di Teleocichla sp.III

Teleocichla centrarchus

Teleocichla sp. I vive sopra le roccie nelle zone di forte corrente

Teleocichla sp. II femmina

Teleocichla sp. II maschio

Teleocichla sp. III

Teleocichla centrarchus

Teleocichla sp.IV maschio

Teleocichla sp. IV femmina

Area diffusione Teleocichla

Teleocichla sp. III maschio

Teleocichla sp. III femmina
Teleocichla monogramma: vive tra le rocce, ma esclusivamente sul fondale sabbioso. Il corpo è beige e sui fianchi si trova una fila di macchie scure. Il nome che le ha dato Kullander deriva dalla presenza di una sola linea laterale. Osservando in natura gli esemplari semi-adulti, che erano numerosi, ho avuto l’impressione che si trattasse di una specie dallo spiccato comportamento gregario, almeno fino alla maturità sessuale che non avevano ancora raggiunto alla taglia di 8 cm. In acquario i maschi di questa specie sono cresciuti fino ad 11 cm di lunghezza, mentre le femmine sono rimaste intorno agli 8 cm. In caso di pericolo queste Teleocichla si nascondono sotto le pietre o s’infilano in fessure strettissime, senza però dimostrare di preferire un nascondiglio piuttosto che un altro, né le ho mai viste insabbiarsi. Quando il pericolo si allontana riappaiono immediatamente.

Teleocichla gephyrogramma: è una specie che vive esclusivamente sopra le rocce, spesso in mezzo al fiume dove la corrente è maggiore. Popola le zone rocciose coperte di Aufwuchs in cui si trovano infinite caverne, fessure e gole. le coppie adulte difendono un territorio al centro del quale si trova la grotta in cui deporranno. Questi pesci si riconoscono facilmente, i due rami della linea laterale sono quasi legati, così come indica il loro nome (gephyra in greco vuol dire ponte e gramma linea). Lungo il corpo, in alto ed al centro, hanno delle macchie rotonde marroni. Nella femmina sono molto più appariscenti ed il ventre è rosa. Le pinne sono trasparenti, ma il maschio ha la dorsale gialla listata di bianco e di blu come la caudale. Credo che la lunghezza massima sia di 6,5 cm nei maschi, un po’ meno nelle femmine.

Teleocichla sp. I: Nello stesso habitat, quindi sopra le rocce ed in piena corrente, si trova un’altra specie che mi sembra molto simile alla precedente sia per la livrea sia per la capacità di infilarsi in fessure tra le rocce larghe appena qualche millimetro. Entrambi i sessi hanno il disegno a macchie marroni, il ventre delle femmine è rosso metallico. Le pinne dorsale e caudale del maschio sono allungate e bordate di blu chiaro e di bianco, la dorsale delle femmine invece ha una banda rossa lungo la base. Questi pesci sono ancora più affusolati di T. gephyrogramma, con la testa più bassa ed appuntita e la coda più lunga. Il diametro del corpo è di 3/4 mm e non sorpassano i 5,5 cm di lunghezza. Hanno un’unica linea laterale ininterrotta.

Teleocichla sp. II: Nello Xingrè vive anche la Teleocichla più grande che si conosca che arriva a 15 cm di lunghezza totale. E’ chiamata anche la T. nera perché durante la difesa del territorio o nel periodo riproduttivo la livrea di questa specie è completamente nera, salvo una striscia bianca all’inizio della pinna dorsale e la metà superiore della caudale. Il loro disegno “normale” consiste in una sequenza di macchie irregolari nere sul fondo grigio del corpo, dal muso al peduncolo caudale. Anche questa specie ama la corrente forte e le zone rocciose, ma rimane in acque profonde e vive sotto le rocce, in modo da avere sempre sulla testa un tetto sotto al cui passano gran parte del loro tempo ferme, appoggiate sulle pinne ventrali. Si possono vedere anche esemplari che planano nell’acqua, con la pinna caudale rivolta verso il basso, muovendo solo le pettorali. Sono abili nuotatori ed è difficile catturarli, purtroppo sono anche molto delicati e basta una piccola ferita per ucciderli. Per prenderli senza problemi sono stato costretto a tagliare i retini!

Teleocichla centrarchus: nel 1994 sono stato di nuovo nello Xingrè, ma questa volta a Sao Félix du Xingù. A causa della strada terribile il nostro viaggio in auto è stata una vera avventura, ma questa volta le mie pene ed i sacrifici dei miei compagni sono stati ripagati da un successo incredibile. Siamo risaliti con una barca fino alle rapide di Chadasinho, dove il fiume si ramifica e scorre in diverse rapide formando delle pozze di acqua profonda. Naturalmente si trovano anche delle zone di acqua calma, con sabbia sul fondo mista a pietre e foglie morte, qui abbiamo trovato, spesso in compagnia di T. monogramma, T. centrarchus, che è la specie tipo del genere. Questi pesci vivono sulla sabbia, tra grandi rocce, ma spesso nuotano in acqua libera e si nascondono sono in caso di un pericolo immediato o per la riproduzione. Per la forma del corpo questa specie ricorda T. proselytus del Rio Tapajòs, soprattutto per quanto riguarda i maschi che hanno le pinne dorsale e caudale estremamente allungate. Per la forma della testa invece i maschi ricordano T. cinderella del Rio Tocatins, perché hanno il muso lungo e rivolto verso il basso. Sfortunatamente i maschi non hanno quasi colori, salvo una luminescenza blu sul corpo ed una bordatura rossa sulla pinna dorsale. Invece le femmine adulte sono molto belle: hanno il ventre rosso e lungo i fianchi una fila di macchie marroni che diventano turchesi durante la stagione di riproduzione. I maschi superano difficilmente i 9 cm di lunghezza, mentre le femmine rimangono intorno a 6,5 cm.

Teleocichla sp. III: A Cachoeira si trovano anche delle piccole pozze con il fondo sabbioso disseminato da ciottoli, in cui l’acqua scorre rapidamente. Qui abbiamo catturato questa specie nuova di cui avevamo visto in precedenza solo una femmina, vicino ad Altamira. Queste Teleocichla si riconoscono per i piccoli puntini neri nella parte inferiore della pinna dorsale e sulla schiena. Nel loro habitat entrambi i sessi occupano delle caverne con intorno un grande territorio che controllano e difendono stazionando su dei sassi o su altre sporgenze. Frequentano l’acqua libera più che le altre specie, ma non nuotando normalmente, si alzano quasi planando sulla corrente. I maschi raggiungono gli 8 cm di lunghezza, le femmine non sorpassano i 6. Il dimorfismo sessuale è evidente: i maschi hanno il corpo chiaro ed una larga banda gialla sulla dorsale, inoltre sia la dorsale che la parte superiore della caudale sono bordate di bianco e marrone. Le femmine sono veramente belle: hanno il corpo giallastro, il ventre rosa e sul dorso appaiono delle barre verticali larghe e scure dai riflessi bluastri. le pinne sono più corte di quelle dei maschi e la dorsale e la caudale sono listate di rosso.

Teleocichla sp. IV : Il giorno del nostro arrivo a Sao Félix du Xingù era domenica e poiché durante la stagione secca il caldo è insopportabile erano molte le persone arrivate sulla spiaggia per fare il bagno. La spiaggia in realtà è un immenso banco di sabbia bianca e fine situato sull’altra riva del fiume ed i bagnanti la raggiungono in barca. Noi, per evitare la folla e poter pescare tranquillamente siamo scesi nel mezzo del fiume dove delle rocce formavano un isolotto. Qui l’acqua chiara scorreva rapidamente su delle enormi rocce piatte dagli spigoli aguzzi, ma c’erano anche dei passaggi poco profondi, da uno a due metri, riempiti di sabbia e ciottoli. Rivoltando le pietre e dando un veloce colpo di retino siamo riusciti a catturare qualche esemplare di una specie completamente diversa da tutte le altre Teleocichla. Era senza dubbio un maschio e poco dopo abbiamo catturato una femmina, però avevamo bisogno di più esemplari sia per la descrizione scientifica, sia per portarli a casa e cercare di riprodurli. Il giorno seguente abbiamo pescato ad un’ora di distanza, più in alto, nei pressi di una piccola rapida chiamata Cachoeira Traversale. Lì abbiamo trovato un isolotto di sabbia circondato da vari passaggi dal fondale sabbioso e ciottoloso. La corrente era molto più forte nei passaggi stretti e bassi che in quelli larghi e profondi. Cercavo un canale che presentasse le condizioni in cui avevo pescato il giorno precedente, ma la corrente era sempre un po’ più forte, ad una profondità di 80 cm facevo molta fatica a lottare contro la corrente per rivoltare tutte le pietre sul fondo. Le Teleocichla messe allo scoperto non nuotavano molto lontano cercando subito un altro nascondiglio. Questa specie vive tra i ciottoli in territori molto piccoli ed un solo maschio può controllare un harem numeroso. Tra gli esemplari catturati i maschi erano molto più rari delle femmine che erano tutte pronte per la deposizione, ciò mi ha fatto pensare che la stagione riproduttiva cominciasse in agosto, ed in effetti ho trovato anche una trentina di uova deposte da poco, tanto che non erano ancora sviluppate. Di colore giallo accesso avevano un diametro di circa 2 mm ed erano state attaccate al di sotto di una pietra che formava il tetto di una caverna. Questa specie, come già detto, è diversa da tutte le altre del suo genere: ha un corpo corto ed alto, il muso e le pinne arrotondate, poiché restano ferme per lungo tempo sul fondo ricordano gli Eretmodini del lago Tanganica. Pur sembrando goffi sono agili e scattanti tanto da essere difficili da catturare, escono come fulmini dal loro nascondiglio ed in acquario c’è il rischio che si feriscano o che saltino fuori. E’ una specie compatta, anche la lunghezza non supera i 6,5 cm nei maschi mentre le femmine rimangono più piccole. Le barre verticali nel maschio risalgono fino alla pinna dorsale, alcune sembrano doppie e risaltano sul fondo giallastro. Al centro del corpo gli interstizi tra i disegni possono essere di un rosso molto forte, ma variano da individuo ad individuo. La pinna dorsale ha una larga banda gialla od arancione ed una listatura bianca. Nella parte superiore della pinna caudale si notano dei riflessi bianchi e rossi. le femmine sono più paffute con il ventre rosso, le bande verticali sul corpo sono separate meno nettamente che nei maschi tanto che spesso il dorso sembra marezzato. Le bordature della pinna dorsale sono meno accese, ma hanno delle macchie molto scure disposte in una fila regolare.

ALLEVAMENTO E RIPRODUZIONE

Dai viaggi sopra citati ho riportato diversi esemplari che ho potuto allevare e riprodurre nei miei acquari e queste sono le mie esperienze, specie per specie.

T. centrarchus Kullander, 1988
Forse gli ittiologi non saranno d’accordo, ma questa specie ricorda moltissimo T. monogramma, tanto che sia sullo Xingrè, sia a casa, ho avuto molte difficoltà a distinguere le une dalle altre. Comunque in acquario questa specie non dà battaglia ai suoi congeneri ed in una vasca lunga 100 e larga 50 cm si possono allevare 1 maschio e 3 femmine. I maschi si riconoscono facilmente fin da piccoli, oltre che per la diversità di livrea di cui ho già parlato, sono sempre gli esemplari più grandi! Nelle mie vasche questi pesci hanno mostrato un appetito enorme e dopo qualche settimana dall’arrivo il maschio si è riprodotto a turno con tutte le tre femmine che avevano occupato dei nascondigli strettissimi. Le riproduzioni non sono mai state contemporanee quindi non si può parlare, se non entro certi termini, di poligamia della specie. Le mie femmine erano giovani e le uova deposte non hanno mai sorpassato la ventina, mentre il risultato della riproduzione è ancora più modesto: fino ad oggi ho allevato 5 e 7 giovani in due differenti covate, ma un mio amico che ha comprato degli esemplari adulti ha ottenuto fino a 40 piccoli. Ad una temperatura di 27° C e 7 T.H.f e
da 5,5 a 7 T.A.C. le uova si schiudono 5 giorni dopo la deposizione, ma bisogna attenderne altri 8 perché la madre esca dal nascondiglio con la covata che le rimane accanto in gruppo serrato; solo in caso di pericolo si posano velocemente sul fondo. I piccoli misurano circa 7 mm, ma dopo due mesi sono già lunghi 3,5 cm ed un mese dopo diventa evidente il dimorfismo sessuale. Le femmine sono delle ottime madri e normalmente non perdono neanche un piccolo, né contro pesci della stessa taglia, né per la corrente od altri inconvenienti.

T. monogramma Kullander, 1988
Tra i pesci riportati a casa c’erano 8 esemplari identificati come T. monogramma. Eravamo riusciti a catturare solo dei giovanili lunghi 6 cm, ma nel mio acquario sono cresciuti fino ad 11 cm il maschio e 8 cm la femmina. Entrambi i sessi avevano una bordatura bianca e rossa sulla pinna dorsale e le femmine presentavano il ventre rosa, ma sfortunatamente non sono mai riuscito ad ottenerne la riproduzione. I maschi sono diventati talmente aggressivi tra loro che anche in un acquario lungo 140 cm e largo 50 si sono uccisi ed il superstite ha causato la morte delle femmine. La stessa cosa è successa ai miei compagni di viaggio che avevano soggetti della stessa specie e questo dimostra che il successo con le Teleocichla si ottiene avendo a disposizione molto spazio, una coppia ben affiatata od un maschio non particolarmente aggressivo. Comunque sono convinto che valga la pena di tentare la riproduzione di questa specie che, vivendo sulla sabbia, è facile da catturare e quindi è la più facile da trovare in commercio, purtroppo il prezzo è spesso veramente improponibile.

T. species I
Sono stato fortunato con questa specie che è molto bella e molto piccola, forse la più piccola del genere intero, all’inizio ero convinto che fossero delle T . monogramma perché i miei pesci presentavano una sola linea laterale e senza interruzioni, cosa rara nei Ciclidi. Anche Kullander, che aveva descritto T. monogramma e conosceva solo degli esemplari conservati pensava che si trattasse di questa specie, ma era falso. A causa della taglia ridotta e delle grandi macchie marroni sul corpo ho cominciato a domandarmi se l’identificazione che gli avevo attributi fosse quella giusta. Allora ho guardato tra le altre specie che avevo portato dal viaggio e mi sono accorto che in mezzo ad esse c’era un’altra specie con un’unica linea laterale ed oggi siamo certi che è questa la vera T. monogramma, che è una specie molto diversa e più grande della T. sp. I. All’inizio tenevo le differenti Teleocichla dello Xingrè in un unico acquario anche perché avevo delle difficoltà a distinguere le varie specie. Lo studio del loro comportamento e della livrea è stato l’unico modo per avere delle risposte ed è stato così che ho capito di avere cinque T. species I, due coppie ed un giovanile. Poco dopo li ho trasferiti in un acquario lungo 60 cm e largo 40, con molte piante e qualche sasso in cui ho aggiunto una grotta di terracotta a forma di bottiglia dall’entrata larga solo 5 mm che ho modellato io. Molto presto la femmina più grande ha cominciato le sue parate davanti al maschio più grande, durante il corteggiamento il corpo di entrambi è molto chiaro con delle macchie forti e ben evidenti. Quando invece sono due femmine a minacciarsi, fianco contro fianco e battendo la coda, le macchie scompaiono ed il corpo si scurisce completamente. Questi pesci litigano spesso, prima cercano di intimidire l’avversario spiegando tutte le pinne e poi si attaccano con dei salti rapidi laterali o frontali. Fortunatamente questi combattimenti non causano mai ferite perché il pesce più debole sa sempre quando è l’ora di lasciare il campo, il maschio più piccolo addirittura non combatteva, rimaneva nascosto il più possibile. Qualche settimana più tardi la coppia più grande aveva deposto dentro la grotta, la femmina rimaneva all’interno sventolando le uova con le pinne pettorali, mentre il maschio, da fuori, sembrava sorvegliare i dintorni sistemandosi in zone elevate per tenere meglio sotto controllo la situazione, battendosi coraggiosamente anche contro avversari di taglia tripla rispetto alla sua. Non conosco la data della deposizione, né della schiusa delle uova, ma so che a 28° C e 9 T.H.f e 5,5 T.A.C. le larve sono nate dopo 5 giorni dalla deposizione del maschio grande con la seconda femmina. Le uova sono ovali e molto grandi, più di 2 mm di diametro, di colore giallo od arancio e non sono mai molto numerose, anche in seguito quando le femmine erano entrambe adulte non hanno mai deposto più di 20 uova. Dopo la schiusa le larve hanno un enorme sacco vitellino che li fa cadere a destra o a sinistra, senza dar loro la possibilità di rimanere dritti. Quando muovono la coda si muovono in circolo a causa del peso del sacco vitellino, più tardi cominciano a saltellare maldestramente. In base alle mie esperienze potrei dire che questa specie è veramente poligama, infatti il maschio ha deposto con entrambe le femmine e ha partecipato alle cure parentali in contemporanea. Il quattordicesimo giorno la situazione è cambiata: la madre ha cominciato ad affacciarsi all’uscita della grotta con il branco dei piccoli sempre vicino alla coda - e quindi all’interno del nascondiglio- come per annunciare al maschio che era arrivato il momento cruciale, infatti poco dopo ha lasciati uscire 5 avannotti trasparenti con qualche punto scuro che li rendeva invisibili sul fondo sabbioso. Il loro comportamento è molto diverso da quello di T. proselytus: fin dal secondo giorno si sono allontanati dalla madre e sparpagliandosi sono finiti in zone lontano dalla grotta, ma poi, sempre saltellando maldestramente, sono tornati verso il nascondiglio ed ogni sera, mezz’ora prima di spegnere le luci, li trovavo già ritirati in gruppo compatto. Qualche giorno più tardi anche la seconda femmina ha fatto uscire i suoi piccoli che però sono andati a raggiungere quelli dell’altra che li ha trattati come se fossero i suoi. Dopo due settimane erano lunghi 13 mm e rimanevano quasi sempre fermi sul fondo a meno che non ci fossero delle Artemie da catturare. Tre settimane più tardi erano cresciti fino a 2,5 cm e cominciavano a mostrare i primi colori.

T. gephyrogramma Kullander, 1988
Questa specie è molto simile alla precedente per la taglia, la forma del corpo e della livrea, ma ha la linea laterale divisa in due rami distinti. Ho avuto molte deposizioni di T. gephyrogramma, ma senza successo. Le uova non si sono mai sviluppate o la femmina ha mangiato le larve al momento della schiusa, non potrei dirlo con certezza. Comunque è il maschio ad invitare la femmina alla riproduzione, quando ne ha attirato l’attenzione entra nella grotta aspettandola. Dopo molte parate ed inviti la femmina entra nel nascondiglio presentando al maschio il ventre rosso e depone le uova.

T. species. II
Purtroppo di questa specie non ho riportato a casa che due esemplari, perché gli altri non avevano sopportato il lungo e faticoso viaggio da Altamira a Santarèm dove si trovava la base della nostra spedizione. Ovviamente erano dello stesso sesso, ma non mi hanno mai dato problemi. Li ho allevati in un acquario lungo 120 cm in acqua piuttosto dura e dal pH 7,5 e non ho mai avuto problemi con i loro coinquilini o per nutrirli, gradivano Artemia, Mysis e persino delle scaglie. Purtroppo non posso dire altro su questa specie che, perdendo la livrea giovanile, acquista una colorazione nera profonda.

T. species III
I pesci che ho riportato dal viaggio alle rapida Cachoeira Chadasinho si gettavano avidamente su qualunque tipo di cibo cosicché sono cresciuti molto in fretta e ben presto hanno cominciato a lottare tra loro, spesso con esito infausto. Alla fine mi è rimasto un solo maschio che controllava un harem di quattro femmine. Per qualche settimana ho atteso invano la riproduzione visto che il maschio corteggiava tutte le sue compagne, ma una ad una le femmine sono morte. Non è stata l’eccessiva foga del maschio visto che nessuna era ferita, le trovavo con il ventre ingrossato, la papilla genitale estroflessa e la livrea da riproduzione, ancora oggi non so perché abbiano avuto problemi a deporre, l’unica spiegazione può essere un’alimentazione eccessiva rispetto a quella naturale. Un mio amico che ha una coppia ancora abbastanza giovane ha ottenuto diverse deposizioni in un piccolo vaso di terracotta. La femmina è una madre perfetta e dopo due settimane esce allo scoperto con una ventina di avannotti.

T. species IV
Dal Rio Xingù avevo riportato 2 maschi e 4 femmine di questa interessantissima specie che ho allevato in un acquario lungo 70 cm e largo 40. Sia le femmina che i maschi passano la maggior parte del loro tempo sul fondo nascondendosi tra le pietre. L’aggressività intraspecifica è abbastanza alta, ma nei combattimenti nessuno resta ferito. Non ho notato parate od altri atti preparatori per la riproduzione, ma un giorno mi sono accorto che una femmina era sparita. Guardando meglio l’ho trovata in un nascondiglio strettissimo, sotto una pietra a cui aveva attaccato delle grandi uova arancini. Dopo 5 giorni è riapparsa, certamente aveva mangiato le larve al momento della schiusa. Mi sono deciso a lasciare una sola coppia nella vasca e ho fatto bene perché il maschio rimaneva sempre nei pressi della sua grotta favorita, mentre la femmina girava senza essere infastidita. Col passare dei giorni il suo ventre diventata più grosso e colorato di un magnifico rosso e lei rimaneva sempre più nelle vicinanze della grotta del maschio. Sono quindi rimasto sorpreso quando ho visto che per deporre aveva scelto non il nascondiglio del suo compagno, ma una grotta di terracotta a cui il maschio non si mai avvicinato troppo, né è mai entrato in presenza delle uova. La femmina rimaneva quasi sempre sull’entrata della grotta guardando tutto intorno. A 27° C ed un pH di 6,2 la schiusa è avvenuta dopo 5 giorni e le larve sono cadute sul fondo. La madre usciva sempre più spesso dalla grotta facendomi temere per la sorte dei piccoli, che però rimanevano tranquilli sul fondo della grotta. Dopo un’altra settimana gli avannotti hanno cominciato a nuotare liberamente lungo le pareti e dopo 10 giorni sono usciti. A questo punto la madre è diventata completamente nera e molto aggressiva, ma il giorno dopo aveva già riacquistato la livrea normale. I piccoli erano già lunghi 9 mm e si mimetizzavano benissimo sul fondo sabbioso. Dopo pochissimi giorni erano già indipendenti allontanandosi anche di molto dalla madre che serve solo come punto di riferimento. Comunque alla sera si riunivano intorno a lei che li indirizzava verso un nascondiglio, sempre diverso, in cui passare la notte. Il maschio non si è interessato né alla femmina, né ai piccoli, rimanendo quasi sempre presso la sua tana. Di tutte le Teleocichla dello Xingré questa è sicuramente la specie più facile da mantenere e riprodurre grazie alla taglia minima ed alla poca aggressività

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