di Leonardo Plinio Denti

Ciclide psammofilo endemico del lago Tanganica è forse il più singolare ed interessante della famiglia. In natura lo si trova ad una profondità che varia tra i 50 ed i 150 metri, intento a cibarsi raccogliendo, o meglio aspirando, ogni sorta di cibo depositatasi sul fondo. Vive prevalentemente nelle zone fangose e sabbiose ma pare spostarsi in quelle rocciose durante la riproduzione. L’elevata profondità a cui vive e la sua rarità in natura, nonostante sia diffuso in tutto il lago (Buscher, comm. pers.), fa sì che sia importato molto raramente. La lunghezza massima è di 15 cm, il corpo si presenta tozzo ed il colore di fondo varia dal rosa pallido degli esemplari giovani ad un marrone rosso cupo negli adulti, le pinne sono molto sviluppate e l’anale e la caudale hanno di solito una colorazione gialla. la particolarità di questa specie è senz’altro la bocca ventrale il cui labbro superiore termine con un’appendice carnosa. Sembra che la colorazione delle pinne e la lunghezza dell’appendice labiale siano diverse a seconda del luogo d’origine dei pesci, infatti dalla zona settentrionale del lago dovrebbero provenire pesci molto gialli e con un’appendice corta, mentre dal sud arriverebbero pesci più sul marrone ma con l’appendice molto sviluppata.

In acquario questa specie ha un comportamento tranquillo e passa la maggior parte del suo tempo cercando cibo sul fondo sabbioso. Spesso lo si nota asportare la sabbia da sotto grosse rocce in modo da formare delle gallerie che gli serviranno da tana, tanto che alcuni autori consigliano di usare un tubo insabbiato con una sola estremità libera che il Gnatochromis provvederà a camuffare innalzando davanti all’entrata una sorta di diga di sabbia. Questa tana potrà essere abitata da un singolo esemplare o da una coppia. Sia la cavità sotto la roccia che il tubo dovranno essere abbastanza larghi da poter permettere alla coppia di entrare e girarsi perché i partner rimangono insieme anche dopo la riproduzione e la tana viene usata anche per dormire.
Nel mio acquario la deposizione è avvenuta diverse volte naturalmente all’interno della tana dove non ho potuto osservare il comportamento dei pesci, però su diverse riproduzioni ho potuto vedere i piccoli solo una volta. I genitori non resistono alla tentazione di cibarsi e li ho visti mangiare prima le uova per poi mettersi a raccogliere il cibo. Secondo me la riproduzione di questa specie è la più particolare tra gli incubatori orali, il maschio non attira la femmina con il classico tremolio del corpo, ma entrambi i pesci cominciano a girare in tondo gonfiando le pinne e la gola ed è quasi sempre la femmina ad entrare nella tana alla fine di ogni parata. I colori si scuriscono e perfino la gola, che è bianca, durante questi giochi prende sfumature nere. Durante queste parate le papille genitali non sono visibili. La prima volta che i miei Gnatochromis hanno deposto sono rimasto stupito, infatti sia il maschio che la femmina avevano le uova in bocca, questo comportamento, come ho potuto notare anche altre volte, si ha solo il primo giorno dell’incubazione, infatti il secondo incubava solo la femmina, ma il quarto giorno le uova le aveva il maschio e quindi c’era stato un primo passaggio, il quinto giorno era ancora la femmina ad incubare mentre il settimo giorno, mentre pescavo la coppia per spostarla in un acquario senza altri pesci, era il maschio ad avere le larve e purtroppo ne sputò una trentina nel retini, pur conservando un notevole gozzo. Da qui in poi non andò tutto bene, infatti il giorno dopo sia il maschio che la femmina non presentavano più nessun segno d’incubazione e si nutrivano regolarmente, mentre gli avannotti morivano a tre o quattro al giorno nonostante li avessi messi in una vaschetta con la stessa acqua dell’acquario di provenienza e li nutrissi con naupli di artemia. Il fatto curioso è che al settimo giorno gli avannotti sono completamente formati e misurano circa 4 mm. Poiché hanno praticamente esaurito il sacco vitellino si nutrono all’interno della bocca del genitore per almeno un’altra settimana prima di essere rilasciati.
Un altro comportamento curioso l’ho notato quando l’altra femmina che ho oltre la coppia ha deciso di deporre ed è entrata nella tana della coppia dopo aver scacciato la femmina dominante. Nonostante tutte le sue parate di corteggiamento non è riuscita nel suo intento perché il maschio l’ha sempre ignorata facendomi supporre che quando una coppia si è formata i due partner rimangono legati anche fuori dal periodo di riproduzione. Questa specie è considerata predatrice ed infatti non disdegna avannotti e piccoli crostacei, io li nutro quotidianamente con del pastone vegetale e due volte alla settimana con artemia surgelata, nel periodo estivo, quando riesco, solo con mangime vivo. Tutto sommato l’allevamento del Gnatochromis non mi è sembrato particolarmente problematico, soprattutto se si fa attenzione ai compagni di vasca perché pur essendo un pesce di buone dimensioni si lascia sottomettere da tutti quei pesci con carattere esuberante come Neolamprologus, Tropheus mentre convive pacificamente con Cyprichromis e Xenotilapia. Ora in attesa di nuove deposizioni spero che quei pochi ciclidofili in possesso di questa specie abbiano più fortuna in modo da poter diffondere questo curioso Ciclide senza doverlo togliere dal suo ambiente naturale, con il risultato ed il prezzo che tutti conosciamo.

Bibliografia:
Horst L. & Staeck W., 1994. Ciclidi dell’Africa Orientale. Edizioni Tetra Italia.
Konings Ad, 1993. Il libro dei Ciclidi. Cichlid Press, Germany.

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