testo di Livio Leoni

Questo non vuoi essere che un breve completamento di quanto scritto dal nostro Presidente Giorgio Melandri (l'inchino ci sta o non ci sta? Bah!). In queste poche righe c'è la mia cronaca della visita a Jean Claude Nourissat. Leggetela con spirito goliardico, ma soprattutto con benevolenza; a volte, lo sapete, la passione ci prende un pò ' la mano.

Eccocli qua! Paolo e Giorgio mi recuperano al casello di Lodi. Si parte. Il viaggio è veramente molto piacevole. Svariate ore di macchina passate a parlare di pesci e di come vivono. Come ultimamente mi accade durante i trasferimenti con altri appassionati dell'AIC, la conversazione finisce quasi sempre su argomenti molto scottanti e attuali quali la competizione spermatica durante gli accoppiamenti e le strategie riproduttive delle specie che possono essere grossolanamente suddivise in strategia del Vero maschio' e strategia del 'focolare domestico'. Queste denominazioni sono molto curiose, ma appropriate per i comportamenti dei partner durante l'accoppiamento e le cure parentali. Non mi soffermerò ulteriormente perché non costituiscono l'argomento di questa chiaccherata. La saturazione da ciclidi durante il viaggio comunque in certi momenti giunge al punto che persine noi stessi ci rendiamo conto di esagerare e per riposare degnamente ci diamo alla lettura (qualcuno riesce anche a dormire). Cosa si legge? Naturalmente alcune riviste di acquariofilia acquistate in una edicola francese.
Finalmente eccoci a casa di Jean Claude. Trovarla non è stato così semplice e infatti all'ennesimo errore di direzione Jean Claude stesso si precipita a soccorrerci solo per scoprire che eravamo giunti praticamente all'entrata della sua dimora. Dalla via sterrata che percorriamo noto diverse vasche all'aperto che contengono pesci. La forma di questi è quella nota e familiare e infatti scopriremo dopo che sono Ciclidi del Madagascar. In realtà queste specie sembrano appartenere ad un'altra famiglia da poco determinata, ma nessuno di noi sottilizza.
Jean Claude ci mostra il suo piccolo paradiso che comprende anche una piccola tenuta con un vigneto, degli alberi da frutta e tante piscine. "Cogliete tutti i frutti che volete! Queste terre sono famose per la produzione di fichi", ci dice. Infatti nel suo giardino campeggiano alberi di fico veramente contorti da cui pendono giganteschi frutti. Ognuno se ne accaparra uno e vantando grandi esperienze in fatto di giudizio del grado di maturazione esamina il proprio. Giorgio è attirato da un esemplare particolarmente imponente e lo stringe. Jean Claude intanto si è allontanato un attimo. Ecco Giorgio ha raggiunto il frutto, ma....... il ramo di
circa 2 metri di lunghezza che lo regge si stacca sotto lo sguardo allibito di tutti e tre. Che facciamo? Rischiarne l'incidente diplomatico non solo fra nazioni, ma anche tra associazioni sorelle. Paolo con un colpo deciso lancia l'oggetto del contendere dietro un cespuglio e sfoggia un sorriso degno di un maggiordomo al ritorno del padrone di casa. Questi ci invita a visitare anche lo stagno delle sue oche e si allontana nuovamente. Tutti e tre lesti lasciamo il punto del misfatto e ci dirigiamo verso la raccolta d'acqua, ma, ecco, dietro l'angolo troviamo una grossa anatra morta. Eh no. Questa non è colpa nostra. Allontaniamoci. Non vorremmo doverci assumerci la responsabilità anche di questa.
Il pomeriggio scorre veloce. Nelle vasche vedo ciclidi centroamericani giganteschi dalla determinazione difficoltosa e dal nome spesso impronunciabile. Jean Claude è chiamato spesso in causa e spiazza tutte le nostre conoscenze. Questo è il famoso Herìchthys bocourti. Solo il giorno dopo capiremo che invece è "H. "pearsei (so che il genere Herìchthys non è più valido per queste due specie, ma in che genere le metto?). Questo esemplare lo conosco anch'io: è Vieja argentea. Molto spesso anche Jean Claude ha qualche problema nella determinazione, ma nonostante questo lascia trasparire la grandissima passione che lo guida. Quel che importa è che sia una specie nuova per l'acquariofilia. Il nome verrà poi. Non disdegna neppure di allevare Guppy e Platy che nel laghetto interno alla serra abbondano. In un piccolo recipiente di plastica lungo i bordi noto pure dei semi di Victoria regia (o V. amazonica), la ninfea con le foglie di circa 2 metri di diametro. Tutto è sorprendente qui.
Le soluzioni tecniche impiegate da Jean Claude, inoltre, sono incredibili. Per riscaldare simili raccolte d'acqua utilizza termosifoni immersi nelle vasche. Qualcuno è leggermente arrugginito, ma i cambi d'acqua e la presenza di simili volumi d'acqua diluiscono le eventuali immissioni di ioni metallici in acqua.
La sera Jean Claude ha un impegno mondano (si scusa a lungo) e purtoppo non possiamo cenare insieme. Noi andiamo a cenare a Hyeres proprio di fronte alle isole Porquerroles famose per i fondali marini incontaminati. Il ristorante scelto offre piatti magrebini e porta il nome esotico di "Le Beduin". Ovviamente le porzioni di cous cous sono abbondanti (di mio gusto) e solo i dolci che rappresentano il trionfo del fritto mi lasciano perplesso.
Per dormire scegliamo un motel a basso prezzo (veramente basso). La stanza è molto piccola e manca un po' l'aria. I due romagnoli si accaparrano il letto matrimoniale mentre a me resta il letto del bambino che è posto sopra le loro teste. "Spero per voi due", dico, "che questo regga altrimenti mi troverete sopra di voi". Dove dormo il caldo è proprio forte, per forza sono quasi sul soffitto, e giungo persine ad invidiare la posizione inferiore già occupata. Il mio senso di invidia si smorza completamente quando noto che Giorgio nel sonno prende la mano di Paolo chiamandolo Barbara (la moglie NR).
La nostalgia di casa (o la cena?!) gioca veramente brutti scherzi.
Il giorno dopo Paolo ed io ci svegliamo presto e tanto per cambiare parliamo di Ciclidi. Su una rivista ho letto di un ciclide chiamato Pangu maclareni e chiedo lumi. Paolo ovviamente lo conosce già e inizia a snocciolare luogo di provenienza, dieta ed allevamento. Gasp. Su quale oscura rivista ciclidofìla avrà letto di questo pesce? Comunque dopo una colazione abbondante a base dipain aux chocolat eccoci nuovamente a casa di Jean Claude. Io mi apparto vicino ai laghetti esterni. Numerosi Paretroplus del Madagascar mi sfrecciano veloci sotto i piedi e noto anche dei Gymnogeophagus rhabdotus che sembrano intenti in un rituale di corteggiamento. Jean Claude intanto sta spiegando che questi mangiaterra hanno passato l'inverno all'aperto. Incredibile perché anche lì, al pari della mia natia Lombardia, la temperatura scende parecchio. Una coppia di Paretroplus ha deposto in un angolo della piscina e rimiro i comportamenti di difesa del territorio e le uova.
Torno nella serra per godermi il pasto dei diversi esemplari di Petenict splendida. Sono immensi e risucchiano senza problemi una cozza adulta (senza guscio ovviamente). Sono talmente vecchi e grandi che quasi tutti riportano chiari segni di deformazioni a livello degli opercoli branchiali e del muso. Jean Claude in seguito dirà che i ciclidi adulti vengono cibati solo 2-3 volte a settimana. D'altronde sono esemplari adulti ormai giunti alle dimensioni massime. Nell'altra vasca oceanica (16.000 litri) vivono numerosi pesci provenienti dal Madagascar. Si trovano anche alcuni esemplari di Scatophagus tetracanthus. L'aneddoto incredibile è che alcuni americani hanno traversato l'oceano per vedere da Jean Claude questa specie che avevano cercato invano in Sudafrica. Sulla parete posteriore (rigorosamente in cemento) una coppia di Lamina sp. "labbra blu" ha deposto e scaccia tutto gli altri pesci. E' la prima volta che questa specie si riproduce in cattività, Sfoggia una territorialità incredibile riuscendo ad accaparrarsi un territorio di circa 1,5 metri di diametro.
Il pranzo è eccezionale (il nostro, non quello dei pesci!), rimaniamo a tavola a lungo, chiaccherando con Jean Claude. Un'altra visita alla serra e purtroppo eccoci al momento di partire. Da codardo non prendo neppure un pesce. Dove potrei metterli?, le vasche sono già piene. Mi procuro solo una pianta proveniente dal Guatemala che cresce lungo le sponde del laghetto esterno e che ricorda Hydrocotyle verticillata. Al ritorno mia moglie mi chiede con aria incredula se non ho portato nulla dal viaggio. Rimango leggermente male ma attualmente i Thorichtys ellioti (in realtà Artigas li giudica un ibrido tra T. maculipinnis e una specie nuova non ancora determinata molto simile alla precedente.) donati da Jean Claude sono arrivati ugualmente a casa mia in un momento di follia insieme a ben 11 Guianacara owroewefi (questi provengono invece dal Congresso di Vichy e sono i figli di una coppia di selvatici di Antoine Seva). Giorgio me li ha spediti qualche giorno fa. Voi tutti penso che capirete il mio gesto. Dove li metto? Ma forse ho un'idea......