testo di Giorgio Melandri

La fotografia è per tutti noi un importante veicolo di informazioni e di cultura ed è il mezzo attraverso il quale, più spesso di quanto ce ne rendiamo conto, abbiamo fatto e facciamo indirettamente esperienza in campo acquario-filo e con cui abbiamo segnato il nostro modo di fare acquariofilia. La fotografia ci mostra i pesci ma non solo; ci dice che un pesce ha la testa blu o gli occhi gialli, che è affusolato oppure che ha delle pinne lunghissime, ma ci da anche informazioni su come è tenuto e dove, sull'habitat se la foto è scattata in natura, ci riporta degli atteggiamenti e dei "movimenti" caratteristici e a volte, anche in particolari poco vistosi, ci "passa" informazioni importanti e dettagli che l'autore non avrebbe inserito in un testo scritto.
Quello che riceviamo osservando e guardando delle immagini credo sia anche quello che ci ha messo dentro chi le ha realizzate, ma a volte, paradossalmente, questo linguaggio così diretto ha in questa immediatezza il limite, che poi è nostro, di non recapitare tutta la comunicazione. Dico tutto questo perché penso che dovremmo essere, rispetto alla fotografia, più esigenti come fruitori e più critici Come autori. Ho pensato di scrivere queste righe per stimolare l'attività dei ciclidofili come fotografi al di là di difficoltà tecniche che spesso sono solo delle paure e perché credo che la difficoltà vera della fotografia sia negli aspetti di comunicazione che coinvolge.
L'attrezzatura
II primo passo che dobbiamo fare è anche il più importante perché dobbiamo decidere che formato di pellicola e che marca di attrezatura utilizzare. Con ciò non scegliamo solamente la macchina, ma anche tutto il sistema che le ruota intorno: obbiettivi, cavi, flash, ecc... e normalmente, visto che non esistono o quasi compatibilita tra una marca e l'altra, saremo vincolati a questo sistema e ne subiremo le novità positive o negative.
Il formato più utilizzato è il 24x36 millimetri che rimane il più adatto per chi non ha esigenze particolari di qualità o di ingrandimenti molto spinti. Le pellicole moderne hanno una qualità ottima e consentono, per le basse sensibilità, ingrandimenti anche forti. I grandi formati, 6x4 centimetri o 6x6, sono importanti a livello profesionale, ma hanno costi elevatissimi e forse improponibili ad un hobbista. Gli apparecchi più adatti per le riprese
in acquario sono i reflex perché hanno una versatilità notevole per quel che riguarda le ottiche e le attrezzature e perché consentono la massima precisione di inquadratura. Gli apparecchi compatti, al contrario, hanno spesso automatismi studiati per un uso più comune, non sono reflex e non dispongono di un corredo adeguato. Normalmente le marche più prestigiose, nikon, canon, minolta, pentax, ecc.. sono quelle che garantiscono i risultati migliori e che danno nel tempo le migliori garanzie di continuità ed innovazione. Se a questo si aggiunge l'aspetto dell'assistenza si capisce che il costo più elevato ha una ragione di essere.
Il problema principale per chi fotografa in acquario è che la distanza di messa a fuoco deve essere molto bassa. Questo problema ha diversi tipi di soluzioni: gli anelli di prolunga, i duplicatori di macro zoom come i kenko me 7 per olympus, i soffietti oppure, molto più semplicemente, gli obbiettivi macro. Questi ultimi sono specificamente studiati per la fotografia macro ma comunque sono utilizzabili anche per le fotografie normali) ed esistono di diverse focali: 50, 55,60,90,100 ed anche oltre. Hanno un prezzo abbastanza elevato ma danno anche i risultati qualitativamente migliori. Il rapporto di ingrandimento è in genere di 0,5 ma spesso anche di 1.
Questo numero ci dice quanto sia "spinto" il massimo ingrandimento possibile. 1 significa che un soggetto di 1 centimetro sarà di 1 centimetro anche sulla pellicola, 0,5 che sarà lungo 0,5 centimetri sulla pellicola. Questi ingrandimenti sono assolutamente sufficienti per chi lavora in acquario, ma è anche vero che faccio fatica a pensare a delle foto di buona qualità eseguite senza questo tipo di attrezzatura.
Un'ultima considerazione riguarda le lunghezze focali elencate prima; più è alta la lunghezza focale maggiore sarà la distanza di messa a fuoco utile per ottenere un certo ingrandimento. Da una parte le focali più corte hanno in genere una più alta luminosità, dall'altra maggiore sarà la distanza tra la macchina ed i pesci minore sarà il condizionamento che questi subiranno durante le riprese.
(continua)