testo di Nicola Drigo foto di Claudio Barberis

Questo articolo non ha le pretese di competere con quelli già apparsi sulla nostra rivista, ma vuole solo raccontare un'esperienza strettamente personale, grazie alla quale sono riuscito ad allevare ed a riprodurre questo stupendo quanto atipico Ciclide. inutile ricordare che su tratta di un pesce pelagico endemico del lago Tanganica che, per la sua forma, è stato inserito nel gruppo dei cosiddetti Ciclidi sardina (vedi II libro dei Ciclidi di Ad Konings). Acquistai con fiducia un gruppo di 9 esemplari estremamente piccoli circa un anno fa, ma quando con grande entusiasmo li mostrai ai miei amici fui deriso in quanto non avevano colori sgargianti, anzi erano tutti di un marrone beige insignificante. Non avendo grandi vasche a disposizione, ma solo un acquario lungo 100 crn, di circa 200 1 pensai subito che fosse importante osservare il comportamento dei miei ospiti per cercare di sfruttare al meglio il poco spazio di cui disponevano. Dopo qualche mese di attente osservazioni decisi di riallestire la vasca e riservarla ai Cypricbromis che fino ad allora avevano convissuto con una coppia di Neolamprologus brevis ed un trio di Altolamprologus calvus black. In quei mesi due dei Cypricbromis avevano cominciato le prime scaramucce e di lì a poco la loro coda si era colorata di un bel giallo intenso. Iniziarono a dividersi il territorio di superficie della vasca facendo riferimento alle rocce poste sul retro, ma sembrava che avessero tracciato a metà vasca, in acqua libera, una specie di linea immaginaria, oltre alla quale l'uno non tollerava la presenza dell'altro. Così ho riallestito la vasca appoggiando le rocce sui lati corti, fino alla superficie dell'acqua, eliminando la grande quantità di pietre che prima serviva a coprire in tutta la sua lunghezza il vetro posteriore. Sulla sommità delle costruzione rocciose ci sono folti gruppi di Anubias nana ( pianta che ben si adatta alle particolari condizioni dell'acqua nonostante non sia originaria del lago) per garantire un rifugio agli avannotti. Il fondo è costituito di sabbia fine e, cosa molto importante, per evitare i riflessi che spaventano tantissimo i pesci, ho costruito uno sfondo scuro in materiale plastico, che poi ho appoggiato al lato posteriore della vasca. La qualità dell'acqua deve essere sempre ottima perch é questa specie è molto sensibile anche a basse concentrazioni di nitrati, motivo per cui provvedo ad un parziale cambio dell'acqua ( 30 litri ) ogni settimana. Poich é l'acqua del rubinetto della mia zona non ha valori ideali per i Ciclidi del lago Tanganica io la tratto con carbonato di sodio anidro, bicarbonato di potassio e carbonato di magnesio che mi permettono di raggiungere valori accettabili (pH 8.7; Cond. 640 microSiemens; KH 10 ° dH; GH 10 ° dH). In natura i Cypricbromis si nutrono esclusivamente di plancton ed in acquario io li nutro con Cyclops, Mysis (che sono ideali per osservare l'eccezionale estensione della bocca) ed un impasto di piselli e gamberetti che preparo personalmente. Attualmente nella mia vasca vivono sempre i 9 esemplari iniziali di cui 2 sono maschi dominanti, 5 femmine e 2 i maschi dominati. Mentre le femmine rimangono di un beige marrone con delle graziose bordature azzurre sulle pinne dorsale, caudale e quelle pettorali i maschi sfoggiano una colorazione veramente spettacolare: uno dei dominanti ha la cosa colorata di un luminoso giallo limone che si diffonde anche verso il corpo, mentre il bordo della pinna caudale ha dei riflessi d'azzurro chiaro, colore che è presente anche nella pinna dorsale che in più presenta nella parte inferiore anche un delizioso bottone giallo, sulla testa si notano dei riflessi blu metallici e durante le parate con l'altro maschio compaiono sul corpo tre fasce verticali bianco azzurro. L'altro maschio dominante presenta gli stessi colori, ma le fasce sul corpo sono più strette e sono ben cinque. I due maschi si affrontano a centro vasca per accaparrarsi l'attenzione delle femmine pronte alla deposizione che sono attirate ora da una parte ora dall'altra, fino a che uno dei due maschi perde un po' di colore a vantaggio dell'altro. Allora le femmine, attirate dal fremito del corpo e delle pinne del vincitore entrano nel suo territorio costituito totalmente da acqua. La femmina, posizionatasi a testa in giù , libera un uovo che riprende quando, scendendo dall'alto, le passa vicino alla bocca. Il maschio, coloratissimo, continua a fremere con tutto il corpo molto vicino alla femmina, tutte le pinne sono chiuse tranne quelle pettorali che, con i loro terminali gialli, vengono estese verso la femmina che avvicinandosi con la bocca, completa la fecondazione dell'uovo ingerendo lo sperma espulso dal maschio. Questa operazione viene ripetuta più volte non solo con la stessa femmina, ma anche con le altre che, nel giro di pochi giorni, sono tutte pronte per deporre, terminata la fase della riproduzione cominciano nuove scaramucce tra i maschi mentre le femmine che incubano si raggruppano in acqua libera dove vengono lasciate tranquille. Durante le 4 settimane di incubazione le femmine non cessano completamente di nutrirsi, ma cercano, con molta cautela, di accaparrarsi qualche Cydops. Dopo circa 28 giorni i piccoli vengono rilasciati, completamente formati e già in grado di nutrirsi di Cydops e naupli di Anemia. Concludendo posso dire di aver vinto la mia sfida in quanto a distanza di un anno quegli stessi amici che mi avevano deriso stentano a credere ai loro occhi vedendo come i due maschi dominanti si siano trasformati in pesci dalla stupenda livrea.

Bibliografia:
Konings, Ad (1993): II libro dei Ciclidi. Cichlid Press. St. LeonRot. Germany.

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