testo e foto di Jean Claude Nourissat


Ptychochromoides sp

Ptychochromoides sp

Ptychochromoides sp.

Paretlopus polyactis Pangalanes

Paretlopus polyactis Lokoho

Ptychochromoides betsileanus maschio

Ptychochromoides betsileanus femmina

Buca dove gli avannotti catturati vengono nutriti

In Madagascar il paesaggio cambia continuamente

rapide, cascate e laghi caratterizzano il corso di molti fiumi

Questo è il quinto viaggio che ho fatto in Madagascar, sempre in compagnia di Patrick de Rham, è la spedizione da cui ho riportato meno pesci, ma è sicuramente quella che mi ha dato più soddisfazioni. Abbiamo esplorato la parte meridionale dell'isola e siamo rimasti affascinati dai suoi paesaggi desertici assolutamente straordinari. Prima di partire per il sud noleggiamo un aereo per arrivare a Marolambo, a 200 km da Antananarivo, il volo è stupendo, poco prima della città il fiume precipita dalla montagna in gradini poco scoscesi formando delle rapide, una veduta aerea affascinante. Veniamo accolti dal Presidente della provincia, l'equivalente di un nostro prefetto, che molto gentilmente ci presenta a dei pescatori che ci potranno aiutare a catturare i pesci che cerchiamo piuttosto rapidamente. Noi siamo qui per i Ptychochromoides betsileanus (nome locale Tornerò Na Latria) scoperti da Melanie Stiassny qualche anno fa, ma mai esportati vivi, pensiamo di poterlo trovare in un braccio morto del fiume Nosivolo, affluente del Mangerò. La seconda specie che cerchiamo è la Songatara , cio è l'Oxylapia polli, purtroppo non abbiamo portato n é testi, n é foto che ci permettano di descrivere chiaramente questo pesce agli indigeni, da quello che ci ha detto M. Stiassny, sappiamo solo che vive nelle zone con forte corrente. Dopo aver passato la giornata tra le rapide, senza aver visto uno solo dei pesci che ci interessavano, ci siamo decisi per una battuta notturna in un luogo completamente diverso e qui, sotto il raggio di luce della torcia, ci appaiono improvvisamente dei Ptychochromoid.es addormentati e delle Oxylapia che riposano sulla sabbia, per catturarli bastava trovare il posto in cui vanno a dormire! In breve tempo catturiamo ed imballiamo circa 25 esemplari che la mattina dopo abbiamo portato a Antanananarivo e lasciato, come sempre, alla famiglia del nostro vecchio amico Rèmi i cui acquari erano stati messi in funzione solo per noi. Il nostro viaggio prosegue fino a Tuleàr, a 900 km a sud-ovest, una bella sfacchinata in automobile! Come ogni anno ci accompagnerà Jean Gilbert, il nostro autista abituale che questa volta ha rimesso a nuovo un furgone molto spazioso. Prendiamo la strada per Ambalavao e ci mettiamo subito alla ricerca dei nostri Pt betsileanus. L'anno scorso in un lago sacro avevamo pescato degli esemplari che, studiati da M. Stiassny, si sono rivelati essere una nuova specie. La zona attorno ad Ambalavao era stata descritta da Kiener come quella di origine del Pt. betsileanus (Betsileo è infatti il nome della provincia) e ci eravamo stupiti che ci fosse una seconda specie che i francesi non avevano scoperto all'epoca della colonizzazione, mentre scendiamo verso sud ci fermiamo ad ogni villaggio per chiedere agli abitanti della zona se riconoscono il pesce di cui abbiamo la foto ed i disegni degli anni 60 fatti da Kiener, ma la risposta è sempre negativa. Poi qualcuno ci dice che sono molti anni che quel pesce non viene pescato, man mano che scendiamo verso Tuleàr alcuni pescatori ci assicurano che si può ancora trovare. Rinfrancati, prendiamo accordi per andare a pescare al nostro ritorno, infatti sarebbe inutile caricarsi di pesci prima di arrivare a Tuleàr, pescheremo durante la risalita verso Tana. Dopo 3 giorni di viaggio arriviamo a Tuleàr e non perdiamo l'occasione di visitare il parco nazionale d'Isalo, costituito da un massiccio di arenaria arancione scavato dall'acqua. Ci sono molte gole e canyon dove scorrono fiumi cristallini abitati esclusivamente da Tilapia. Intorno a Tuleàr cerchiamo la Paratilapia polleni che, secondo Loiselle, potrebbe essere una specie diversa, P. typus (Bleeker, 1878). La popolazione locale conosce questo pesce, ma ci dice che è diffì cile catturarlo perchè molto raro, si può provare nella regione dei Sette laghi verso cui noi, ovviamente, ci dirigiamo subito. Questi sette Laghi sono complicati da trovare perchè la strada che ci arrivava non esiste più , bisogna passare da Tongobory, il villaggio più vicino, che è sul fiume Onilahy. Qui gli abitanti conoscono sia la Paratilapia che il Ptychochromoides e ci indirizzano al villaggio di Ifanato dove finalmente troviamo i sette Laghi che sono formati dal fiume che scende impetuosamente nella valle scoscesa in una successione di cascatelle. Il paesaggio è veramente bello, un'oasi di verde in una regione arida, inoltre l'acqua che sgorga dal terreno è pura ed eccezionalmente limpida. Nel lago più vicino al fiume ci sono molti pesci di origine marina, man mano si risale si trovano solo le solite Tilapia. Fortunatamente in uno dei laghi a quota maggiore Patrick cattura 8 piccole Paratilapia della varietà del sud, descritta come Paratilapia typus. Ormai è tardi e dobbiamo tornare al villaggio di Leobondro dove ci fermeremo per la notte. Il mattino dopo partiamo per il lago Andronomay che durante le piene è in comunicazione con il fiume Onilahy, per cercare una varietà di Ptychochromis oligacantbus descritta da Kiener che non ha macchie sui fianchi. Purtroppo sembra essere un pesce già sparito da anni, come ci confermano i pescatori del posto. Non ci resta che riprendere la strada principale fino al ponte sul fiume Ilakaka in un paesaggio bellissimo. Periodicamente il fiume si secca completamente e quindi non ci sono pesci. Un abitante del villaggio che incontriamo sulla strada ci dice che conosce bene i Ptychochromis che potremo trovare in un fiume a 30 km da lì. In Madagascar è impensabile girare senza una guida, ma per arrivare al fiume Ilanana anche la nostra ha avuto bisogno delle informazioni dei locali! L'Ilanana è largo da 30 a 50 metri e scende dalle colline formando rapide e cascate. L'acqua è chiara e la visibilità arriva a 4 m , fatto eccezionale nel Madagascar. I pescatori che ci aspettavano ci raccomandano di non allontanarci troppo a causa dei coccodrilli.

Per pescare sistemiamo sul fondo del fiume delle reti lunghe 10 m con la maglie di circa 2 cm. Dopo qualche ora abbiamo ottenuto solo Tilapia. Improvvisamente sentiamo un urlo di gioia, finalmente qualcuno è riuscito a catturare una grande femmina ed un maschio dei Ptychochromis descritti da Kiener! Come livrea non sono certo da concorso, il maschio è nero, la femmina, più chiara, ha la gola ed il ventre giallastri, la forma del corpo è piuttosto singolare con la coda fortemente incisa che li fa somigliare a delle Cyphotilapia senza bande verticali.

Comunque siamo raggianti per questo incontro, sono 5 anni che giriamo il Madagascar per riuscire a trovarli! I due pesci sono in buone condizioni, ma la femmina che è lunga 25 cm non riuscirebbe a sopportare il viaggio, mentre il maschio di 18 cm ha maggiori possibilità di arrivare vivo, comunque li sistemiamo in due sac-chi gonfiati con l'ossigeno. Il tempo cambia improvvisamente e così torniamo frettolosamente sotto la pioggia e al freddo. La mattina dopo torniamo sul posto per cercare degli esemplari più piccoli ma le piogge della notte hanno fatto ingrossare troppo i fiumi ed i pescatori, nonostante molti tentativi, non pescano niente. Mentre passeggio con il capo del villaggio vedo vicino alla riva un Pt. betsileanus che ci guarda! Quando un pesce non scappa vuoi dire che sta sorvegliando i piccoli ed infatti quando mi immergo scopro che è una femmina attorniata da almeno 10000 avannotti di 15 mm , la taglia ideale per il trasporto. Ne approfitto per filmare la femmina, mentre il maschio si allontana subito. Riesco a catturare numerosi piccoli e li divido in diversi contenitori, ma nonostante abbiano l'ossigeno molti muoiono e per salvare i superstiti devo cambiare l'acqua ogni quarto d'ora, la pesca dei piccoli è andata bene, ma non abbiamo trovato degli adulti di taglia inferiore a quelli già catturati che, contrariamente alle previsioni, stanno bene. Patrick ed io pensiamo che sia da pazzi ripartire solo con degli avannotti fragili e due adulti troppo grandi, cosi il giorno dopo torno indietro per cercare di pescare anche la madre dei piccoli, operazione che riesce facilmente. Infatti la trovo al solito posto che lascia solo per scacciare delle giovani Tilapia chesi gettano sulla nuvola di piccoli, mangiandone a più non posso, per poi rifugiarsi sotto una pietra. Ecco perchè questi pesci stanno sparendo, non hanno difese contro le aggressioni e non riconoscono i predatori. Al contrario le Tilapia tengono le uova in bocca e lasciano gli avannotti quando sono già in grado di sbrigarsela da soli falcidiando le covate delle specie autoctone. Purtroppo nel frattempo la femmina più grande è morta, la sciandoci con solo una coppia di Ihafotsy (pr. lafouts), come vengono chiamati dalla popolazione locale. Gli avannotti sono molti, ma muoiono inspiegabilmente e non credo che riusciremo a portarli in Francia. Ad ogni fermata per cambiare l'acqua scaviamo una buca lunga la riva del fiume, la foderiamo con un telo di plastica e vi liberiamo gli avannotti per nutrirli con insetti ed uova triturati. Dopo 5 giorni dalla cattura arriviamo ad Antananarivo con circa 25 avannotti vivi. Il giorno della partenza ne restano solo 10, al mio arrivo a Telone sono 8, di cui uno morirà in seguito. La coppia adulta ha sopportato bene il viaggio e l'ho data al Dr. Loiselle, che era in Madagascar contemporaneamente a noi anche se seguiva un itinerario a nord, perchè la portasse agli allevatori della Florida che li avrebbero tenuti nei bacini all'aperto.

Mentre i giovani che all'arrivo misuravano 1,5 cm dopo due mesi erano arrivati a 5! Patrick ed io abbiamo calcolato che sono anche i pesci più cari del mondo visto che noi, per portare a casa 7 avannotti, che pesavano globalmente 1 grammo , abbiamo speso 30.000 franchi, vale a dire 30.000.000 di franchi.

Torna indietro