testo di Andrea Moro foto di Claudio Barberis

Nonostante questo Ciclide sia stato scoperto all'inizio del secolo viene importato regolarmente solo da qualche anno. Il suo corpo allungato, tipico dei generi Cypricbromise Paracyprichromis, raggiunge negli esemplari selvatici la lunghezza di 12 cm per i maschi, mentre la femmina rimane leggermente più piccola. Il colore marrone chiaro, leggermente tendente al mattone, ricopre la totalità del corpo che è solcato da due linee orizzontali più o meno marcate di un blu intenso. Le pinne, nei maschi adulti, assumono una colorazione nerastra bordata ed intramezzata dallo stesso blu intenso che compare sul corpo.

Il dimorfismo sessuale, oltre che dalla lunghezza e dalla colorazione più intensa nel maschio, è evidenziato dalla conformazione delle sue pinne che appaiono piùappuntite (la dorsale e l'anale), più arcuate (la caudale), comunque più sviluppate. La distribuzione eli questo Ciclicle nel Tanganica sembra abbastanza ampia, anche se gran parte elei soggetti proviene dalle baie di Kigoma e Chituta, alla profondità di 25 metri. In natura si ciba esclusivamente eli plancton che cattura con la bocca protrattile.

Vive in zone rocciose dove i maschi stabiliscono un territorio, vicino ad una larga roccia od ad una cavità, che difendono senza mai essere eccessivamente aggressivi.
Nel periodo riproduttivo il maschio attrae la femmina fuori dal branco verso il suo territorio con un movimento tipico:assume infatti una posizione arcuata lateralmente con il fianco convesso verso la femmina e, spiegando le pinne, la segue vibrando
freneticamente. Interessante, a proposito di questo comportamento, un'esperimento fatto da Ad Konings che ha appurato la-possibilità, di attirare la femmina di Pamcyprichromis semplicemente facendo vibrare un dito all'interno dell'acquario. Infatti gran parte delle femmine degli incubatori orali sono attratti dal movimento delle pinne dei loro maschi e pare sia questo ad innescare determinati comportamenti. Una volta che la femmina è entrata nel territorio, la coppia si appresta alla riproduzione che avviene in acqua libera, ma sempre nelle vicinanze di un substrato roccioso. La femmina, nuotando con la testa rivolta verso il basso, espelle le uova raccogliendole ad una ad una prima che cadano sul fondo. Nel frattempo il maschio, che rimane dietro o più in alto della femmina, feconda le uova prima che lei le recuperi. Il numero delle uova varia
a seconda della maturità e della taglia dei riproduttori, difficilmente supera la dozzina. Hanno un colore giallastro e un diametro di due millimetri. Dopo aver deposto, la femmina cerca riparo tra le rocce dove sosterà per la maggior parte del periodo dell'incubazione, mantenendosi in posizione verticale lungo gli anfratti più tranquilli. Dopo 20/25 giorni, a seconda della temperatura, del pH, della presenza di pesci aggressivi, la femmina lascia degli avannotti lunghi circa 1 cm che possono essere già nutriti con naupli di Artemia. I piccoli crescono rapidamente e dopo poche settimane accettano anche mangime in scaglie e cyclops. Raggiungono la maturità sessuale verso i 7 cm.
Le mie osservazioni si sono basate su un gruppo di 9 esemplari selvatici allevati in un acquario di circa 700 litri.
 

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