testo di Giorgio Melandri

La cattura dei pesci è una di quelle operazioni che rimandiamo facilmente, con una trama nota fatta di fatica, impro-peri e piccoli malestri, soprattutto quando non è possibile vuotare completamente l'acquario o per via delle piante o perché questo lavoro richiederebbe un giorno o perché non vogliamo toccare l'arredamento. Allora che fare? La prima regola è non pescare mai i pesci con una sola rete, ma sempre con due reti o, se l'acquario è 2 o più metri, ci si può fare aiutare da un amico e lavorare con 3 o quattro reti. Un altro modo sono le trappole; interessante è quello ideato dall'olandese Maarten Meerkerk descritto nel 'II libro dei Ciclidi' di Ad Konings. Vediamo con ordine alcune tecniche.

Cattura notturna. La cattura più semplice è quella notturna. Durante la notte, se l'acquario rimane completamente al buio, i pesci stazionano immobili sulla sabbia in una specie di sonno ed è possibile sorprenderli accendendo improvvisamente la luce. Se sono rimasti al buio per almeno due o tre ore non reagiscono immediatamente ed avremo qualche minuto per la cattura. La cattura, sempre con due reti, è molto facile e spingeremo il pesce nel retino davanti a lui utilizzando l'altro da dietro. Le ore migliori per questa operazione sono le prime ore di sonno. I ciclidi catturati vanno maneggiati con estrema delicatezza (e sempre con le mani bagnate!) perché disturbati in questo stato diventano estremamente agitati. Ricordiamo questo quando dobbiamo togliere i piccoli a qualche incubatore orale perché dovremmo metterlo in un contenitore a parte ed aspettare che si svegli un po'.

Se vogliamo catturare un esemplare in particolare dobbiamo averlo osservano bene in precedenza e ricordare eventuali segni di riconoscimento come irregolarità nelle pinne o nella colorazione, dimensioni rispetto agli altri ecc.... Dobbiamo agire in fretta perché abbiamo i minuti contati. Deve essere tutto pronto: i coperchi già levati, le reti e i sacchetti già pronti.

Trappole e appostamenti. Spesso però i pesci si rifugiano tra le rocce anche di notte (specialmente quelli legati naturalmente all'ambiente petricolo come Tropbeus e Petrochromis) oppure tra le piante e la cattura può essere tentata utilizzando una rete tipo bilanciere oppure con una trappola. La rete a bilanciere deve essere piazzata con largo anticipo in modo che i pesci ci si abituino e riescano a tollerarla. Al momento della cattura ci piazzeremo davanti all'acquario e, con pazienza, aspetteremo che la nostra vittima sia in trappola. Un colpo deciso, la rete che si chiude e, speriamo, cattura effettuata.

La trappola invece è uno strumento efficacissimo e ce ne possiamo costruire di vari tipi. Il più semplice è quello costruito incastrando la parte superiore di una bottiglia di plastica tagliata a metà con quella inferiore. Questa trappola verrà immersa nell'acqua con un po' di cibo che funzionerà come esca. Possiamo sbizzarrire la nostra fantasia e costruire enormi reti-trappola.

Un amo particolare. In casi estremi I ed eccezionali è possibile procedere ad una vera e propria battuta di pesca con una lenza a cui avremo fissato un amo senza ardiglione. In questo modo è possibile catturare i pesci senza danni a patto che si abbia un riflesso eccezionale che ci permetta di strattonare la lenza in modo da non fare ingoiare l'amo al pesce. Se siamo bravi l'amo perforerà solamente la cartilagine della bocca. La mancanza dell'ardiglione ci permetterà di sfilare l'amo senza problemi e senza dolore per il pesce che in due o tre giorni avrà ripristinato il tessuto danneggiato.

Osservare e quindi conoscere i nostri pesci e le loro abitudini è fondamentale per potere capire come catturarli e arrecare loro il minor danno ed il minor disagio possibile ed anche per tentare, perché no, la classica botta di fortuna agendo di sorpresa o in momenti particolari come ad esempio la distribuzione del cibo.

Il trasporto dei pesci non è molto complicato se si prendono le giuste precauzioni. In primo luogo è buona norma fare digiunare i pesci un giorno prima della cattura e del trasporto in modo che non inquinino l'acqua del sacchetto. I pesci vanno imbustati in una quantitativo di acqua che risulterà essere un terzo del volume complessivo del sacchetto chiuso. I sacchetti vanno riempiti di aria per gli altri due terzi se il trasporto non durerà più di 6 o 8 ore, di ossigeno altrimenti. Sistemiamo i sacchetti in un box di polistirolo in modo da proteggere i pesci da sbalzi di temperatura sia verso l'alto che verso il basso. La capacità del sistema box di mantenere la temperatura dipende dalla sua massa: più alta sarà la massa più alta sarà l'inerzia del sistema, minore sarà la velocità di variazione della temperatura. Per questo è buona norma mettere un sacchetto completamente pieno d'acqua per riempire un eventuale spazio residuo. E' bene imballare i pesci adulti singolarmente per evitare che si danneggino. Io sconsiglio l'uso di sedativi che sono diffi-cilissimi da reperire e dosare. All'arrivo dovremo ambientare i pesci con molta cautela; infatti nel trasporto il pH dell'acqua si abbassa riducendo anche la tossicità dell'ammoniaca che nel frattempo si concentra nell'acqua del sacchetto. Anche uno sbalzo di temperatura sarà dannoso e per ovviare sarà sufficiente lasciare galleggiare i sacchetti nell'acquario per 10-15 minuti.