testo e foto di David Brimeux

Il mio primo incontro con Placidochromis phenochilus è avvenuto quando acquistai il libro di Ad Konings "Cichlid yearbook" volume 6. Non ebbi fortuna, neanche una sola spiegazione sul pesce, solo una sua foto. Ma, poiché a casa non mancano i libri sul Malawi, ho avuto tutto il tempo di cercare quello che si riferiva a questo pesce. E' un ciclide di taglia media, intorno ai 15 cm per i maschi e ai 10 cm per le femmine. Tra le popolazioni della Tanzania, il pattern melanico si compone di barre verticali molto attenuate su tutto il corpo, mentre gli individui incontrati da Konings, sulla costa ovest, non possiedono barre verticali. I maschi adulti vanno dal blu scuro al viola con delle scaglie madreperlate e labbra chiare, a volte bianche; le femmine sono grigie, talvolta lasciano apparire delle sfumature azzurrate. In natura vive ad una profondità dai 10 ai 15 metri in zone sabbiose o con substrato misto. Come i suoi parenti prossimi P electra, P. phenochilus appartengono al gruppo dei ciclidi detti "inseguitori blu" (gli altri

rappresentanti del gruppo sono C. moorii, 0. selenurus e P annectens). Come loro filtrano il substrato per trovare il proprio pasto. Spesso seguono dei pesci di taglia grande come F. rostratus o T. praeorbitalis per nutrirsi delle particene da loro sollevate nel corso delle attività di filtraggio. E' un comportamento che ho potuto osservare anche in acquario. Non appena i pesci si sono abituati alla vostra presenza, si può mettere una mano nella vasca e vedere i P. phenochilus seguirla. Vi basterà allora rimuovere la sabbia per vederli gettarsi sulla nuvola di particelle che avete sollevato. Ho comperato i miei primi pesci durante una borsa in Belgio (Arlon), dove mi sono accaparrato gli ultimi tre. Ve ne era uno molto colorato, mentre gli altri due erano grigio-blu. Di ritorno a casa li ho posti in una vasca da 400 litri, ma l'indomani ne avevo già perso uno. Molto deluso mi sono preso cura degli altri due che, crescendo si sono rivelati essere una coppia. Nove mesi più tardi ho introdotto cinque giovani di un altro ceppo, e oggi tutti si comportano meravigliosamente. Tra i cinque giovani aggiunti vi erano tre femmine e due maschi. Il loro comportamento in acquario è abbastanza tranquillo. Trascorrono il loro tempo a filtrare la sabbia in gruppo. Per il momento non ho ancora avuto riproduzioni, ma il maschio dominante comincia ad effettuare parate davanti alle femmine. Ho supposto che essi depongano su substrato e assumano la posizione detta a "T". Penso che sarebbe meglio evitare di allevarli con altre specie di Placidochromis che gli somiglino. Si eviterà cosi ogni rischio di ibridazione, anche se in natura specie diverse vivono vicine. In quanto al cibo, essi mangiano di tutto (pelletts, cibo congelato fatto a casa, artemie, krill ......). Si potrà allevarne una coppia in una vasca da 250 litri, ma sarebbe più appropriato un volume maggiore con almeno 1,50 di lunghezza. Si troverà bene con specie poco turbolente, nella mia vasca coabita con Copadichromis trewavase (ex C. "mloto Likoma"), Pseudotropheus "msobo magunga", Labidochromis "hongi", Protomelas sp. "steveni Taiwan Reef" ed un vecchio maschio di Dimidiochromis compressiceps, il tutto in un volume di 600 litri. L'arredamento potrà essere composto da una sabbia fine e qualche pietra. Si potrà anche introdurre delle Anubias e Cryptocoryne, ma i P. phenochilus hanno la tendenza a mangiarne i getti giovani.

Ecco dunque un pesce magnifico che troverà facilmente un posto in una "vasca Malawi".

P.S.

Ancora un piccolo aneddoto sui pesci. Un giorno ho notato dei punti bianchi sul maschio. Sono intervenuto immediatamente, ma niente da fare, sempre ì puntini bianchi: non riuscivo a capire!!! Guardando la cassetta video dell'esposizione di Anversa ho capito che i famosi puntini bianchi erano delle scaglie madreperlate, poiché in letteratura non si trovano fotografie che mostrino questi pesci nei loro veri colori.

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