testo e foto di Claudio Barberis

NI. tetracanthus è una specie tipica del genere, endemica del lago Tanganica. La sua ripartizione è molto vasta comprendendo gli stati del Burundi, della Tanzania e Zaire.

Frequenta gli habitat formati da distese sabbiose interrotte a tratti da ammassi rocciosi, ad una profondità media di 7- 8 metri . Con i sui 18- 20 cm di taglia è una delle specie più grandi del suo genere. In condizioni normali il dimorfismo sessuale è praticamente inesistente, nel periodo della riproduzione i sessi si distinguono dal comportamento. La colorazione pu ò variare a seconda del luogo di provenienza, gli esemplari del nord (Burundi) hanno la livrea più scura di quelli originari del sud e della Tanzania. Il corpo, fusiforme, ha una livrea di base giallastra, attraversata da 5 fasce orizzontali formate da piccoli puntini argentati, presenti anche sulle pinne ad eccezione di quella caudale. La pinna dorsale è bordata da una fascia che è nera negli esemplari giovani, rossa in quelli adulti. La lunghezza dell' intestino di NI. tetracanthus, circa l'80% dell'intero corpo, indica che si tratta di una specie carnivora, in natura si nutre di molluschi, che estrae con abilità dalla conchiglia, larve d'insetti e piccoli pesci. In acquario accetta qualunque cibo tranne quello vegetale.

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Neolamprologus tetracanthus
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Julidochromis regani

La mia esperienza con questi pesci si basa su un gruppo di cinque soggetti selvatici. La prima cosa che ho potuto notare è stata la rapidità della crescita che li ha portati a raggiungere la maturità sessuale in pochi mesi.

All'inizio li ho allevati in un acquario da 700 1 in compagnia di 10 Tropheus "Bulu Point", una coppia di Ni. leleupi e qualche Julidochromis regani. L'arredamento era costituito da due grandi ammassi rocciosi sistemati alle estremità della vasca. Dopo qualche tempo ho isolato in un acquario da 500 1 tutti i Ni. tetracanthus e ho potuto notare un aumento di aggressività intraspecifica visto che veniva a mancare la competizione con altre specie. I due esemplari più piccoli erano attaccati di continuo, tanto da costringermi a spostarli per evitare il peggio. A questo proposito devo dire che i NI. tetracanthus sono tra i pesci più violenti che abbia allevato e la loro taglia fa si che in pochi minuti i combattimenti abbiano esiti drammatici. Nonostante i tre superstiti fossero un maschio e due femmine la convivenza si è rivelata impossibile, cos li ho dovuti nuovamente trasferire, questa volta in compagnia di 6 Cyphotilapia frontosa adulte. Avevo già adottato questa soluzione per 1' allevamento di Lepidiolamprologus nkambae e, come allora, lo stratagemma ha funzionato. Infatti la presenza delle Cyphotilapia impegnava cos a fondo i NI. tetracanthus che non avevano voglia di attaccarsi tra loro. Incoraggiato dal risultato ho trasferito anche i due piccoli che avevo separato ricostruendo cos il gruppo originario.

Un mese più tardi un maschio ed una femmina si sono appartati sotto una grande roccia, scacciando tutti gli altri pesci. La coppia scavava continuamente sotto la roccia che la femmina puliva, mordendola per eliminare lo strato di alghe che la ricopriva. Una volta soddisfatta ha cominciato a deporvi le uova. Non ho potuto contarne il numero, ma quasi 15 giorni dopo è apparsa una nuvola di un centinaio di avannotti. Durante le cure parentali i genitori hanno assunto una colorazione molto scura con qualche barratura verticale più chiara.

Naturalmente le larve attiravano l' attenzione delle Cyphotilapia che tentavano di avvicinarsi, pur venendo aggredite.

Questa difesa continua della prole affaticava non poco i Ni. tetracanthus che non trovavano quasi più il tempo per nutrirsi. Per non stressarli ulteriormente ho dedicato a loro una piccola vasca dove in qualche mese i piccoli hanno raggiunto una taglia considerevole. Inutile dire che, terminate le cure parentali, la coppia ha ricominciato ad azzuffarsi, costringendomi a spostarli per 1' ennesima volta.

Concludendo NI. tetracanthus non è certo un Ciclide per neofiti e la sua livrea poco appariscente non incoraggia ad allevarlo. Malgrado questo, il comportamento interessante e l' aspetto maestoso mi inducono a consigliare il suo allevamento, a patto di possedere una buona dose di pazienza e di forza fisica, visto che ogni volta che li trasferivo per pescarli ero costretto a spostare circa 200 kg di rocce!  

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