testo e foto di Cedric Roulland

Da quando si chiama L kendalli, il nome di L. nkambae è stato relegato al rango di sinonimo e nome commerciale. E' diventato frequente sentir dire che si tratta di un "assassino" ogni volta che si parla di questo affascinante pesce e quindi avrei dovuto intitolare questo articolo "Riabilitazione II", per evidenziare la mia intenzione. La zona di cattura è situata tra Nkamba bay in Zambia e Kala in Tanzania. La forma descritta col nome di L nkambae è, come indica il nome, originaria di Nkamba bay mentre la popolazione tipo L kendalli proviene da Mutondwe Island. Questa specie occupa tipicamente l'habitat roccioso e può essere classificata tra le specie cavernicole. Raggiunge i 22 cm di lunghezza e la sua alimentazione è essenzialmente carnivora o piuttosto piscivora, composta da piccoli pesci. La dieta gli é valsa la reputazione di "piranha africano"(i). In acquario ingurgita avidamente tutto ciò che gli si da con netta preferenza per i menu carnivori: cozze, gamberetti, pesce azzurro. Nel 1996 ebbi la possibilità di comprare la mia prima 'coppia'. Si trattava di due subadulti, il più grande misurava una decina di centimetri abbondanti, il più piccolo 7-8 cm. Dopo I'esame delle papille genitali il venditore mi aveva detto: "Ecco una coppia". Il più piccolo era la

 

femmina. Una volta messi in un acquario di 400 litri popolato da pesci di taglia simile, il maschio non tardò molto a martirizzare la sua compagna in tal modo che essa, per sfuggirgli, andò a saltare nella vasca di decantazione e venne aspirata dalla pompa! C'era di che essere disgustati, ma che avrei potuto fare? Dopo uno trasloco di 400 km mi misi alla ricerca di una femmina. Il problema era che non solo mi serviva una femmina, ma inoltre doveva essere della varietà "black", molto difficile da trovare in quel momento. Visitando un negozio della mia nuova regione, un venditore mi precisò che nei L kendalli è la femmina ad essere più grande. Questo era il colmo. Nonostante la buona impressione che mi dava il negoziante, rimasi piuttosto perplesso. Un anno dopo ebbi l'opportunità di comperare quattro giovani della stessa varietà e non mi feci certo pregare per portarli a casa. Tutto procedeva bene ed intanto il mio "ermafrodita" tirò le cuoia. Quindi i quattro giovani furono piazzati nel 400 litri al fine di accelerare la crescita.

Ognuno difendeva il propio territorio, ma senza che si registrassero scontri eccessivi. Sei mesi più tardi due di loro raggiunsero i dieci centimetri e sembravano formare una coppia. Dopo l'esame delle papille genitali i miei sospetti furono confermati e decisi di isolare i due restanti soggetti. Per diversi mesi non ci furono premesse di deposizione fino a che un giorno la 'Signora' si mise in parata davanti al suo gigantesco compagno. La sua danza rassomigliava molto a quella di una femmina di Pelvicachromis, il ventre panciuto era presentato al suo partner e sembrava pronta a soccombere alle avances del maschio. La prima deposizione ebbe luogo in una grotta dislocata nell'angolo più riparato ed isolato dell'acquario. Nessun avannotto venne fuori e conclusi che sarebbe andata meglio la volta successiva. Una settimana più tardi si stava preparando una nuova deposizione e, otto giorni più tardi, una ventina di avannotti incominciarono a nuotare nella grotta sotto la sorveglianza della madre. Il maschio controllava il territorio mantenendosi ad una sessantina di centimetri dalla grotta posta al centro dell'acquario dove la femmina sorvegliava le uova. Il territorio della coppia quindi comprende metà vasca, circa 75 cm. Piuttosto invadente ! Il nuoto libero avviene sotto la sorveglianza della femmina e tutti gli intrusi che si presentavano ai confini del territorio erano scacciati dal maschio. Dopo le prime fughe la femmina difendeva da sola i suoi avanotti e, evidentemente, non riusciva ad assolvere il compito in maniera efficace per mantenerli in vita sufficientemente da non temere più le predazioni. Un maschio di Cyphotilapia frontosa, forte dei suoi 25 cm, mangiava allegramente i giovani che si erano adagiati sul fondo allarmati dal pericolo. La mamma cercava di scacciarla, ma la sua piccola taglia (in tutto 15 cm) non sembrava impressionare il guastafeste. All'ultima deposizione la femmina cercava costantemente di invitare il maschio a partecipare alla difesa degli avannotti, compito che gli spettava di diritto ma di cui non sembrava aver preso coscienza. Quindi, dopo una serie interminabile di intimidazioni, morsi ed inseguimenti lei lo fece entrare a forza nella grotta (è il meno che possa dire) al fine di presentarlo alla numerosa famiglia. Una volta fatte le presentazioni sembrò comprendere cosa lei si aspettava e si prese a cuore la difesa dei suoi rampolli. Malgrado ciò ho sifonato i piccoli perchè in una vasca comunitaria è difficile per una coppia difendere efficacemente un banco di avannotti dislocato lungo una trentina di centimetri, soprattutto in presenza di qualche buongustaio. L'aggressività nel comportamento interspecifico del L kendalli è scarsa. Non ho mai visto una sola ferita inflitta ad altri pesci che vivevano nella vasca di comunità che ospita anche un trio di Xenotilapia ochrogenys, specie ritenuta fragile almeno per quel che riguarda la resistenza a violenti colpi inflitti da pesci ben armati di dentila convivenza è buona anche con una coppia di Tanganicodus irsacae, specie non ritenuta disturbante, e con dei Cyphchromis "Jumbo Mpimbwe" altrimenti chiamati "sandwich per Cypho". Non ho notato aggressioni, nessun tentativo di predazione, neppure in presenza di avannotti di due centimetri. Non ho ancora parlato della colorazione di questo bel pesce; semplicemente perché, a seconda della località di cattura, essa può variare leggermente. I punti comuni sono una maschera blu e delle righe nere più o meno interrotte. Certe località ospitano esemplari più scuri, da cui I'appellativo "black". Essa non è che una variazione di sfumature e soprattutto non una variazione fondamentale della colorazione.

Mi auguro che questo articolo contribuisca alla riabilitazione di questo pesce accattivante, ben lungi dalla sua ingiustificata reputazione.

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