Di Flavio Gagliardi

Non stupirà più di tanto sapere che il ciclo della luna influisce sulla vita dei pesci, visto che da tempo è nota l’importanza di questo satellite per la vita sulla terra. Tuttavia la documentazione scientifica di eventi come questi riveste, persino per l’acquariofilo più distratto, una enorme importanza offrendo numerosi spunti per stimolanti discussioni.
Sebbene esistano molti studi che hanno attestato come la luna influisca sugli ecosistemi acquatici, la maggior parte di questi si è concentrata sull’ambiente marino ed è collegata allo studio delle maree. Recentemente invece un gruppo di ricercatori giapponesi si è interessato al lago Tanganiyka ed alla sua ecologia, raccogliendo anche molti dati sui Ciclidi (Nakai K. et al., 1990). In particolare sono state oggetto di ricerca 8 specie appartenenti ai generi Lamprologus, Lepidiolamprologus, Neolamprologus ed Altolamprologus.


Neolamprologus tretocephalus


Altolamprologus compressiceps


Lepidiolamprologus elongatus


Enantiopus melanogenys

I ricercatori si sono immersi in distinte località del lago dal gennaio 1987 a giugno 1988, descrivendo così abitudini alimentari, etologiche e riproduttive di molte specie note per l’interesse che suscitano nel mondo dell’acquariologia:
1) Lepidiolamprologus profundicola (Poll, 1949) è stato osservato deporre tra i 5 ed i 18 metri di profondità all’interno di cavità verticali della roccia, successivamente la femmina si preoccupava di spostare le larve in altre piccole fessure, sempre vicine al sito di deposizione. In alcuni casi un maschio si accoppiato con due femmine in territori adiacenti.
2) Lepidiolamprologus elongatus (Boulenger, 1898), specie anche questa prettamente piscivora come la precedente, è stato osservato accoppiarsi tra 4 e 25 metri di profondità ed ha mostrato cure parentali del tutto simili a Lepidiolamprologus profundicola, con la differenza che più covate distinte si riuniscono in piccoli branchi e vengono difese dai genitori per 3-4 mesi.
3) Lepidiolamprologus attenuatus (Steidachner, 1909) è un ciclide che si nutre quasi esclusivamente di piccoli gamberi e si riproduce in zone sabbiose a profondità comprese tra 5 e 22 metri deponendo solitamente nei pressi di piccole rocce od in piccole buche nella sabbia. Anche in questa specie le larve vengono difese dagli adulti per un periodo piuttosto lungo (circa 3 mesi).
4) Lamprologus lemairii (Boulenger, 1899), ciclide che si nutre essenzialmente di piccoli granchi, è stato osservato su fondali rocciosi tra 6 e 25 metri. L’accoppiamento avviene nei pressi di una profonda fessura nella roccia e le cure parentali, essenzialmente svolte dalla femmina, non si protraggono per più di 20 giorni.
5) Lamprologus callipterus (Boulenger, 1906) è un ciclide che si nutre principalmente in prossimità del fondo del lago, muovendosi in grandi gruppi compatti. Si tratta di un classico ciclide conchigliofilo con evidente dimorfismo sessuale.
6) Altolamprologus compressiceps (Boulenger, 1898) è un ciclide di media taglia che si alimenta principalmente di gamberi e che depone all’interno di piccole cavità della roccia situate tra 3 e 23 metri. Solitamente la cavità è sufficientemente grande da permettere alla femmina di entrarvi.
7) Neolamprologus tretocephalus (Boulenger, 1899) è un ciclide di media taglia con dimorfismo sessuale non molto accentuato, che si nutre principalmente di organismi bentonici. Si tratta di una specie esclusivamente monogama che si accoppia tra i 5 ed i 18 metri di profondità e che osserva un periodo di cure parentali all’incirca di 4 mesi.
8) Neolamprologus toae (Poll, 1949) vive tra le rocce in acque basse (max. 14 metri) è solitamente monogamo e depone su rocce piatte.
Oltre a queste notazioni sui siti e le modalità di deposizione di questi Ciclidi della tribù dei Lamprologini, i ricercatori giapponesi hanno posto la loro attenzione sul legame tra momento della deposizione delle uova e fase del ciclo lunare. Da questo punto di vista è interessante notare come tutte le deposizioni di Lepidiolamprologus profundicola e Lepidiolamprologus elongatus avvenivano nel secondo quarto del ciclo lunare; anche Lepidiolamprologus attenuatus, Lamprologus lemairii, Altolamprologus compressiceps e Neolamprologus tretocephalus aumentavano la loro attività riproduttiva nel secondo quarto del ciclo. Neolamprologus toae è stato osservato deporre nel primo quarto di luna, mentre Lamprologus callipterus deponeva durante tutte le fasi lunari.
Il fatto che tra le 8 specie considerate Lepidiolamprologus profundicola e Lepidiolamprologus elongatus mostrassero una perfetta sincronizzazione con il ciclo lunare è certamente un elemento di indiscusso interesse scientifico al quale i ricercatori hanno cercato di offrire delle spiegazioni. Tra i fattori da considerare va menzionato che i siti di deposizione di questi Ciclidi sono molto esposti alla predazione notturna ad opera di grandi pesci gatto, come quelli appartenenti al genere Bagrus. Proprio questa condizione potrebbe aver determinato la estrema sincronizzazione di queste due specie con il ciclo lunare , in quanto è possibile che le notti di luna piena contribuiscano notevolmente ad aumentare le capacità di difesa della prole da parte dei genitori. Questa spiegazione non è altresì praticabile per Lamprologus lemairii Lamprologus callipterus Altolamprologus compressiceps, specie nelle quali le femmine ostruiscono fisicamente con il loro corpo l’accesso alla tana. Per queste specie la sincronizzazione al ciclo lunare è legata ad altri fattori, primo tra tutti le aumentate capacità di dispersione delle larve. Difatti l’allontanamento di queste ultime dal sito di deposizione avviene durante il terzo quarto del ciclo lunare, quando l’illuminazione dovuta alla luna è minore.
Sebbene le ipotesi espresse dagli autori necessitino ulteriori conferme, sembrano molto verosimili e contribuiscono a sottolineare, ancora una volta, la complessità dei comportamenti dei pesci. Complessità della quale noi acquariofili siamo spesso testimoni poco accorti.

Bibliografia:
Lunar synchronization of spawning in cichlid fishes of the tribe Lamprologini in Lake Tanganyika (1990). K Nakai, Y.Yanagisawa, T.Sato, Y. Niimura and M.M. Gashagaza. J. of Fish Biology 37, 589-598.

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